
AVETE GIÀ PROVATO IL BUBBLE TEA? SE NON LO AVETE FATTO, DIMENTICATEVI DI ASSAGGIARE UN CLASSICO TÈ: LA BEVANDA, NATA A TAIWAN NEGLI ANNI ’80, È A BASE DI TÈ – NERO, VERDE OD OOLONG – AL QUALE VIENE AGGIUNTO LATTE O SCIROPPO ALLA FRUTTA, UNO O PIÙ TOPPING TRA CUI PERLE DI TAPIOCA O LE POPPING BOBAS, SFERETTE SCOPPIETTANTI ALLA FRUTTA, I MARSHMALLOW O ANCORA SEMI DI CHIA E ALOE VERA – PAURA PER LA LINEA? TRANQUILLI, C’È ANCHE LA VERSIONE SUGAR FREE…
Jader Liberatore per "it.businessinsider.com"
Sempre più apprezzato anche dagli italiani, il “tè con le bolle” sembrerebbe essere diventato un cibo di tendenza, in particolare tra i più giovani. Infatti, secondo un report di Fortune Business Insights, il mercato globale potrebbe raggiungere un valore di 3,39 miliardi di dollari – circa 2,79 miliardi di euro – entro la fine del 2027.
Ma fondamentalmente: che cos’è il bubble tea?
Originariamente nato a Taiwan negli anni ’80 e successivamente diffuso in nord America e in altre località asiatiche, il bubble tea è una bevanda a base di tè – nero, verde od oolong – che può essere servita calda o fredda e il suo gusto è reso caratteristico dall’aggiunta di latte o sciroppo alla frutta e di uno o più topping tra cui perle di tapioca o le popping bobas – sferette scoppiettanti alla frutta –, i marshmallow o ancora semi di chia e aloe vera.
Tuttavia, a confermare il successo del bubble tea in Italia sono le cifre registrate da Frankly, la prima catena che ha diffuso il drink sul nostro territorio e che, con 55 dipendenti e oltre 1 milione di drink serviti all’anno, ha chiuso il 2020 con 1,4 milioni di euro di fatturato. Inoltre, dopo il primo punto vendita inaugurato a Milano nel 2017 e successivamente in altre città – Torino, Bologna e Bergamo -, la startup celebrerà presto altre quattro aperture.
“Quando abbiamo iniziato nel 2017, entravano nei nostri negozi quasi esclusivamente under 25, ma negli ultimi anni iniziamo a vedere anche over 30, incuriositi dall’aumento della notorietà del prodotto” raccontano i fondatori di Frankly, Franco Borgonovo e Lati Ting, e continuano “Il Bubble Tea si è portato dietro per alcuni anni lo stigma di bevanda iper zuccherata, ma questo non è necessariamente vero: dipende tutto dalla qualità degli ingredienti e dalla preparazione. Noi, ad esempio, scegliamo solo materie prime naturali (in sostanza, bandiamo bustine o aromi artificiali) e permettiamo una completa personalizzazione del drink, che può anche essere completamente sugar-free. Insomma, quasi sempre i nostri drink sono meno calorici di un gelato”.
Invece, raccontando le strade che hanno condotto lui e la sua compagna a dar vita al progetto, Borgonovo rivela che
“L’idea è nata da un’esigenza di Lati: aveva imparato a bere il Bubble Tea in Canada, e non trovava in Italia nessun punto di riferimento in cui trovare un prodotto di qualità alta e affidabile. Così ci siamo detti: perché non creare noi lo Starbucks del Bubble Tea? Così è nata Frankly. E anche oggi, ci piace conservare questo spirito di internazionalità, inclusione e apertura verso il mondo: nel nostro team lavorano persone da oltre 10 nazionalità diverse e si parla l’inglese come prima lingua corrente. E altrettanto inclusiva è la nostra clientela”.
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