“DALL’ERBA DI GRACE” ALL’ERBA DI GRAZIA E GRAZIELLA... - NELL’ARMADIO, IN CANTINA, IN TENDA: AUMENTA LA MARIJUANA FAI-DA-TE. PENSIONATI, CASALINGHE, DISOCCUPATI CHE TRASFORMANO LA CASA IN UNA PIANTAGIONE – IN ITALIA IL PARADOSSO E’ CHE LE PENE SONO PIÙ SEVERE PER CHI COLTIVA, CHI VENDE I SEMI INVECE NON RISCHIA NULLA
Rory Cappelli per “la Repubblica - Edizione Roma”
E’ l' ultima moda in fatto di droga: la coltivazione fai-da-te. In salotto, nell' armadio, in cantina, persino in un' agenzia di viaggi e in un tantino più ovvio vivaio, in tutta Roma da mesi è un fiorire di arresti di improvvisati agricoltori. Complice la crisi economica, persino una 64enne, arrestata il 5 maggio, ha pensato bene di arrotondare le proprie entrate così. L' ultimo arresto risale a ieri quando a Ladispoli i carabinieri di Civitavecchia hanno trovato in casa di un 26enne incensurato 6 piante di marijuana alte un metro.
Il 3 febbraio ad Amelia un 60enne romano s' era costruito una serra con assi e telo di plastica riscaldandola con il calore portato dal tubo che era collegato ad una vecchia stufa a legna in ghisa. Lì dentro coltivava la sua bella piantagione di marijuana e aveva già seccato due chili di erba. Altro arresto il 7 febbraio di un 36enne romano: casa sua era un crocevia di ragazzi che andavano a rifornirsi per lo sballo serale. E così il blitz dei carabinieri di Albano Laziale: piante alte un metro e mezzo e lampade fluorescenti per favorirne la crescita.
Sempre il 7 febbraio è stato trovato di via Ostiense un laboratorio chimico-botanico: un trentenne coltivava sotto una tenda da campeggio e aveva lampade Hps per la fioritura delle piante indoor e un essiccatoio. Il 4 marzo a finire arrestati due residenti nel Reatino che vendevano la loro merce al mercato rionale Trionfale, soprattutto agli studenti del quartiere capitolino. Nella loro abitazione di Pozzaglia Sabina è stata trovata una vera e propria serra, con impianto idroponico.
Il 5 aprile un' altra coltivazione illegale di marijuana, nella casa di via Andrea Doria di un romano 38enne: piante cresciute in un guardaroba in plastica, rivestito con carta stagnola, con annesso tubo per l' aerazione e con tanto di lampada alogena. Il 2 maggio è stata la volta di un pensionato di 61 anni di San Basilio: anche qui l' immancabile serra con impianto per l' irrigazione e ventilatori e 14 piante di marijuana per un peso di 5 chili.
Il 7 maggio a finire nei guai un tassista e sua moglie: i carabinieri di Tor Sapienza sono arrivati nell' abitazione di via del Maggiolino, di proprietà del 42enne, dove sono state trovate 6 piantine di marijuana all' interno di una serra indoor allestita in una camera, completa di pareti rifrangenti, lampade alogene, sistema d' irrigazione temporizzato, ventilatori e concimi.
E poi c' è l' agenzia di viaggi utilizzata come serra per coltivare la marijuana: nel seminterrato infatti c' erano lampade, aeratori, umidificatori, apparecchiature per misurare il ph dell' acqua e per fare il sottovuoto, condizionatori e cronotermostati e 31 piante di marijuana di un metro e mezzo di altezza, oltre a 30 piante a casa, in camera da letto. Il 4 giugno è stata la volta di un vivaista di professione che nel giardino della sua abitazione, in zona Massimina, aveva coltivato 14 piante di marijuana.
Trovare semi non è poi così difficile, come hanno dimostrato i radicali che qualche giorno fa - il 17 giugno - hanno aperto un banchino in San Lorenzo distribuendo bustine di semi coltivabili. «Abbiamo anche tenuto un corso di coltivazione diretta di marijuana», spiega il segretario romano dei radicali, Riccardo Magi. «Tra l' altro la coltivazione è considerata più grave della vendita e la pena arriva fino a 6 anni di reclusione». «Difficile trovare i semi?» continua. «Assolutamente no. Si comprano online oppure nei Grow Shop: perché non è illegale vendere, cedere o regalare i semi. Il reato è coltivarli.
E non solo coltivarli, ma coltivare la qualità giusta», spiega Magi. «Cioè quella con una certa percentuale di principio attivo». Un' altra contraddizione del nostro ordinamento: pene più severe per chi coltiva, nessun problema per chi vende i semi. C' è anche da considerare che tra chi finisce in carcere, quasi una persona su due varca la soglia per droga: vale a dire che il 43,26% dei detenuti in Italia è in galera per violazione della legge sulle droghe. E questa, si può dire, è soltanto la punta dell' iceberg: per uno preso altre decine rimangono nell' ombra. E chissà quanti di questi coltivatori diretti.