VENTIMIGLIA SEGHE SOTTO I MARI – LE BABY ESCORT DI VENTIMIGLIA IN LACRIME: “PER FARE UNA COSA A 3, CHIEDEVAMO 150€ A TESTA. PER UN RAPPORTO ORALE, 50. GUADAGNAVANO 5-600 EURO AL GIORNO: MITICO, CI SIAMO DETTE’ – ‘NON POTETE SAPERE QUANTE PERSONE CI CERCAVANO’ (MA VA?)
Massimo Calandri e Daisy Parodi per "La Repubblica"
«Abbiamo letto sui giornali di quelle ragazzine di Roma che si prostituivano. E che guadagnavano 5-600 euro al giorno. Mitico, ci siamo dette. à così, che è cominciato tutto». Una ha 14, l'altra 15 anni. Due amiche del cuore, jeans e maglioni di lana larghi, niente trucco sul viso. Due adolescenti di quelle che in provincia si chiamano "buone famiglie", ma buone per davvero: il padre impiegato, la mamma casalinga, il fratellino più piccolo che va all'oratorio, la Messa tutti insieme la domenica.
E la scuola, naturalmente: entrambe buoni voti, una nove e l'altra addirittura dieci in condotta. Solo che dopo Natale sembravano meno attente in classe durante le lezioni, la testa chissà dove. Gli insegnanti non ci hanno badato troppo, a casa sembrava tutto normale.
Ma lo hanno spiegato l'altro pomeriggio ad una psicologa, ai poliziotti del commissariato di Ventimiglia e a un magistrato venuto dal Tribunale dei Minori di Genova, cosa stava accadendo. Ed è un racconto che fa rabbrividire per la brutale semplicità : «Lei mi ha fotografato di schiena nella mia cameretta, con solo il perizoma addosso. Eravamo appena andate a controllare quel sito usato dalle baby-squillo». Sì, sempre lo stesso. «Insieme alla foto abbiamo pubblicato il primo annuncio, con un indirizzo mail creato apposta e i nomi inventati: "Due diciottenni cercano persone disposte a pagare per avere sesso".
Hanno risposto subito, non potete immaginare in quanti». La storia è andata avanti un mese: contattate sulla posta elettronica, le due piccole amiche di Ventimiglia hanno incontrato in diverse occasioni sei clienti, che in questi giorni sono stati identificati dagli agenti del commissariato locale e denunciati per il reato di prostituzione minorile. Sei uomini, se si può chiamarli così, che rischiano ora dai sei mesi ai tre anni di galera: hanno pagato dai 30 ai 70 euro per avere ogni volta delle prestazioni sessuali diverse, sempre senza alcun tipo di precauzione.
Gente di Riviera e del Basso Piemonte: un idraulico, un gestore di sala-giochi, un manovale. In casa di uno di loro è stata sequestrata della droga, ma le due adolescenti non ne hanno mai fatto uso. La storia è finita perché il settimo cliente, quando si è accorto di avere a che fare con delle bambine o poco più, è andato a denunciare tutto alla polizia. Gli investigatori hanno rintracciato le ragazzine. Che prima sono scoppiate a piangere - «Più che altro per la vergogna di aver fatto soffrire i nostri genitori», hanno detto - e poi hanno spiegato, fornendo indirizzi mail, numeri di cellulare e persino le targhe delle auto di quelli che avevano approfittato di loro.
«Li incontravamo sempre nel pomeriggio, per ovvi motivi scolastici ». Ovvi motivi scolastici, ripete una delle due: vuol dire dalle 14 alle 18, un paio di volte la settimana. A casa mentivano coprendosi l'una con l'altra, giurando che andavano a fare i compiti dall'amica. «All'inizio mi sono stupita di quante persone ci contattavano.
Abbiamo messaggiato, ho dato il mio numero di cellulare. Il primo cliente è stato un uomo di 35 anni, Fabio. Ci siamo visti dopo le vacanze di Natale». Un rapporto orale sull'auto di lui: 30 euro a testa. «Se ce lo chiedevano, ai clienti lo dicevamo: io ho 15 anni, lei 14. Per fare una cosa a tre, chiedevamo 150 euro a testa. Per un rapporto orale, 50. Ma alla fine ci accontentavamo sempre di qualcosa di meno».
In tutto hanno messo da parte poche centinaia di euro: «Io mi sono comprato due paia di jeans, e una bella maglia». I rapporti si consumavano sempre a bordo in macchina. «Una volta abbiamo provato ad andare in albergo, ma quando hanno visto la mia carta d'identità ci hanno cacciate via». Il secondo cliente, un ragazzo di 24 anni, quando ha saputo la vera età delle presunte diciottenni, ha lasciato perdere.
«Però il giorno dopo ci ha ripensato. Ci ha dato 50 euro a testa, gliene avevamo chiesti il doppio ». Le due ragazzine sono state ascoltate separate l'una dall'altra. Una sola ha raccontato in compagnia della madre (il papà non se l'è sentita di assistere), l'altra insieme ad entrambi i genitori. Ma a metà deposizione il padre è scoppiato a piangere ed ha lasciato l'ufficio della procura. Entrambe sono seguite da alcuni psicologi. Nei prossimi giorni vorrebbero tornare a scuola.
BABY ESCORT DEI PARIOLI INCONTRO CON UN CLIENTE L'ESCORT DI BALOTELLI squillo babyimage BABY ESCORT VANESSA