bimbo isis spara kazako

L’ISIS PUNTA SULL’ASILO - IL BIMBO DI DIECI ANNI CHE SPARA A DUE PRIGIONIERI E’ SOLO UNO DEI TANTI “LEONCINI DEL CALIFFATO” CHE AL BAGHDADI STA COLTIVANDO PER GARANTIRE UN FUTURO ALLA SUA GUERRA

1. IL BAMBINO CHE UCCIDE GLI OSTAGGI

Maurizio Molinari per “la Stampa

 

abu bakr al baghdadiabu bakr al baghdadi

Con un video di sette minuti lo Stato Islamico rende pubblica la prima esecuzione realizzata da un «leoncino del Califfato». Si tratta di Abdullah, bambino kazako di 9-10 anni, che spara con una automatica alla nuca di due «spie russe», alzando poi il braccio con l’arma in segno di omaggio ad Abu Bakr al-Baghdadi, Califfo dello Stato Islamico (Isis). 
 

Il precedente
Abdullah è lo stesso bambino che in un precedente video di Isis, postato online a novembre, era stato ripreso mentre esprimeva il desiderio di voler «macellare un infedele». In quel video si vedeva una classe di bambini provenienti dall’ex repubblica sovietica dell’Asia Centrale intenti a studiare materie coraniche sui banchi di scuola e poi, in una scena successiva, in divisa verde mentre si addestravano all’uso di armi da guerra. 
 

video isis con bambino killer  4video isis con bambino killer 4

«È la nuova generazione di mujaheddin destinata a scuotere la terra», commentava la voce in sottofondo e l’esecuzione delle due «spie russe» lascia ora intendere la volontà del Califfo di adoperare come killer i suoi «leoncini», come vengono definiti. Il terrorista-bambino si dimostra killer spietato, sparando a distanza ravvicinata e poi accertandosi della morte delle vittime. 
 

I «leoncini del Califfo»
I «leoncini del Califfo» sono stati descritti da più produzioni di «Al Hayat» - il Media Center dello Stato Islamico - che li mostrano mentre simulano la decapitazione di bambole oppure mostrano delle teste mozzate.

 

video isis con bambino killer  3video isis con bambino killer 3

L’intento di Abu Bakr al-Baghdadi è assicurare in questo modo il «futuro della Jihad», come afferma uno dei video, puntando sulla formazione di una generazione di baby-terroristi con le origini più diverse: figli di jihadisti, bambini di minoranze «infedeli» - curdi, yazidi o cristiani - strappati alle famiglie e convertiti alla Jihad, oppure di figli di famiglie sunnite irachene o siriane che in questa maniera si assicurano stipendi e privilegi dall’amministrazione del Califfato. 
 

Il guerriero caucasico 
Il video sull’esecuzione di Sergei Ashimov e Memayev Jambulat - i nomi delle vittime - contiene un messaggio di sfida a Mosca perché i due confessano di essere al soldo dell’intelligence russa, svelano i nomi degli agenti da cui dipendono e spiegano di aver ricevuto la missione di raccogliere informazioni a carico di leader jihadisti. Il video inoltre è girato in russo, con un guerrigliero caucasico - forse ceceno - che legge la sentenza di morte prima dell’esecuzione da parte del «leoncino del Califfato». La Russia è avversata dai jihadisti per motivi convergenti: il conflitto in Cecenia contro i fondamentalisti e il sostegno al regime di Assad in Siria.

 

2. QUEI PICCOLI ASSASSINI ALLEVATI IN UN MONDO SENZA SPERANZE: DALLA SIRIA ALLA NIGERIA CRESCE UNA GENERAZIONE PERDUTA

Domenico Quirico per “la Stampa

 

ISIS FA GIUSTIZIARE UN PRIGIONIERO A UN BAMBINOISIS FA GIUSTIZIARE UN PRIGIONIERO A UN BAMBINO

Il bambino è tranquillo, ma di una tranquillità morta. Ascolta la sentenza letta dal giovane miliziano quieto come un cane che attende l’ordine del padrone per mordere. La pistola è un giocattolo, ancora, nella mano abbassata. Quanta vita dimenticata questo giovane assassino in nome del califfo porta già in sé? È come una spugna imbevuta di cose vissute e sofferte, di una prodigalità di dolore e sofferenza, lo sentiamo. Ma quali? 
 

Il ragazzo in divisa, un ceceno, ha una faccia cupa e sabbiosa, una faccia aggrottata e crudele mentre pronuncia a memoria la condanna a morte. Certe fisionomie islamiste hanno crudezze plastiche meravigliose, un loro candore efferato, la crudeltà buia e annoiata della belva. Il bambino avanza e spara. Gli uomini cadono, inspiegabilmente senza sangue.
 

jihadista john isisjihadista john isis

Crudele e guasto
Improvvisamente nel mio mediocre pensare davanti a quell’orrore è lampeggiata una coscienza, quella della mia, nostra debolezza nei confronti di quel bambino. Crudele e guasto, mi figuravo che è e diventerà: ma quello che mi sconcertava non era tanta la sua immagine di fredda ferocia nell’uccidere, quanto la mansuetudine con cui lo guardavo nel video. Se questo bambino dovesse agire domani come un energumeno fanatizzato che cosa potrà mai vedere in me se non il nemico, il colpevole da eliminare?


La pietà che ho per lui è la massima e più sanguinosa delle offese: che cosa potrò opporre io al suo odio ? Nulla. Egli deriderà la mia mitezza, la debolezza dell’occidentale corrotto e senza dio: come gli hanno insegnato. Quello che c’è in essa di civile di umano, gli sfuggirà e io travolto da lui, sentirò la sua sghignazzante furia di «puro» perdersi lontano, verso altro sangue.
 

isis decapitazioniisis decapitazioni

Il totalitarismo islamico ci abitua, giorno dopo giorno, a cose tutte curiosamente deformi, piene come sono di una loro crudeltà fredda, necessaria. Bimbi che uccidono, città bruciate come nell’apocalisse, bambine imbottite di esplosivo. Ma è una necessità oscura di fronte alla quale la ragione abdica, pur intuendola, presa dal senso diaccio di questa notte dell’uomo. 
 

Omicidio sistematizzato
Nel mondo dell’omicidio sistematizzato, qual è il malefico ordine islamico, la paura non ha più valore: che futuro può mai figurarsi questo bambino, e le piccole kamikaze dei Boko Haram, loro che vivono da quando sono nati in tanta tormenta del mondo, in un tempo senza via di uscita? Un futuro che non eccita né curiosità né speranze. Questo congedo dalla speranze è la nota veramente nuova di questi giovani assassini allevati nel jihadismo.

isis decapitazioni isis decapitazioni

 

Era un tempo, questo, il lato più evidente della vecchiaia. Guardando il giovane assassino che dà il colpo di grazia, noncurante, alle spie russe penso alla felicità dei bambini che non hanno memorie, felicemente desertici: per loro tutto dovrebbe essere, è domani. A un domani nell’infanzia totalitaria non possono pensare tutti presi dalla difficile sepoltura di una parte di se stessi.
 

Forse il video dell’esecuzione è solo una montatura propagandistica, ci sono particolare che non quadrano. Ma è l’idea di utilizzare il bambino che è tremenda. Perché dimostra che l’abiezione diventa desiderio e destino. C’è nella scena tutto il mondo dell’islamismo radicale, guardatelo e imparate: i suoi codici, le sue parole d’ordine, i territori segreti, l’incubo dei predicatori che ispirano gli animi di adulti e bambini alla follia, la sua manovalanza e i suoi generali. 
 

Vediamo un bambino che uccide e poi, nella sequenza successiva, sorride felice: chi sono questi nuovi indemoniati che ritengono che sia tutto permesso, anche contaminare l’infanzia, non più perché dio non esiste, ma anzi proprio perché dio esiste; e questa esistenza dà loro il diritto di essere fanatici. 
 

isisisis

L’omicidio perfetto
I bambini assassini con il mitra i mano, schiacciati in uniformi, li abbiamo già visti in bestiari antichi che appartengono anche a noi europei e cristiani: i soldati bambini del lugubre walhalla nazista, i neri angeli-killer di Pol Pot, i lanzichenecchi storditi dalle droghe delle guerre tribali senza pietà dell’Africa. Era il bambino soldato, frutto della disfatta o di una cinica produttività omicida. Ora è qualcosa di diverso. L’esecuzione non è il furore della battaglia; è l’omicidio perfetto.
 

Mi sono portato dietro dai territori jihadisti come il segno di maggiore orrore non le facce degli assassini adulti, sprofondati nella loro aberrazione, facce da bruti, l’odio sul viso, testa bassa e risate diaboliche o i mezzi sorrisi dei carnefici che attendono, impazienti, la loro ora. Nei miei incubi ci sono i visi delicati, innocenti dei bambini siriani che guardavano sui telefonini, avidamente, sequenze di bestiali linciaggi. E di quelli che, accanto ai fratelli o ai padri, assistevano alle umiliazioni o alle violenze che venivano inflitte all’occidentale, al cristiano. E si vedeva che speravano di esser chiamati a loro volta a parteciparvi, ad aggiungere uno sputo, un calcio, una irrisione. Nelle serre dell’islamismo che si è fatto Stato sta crescendo una giungla maligna.

 

Ultimi Dagoreport

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!

roberto tomasi – andrea valeri blackstone – gianluca ricci macquarie – scannapieco – salvini autostrade

DAGOREPORT - DUE VISIONI CONTRAPPOSTE SUL FUTURO DI AUTOSTRADE PER L’ITALIA (ASPI) SI SONO CONFRONTATE AL CDA DI QUESTA MATTINA. DA UNA PARTE CDP (51%), DALL’ALTRA I FONDI BLACKSTONE (24,5%) E MACQUARIE (24,5%). IN BALLO, UN PIANO CHE HA COME PRIORITÀ LA MESSA IN SICUREZZA DELLA RETE AUTOSTRADALE. ALLA RICHIESTA DEI DUE FONDI DI VARARE UN SOSTANZIOSO AUMENTO DELLE TARIFFE, CHE PORTEREBBERO A UNA IMPENNATA DEI PREZZI SU OGNI GENERE DI MERCI E UN TRACOLLO DI CONSENSO PER IL GOVERNO MELONI, OGGI IN CDA CDP HA RISPOSTO CON UN CALCIONE DECIDENDO CHE NON SARANNO PIÙ DISTRIBUITI DIVIDENDI PARI AL 100% DELL’UTILE: PER L'ESERCIO 2024 SI LIMITERANNO AL 60% - CHE FINE FARA' IL CEO ROBERTO TOMASI?