mario draghi joe biden vladimir putin giuseppe conte

AVVISO AI NAVIGATI: IL GELO TRA ITALIA E RUSSIA NON E’ INIZIATO CON LA GUERRA IN UCRAINA - IL PUNTO DI PARTENZA E’ APRILE 2021, DUE MESI DOPO L'INSEDIAMENTO DI DRAGHI A PALAZZO CHIGI: IL PRIMO APRILE, I CARABINIERI E GLI UOMINI DELL'AISI ARRESTANO WALTER BIOT, MILITARE IN SERVIZIO ALLO STATO MAGGIORE DELLA DIFESA ACCUSATO DI ESSERE AL LIBRO PAGA DAI RUSSI E CONTEMPORANEAMENTE VENGONO ESPULSI I DUE AGENTI RUSSI CHE AVEVANO RAPPORTI CON LUI, ALEKSEJ NEMUDROV E DMITRI OSTROUKHOV - I DUE ERANO IN ITALIA COME DIPLOMATICI E MANTENEVANO RAPPORTI A TUTTI I LIVELLI...

mario draghi giuseppe conteu

Giuliano Foschini per “la Repubblica”

 

I rapporti tra Italia e Russia non sono mai stati così tesi e delicati come negli ultimi giorni. E la cacciata dei nostri diplomatici da Mosca non è il centro della crisi, ma piuttosto un suo epifenomeno: la risposta del Cremlino nei confronti dei paesi europei che avevano allontanato i funzionari di Putin era da tempo annunciata e per questo attesa. Le questioni più calde sono altre. E riguardano tre settori cardine: lo spionaggio, l'economia e l'informazione.

 

walter biot

Il punto di partenza, da tenere ben presente, non è l'inizio del conflitto in Ucraina. Ma l'aprile del 2021, nemmeno due mesi dopo l'insediamento di Mario Draghi come presidente del consiglio. Il primo aprile, infatti, i carabinieri in un'operazione congiunta con l'intelligence dell'Aisi arrestano Walter Biot, militare in servizio allo Stato maggiore della Difesa accusato di essere al libro paga dai russi per passare loro informazioni riservate. Biot è arrestato e contemporaneamente vengono espulsi dal nostro paese i due agenti russi che avevano rapporti con lui.

 

giuseppe conte mario draghi

Si tratta di Aleksej Nemudrov e Dmitri Ostroukhov, non esattamente due oscuri ufficiali ma uomini di grande peso e relazione: erano in Italia, ufficialmente, come diplomatici e con l'Italia da anni mantenevano rapporti a tutti i livelli, politici ed economici. Nemudrov era, per dire, il capo della missione "Dalla Russia con Amore", l'uomo cioè che doveva curare la logistica di quella spedizione umanitaria che, sta emergendo oggi, è stato in realtà un tentativo russo per spiare il nostro Paese. Nell'elenco dei partecipanti alla missione - ha raccontato più volte Repubblica - non c'erano infatti soltanto medici o "addetti alle bonifiche".

 

walter biot

Ma piuttosto agenti che, per questo, vennero tenuti sotto controllo dalla nostra intelligence e dalle nostre forze di polizia durante l'intero periodo di permanenza in Italia. «Che qualcosa non andasse ce ne siamo accorti subito», hanno spiegato anche davanti al Copasir gli uomini della nostra intelligence, tanto che il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha raccontato di aver rifiutato la disponibilità russa di far arrivare nuovi uomini. La spedizione dunque terminò. Ma, a quel punto, non si fermò l'attenzione italiana sul lavoro di Nemudrov.

 

Prima di arrivare in un parcheggio della periferia romana a scoprire Biot che passava loro documenti, i funzionari russi sono stati attenzionati. Ed è emerso un lavoro sistematico di tentate infiltrazioni del nostro tessuto politico ed economico: dai rapporti con un'associazione ligure, a quelli con la "Società cormonese Austria", una onlus che protegge la memoria dei caduti russi in Friuli, Nemudrov e gli altri usavano una serie di coperture in tutto il territorio per avere basi logistiche e poter spiare un paese amico. Il nostro.

salvini putin conte

 

Un'ulteriore certezza su questo tipo di lavoro russo è emersa, recentemente, da altri due elementi. Il primo: a Massa Carrara la Guardia di Finanza ha indagato, fino ad arrivare al sequestro, su uno yacht, tra i più grandi al mondo, lo Scheherazade, riconducibile direttamente a Vladimir Putin. Un mese fa circa le Fiamme Gialle hanno effettuato un sopralluogo e registrato i nomi dell'equipaggio. Il caso ha voluto che ci fossero molte omonimie con agenti segreti russi conosciuti ai nostri servizi. E che nemmeno 24 ore dopo tutte quelle persone siano sparite dall'Italia.

giuseppe conte e vladimir putin

 

Come mai? «Evidentemente non era personale di servizio dello yacht» dice oggi un investigatore. I marinai non erano dunque marinai. E i giornalisti non erano giornalisti. Si è scoperto, ancora, che due dei cronisti registrati nella delegazione "Dalla Russia con amore" lavoravano con il Cremlino come agenti.

 

putin conte

Così come, ha accertato il Copasir, alcuni dei commentatori russi che frequentano trasmissioni televisive italiane non solo lavorano per Mosca ma venivano indicati alle trasmissioni dall'ambasciata russa. Infine, ma non per ultimo la questione economica: troppe aziende stanno aggirando l'embargo con triangolazioni con altre Paesi. E ancora aperta resta la ferita di quella riunione organizzata a fine gennaio dalla Camera di commercio Italo-Russa di Vincenzo Trani alla quale, nonostante il Governo avesse fatto notare l'inopportunità, hanno partecipato anche aziende di Stato. Su tutte l'Enel di Francesco Starace.

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...