benjamin netanyahu emmanuel macron

“BASTA CON LE FORNITURE DI ARMI A ISRAELE” - MACRON PRENDE POSIZIONE CONTRO NETANYAHU DOPO GLI SPARI DELL’ESERCITO ISRAELIANO VERSO I CASCHI BLU DELL’ONU - S’ACCODA LA SPAGNA, NON L’ITALIA CHE NON HA VOLUTO INSERIRE IL TEMA DEGLI ARMAMENTI NEL DOCUMENTO DI CONDANNA DEGLI ATTACCHI – LO SCAZZO TELEFONICO TRA CROSETTO E IL MINISTRO DELLA DIFESA ISRAELIANO YOAV GALLANT: “COSA DOBBIAMO FARE SE SUCCEDERÀ DI NUOVO? DOBBIAMO RISPONDERE AL FUOCO?” – I CASCHI BLU IN LIBANO NON SERVONO A UN CAZZO: AL MOMENTO NON POSSONO NEPPURE FERMARE UN’AUTO O PERQUISIRE UNA CASA SENZA LA PRESENZA DELL’ESERCITO REGOLARE LIBANESE. CHE PERÒ NON C’È QUASI MAI (DOVEVANO ESSERE 15.000 MILITARI, NON SONO MAI STATI PIÙ DI 2.000), LAMENTANDO SCARSI EQUIPAGGIAMENTI E PAGHE DA FAME…

EMMANUEL MACRON BENJAMIN NETANYAHU

MACRON: “BASTA ARMI ALL’IDF” ITALIA, FRANCIA E SPAGNA: L’ONU CENSURI NETANYAHU

Estratto dell’articolo di Fabio Tonacci,Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

Gli spari israeliani contro i caschi blu spingono Emmanuel Macron a prendere la posizione più dura contro Israele. Il presidente francese lancia un appello a interrompere ogni fornitura di armamenti allo Stato ebraico e la prossima settimana porterà all’attenzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, di cui la Francia è membro permanente, la questione degli attacchi alle basi Unifil per ottenere la censura politica di Netanyahu.

 

attacco dell esercito israeliano al quartier generale unifil 4

L’Italia sostiene la mossa francese all’Onu (potrebbe chiedere di partecipare alla seduta in quanto soggetto direttamente interessato), ma rimane un passo indietro sull’altra questione, quella più spinosa degli armamenti. Mentre da Pristina, dove era a presenziare all’insediamento del generale Barduani al comando della Kfor, il ministro della Difesa Guido Crosetto si spinge oltre e chiede un cambio radicale delle regole di ingaggio della missione internazionale in Libano.

 

È Macron a commentare per primo la notizia di nuovi “incidenti” alle basi Unifil. «Fermare la cessione di armi a Israele utilizzate a Gaza e in Libano è l’unica leva per porre fine ai conflitti», dice al termine del summit dei Paesi Med9 a Pafo, a Cipro. «Vogliamo che ciò non si ripeta, ne abbiamo parlato con Meloni e Sánchez».

 

macron netanyahu

Non a caso, dunque, dall’incontro cipriota esce un comunicato, firmato da Italia, Spagna e Francia, di condanna agli attacchi a Unifil, «ingiustificabili», perché costituiscono «una seria violazione degli obblighi di Israele previsti dalla risoluzione 1701 e dalle leggi umanitarie». I tre Paesi, i cui soldati costituiscono lo zoccolo duro della missione Onu, reclamano il cessate il fuoco immediato. E Giorgia Meloni anticipa uno dei temi del prossimo G7 Difesa a Napoli: «Implementeremo i nostri sforzi per rafforzare le forze armate libanesi». Le sole che, a norma della 1701, possono intervenire per smantellare i covi di Hezbollah. Cosa che però non fanno e non hanno praticamente mai fatto.

 

attacco dell esercito israeliano al quartier generale unifil 1

Nel comunicato non c’è però quel che sta più a cuore a Macron e Sánchez, cioè la richiesta all’Ue di fermare le forniture di armi. Da ciò che risulta a Repubblica, Meloni non ha voluto che il passaggio fosse esplicitato per evitare lo strappo definitivo con il premier israeliano. Del resto è il ragionamento ribadito a Palazzo Chigi - l’Italia ha già detto che dal 7 ottobre 2023 non dà più armamenti e munizioni. Anche se alcune inchieste giornalistiche, basandosi su dati dell’Agenzia delle Dogane e dei monopoli, riportano di un export di materiale bellico verso Israele per 2 milioni di euro nel bimestre dicembre 2023-gennaio 2024.

 

Nonostante la cautela, l’Italia non ha intenzione di lasciar cadere le proteste per gli spari alla base dove è acquartierata la Brigata Sassari. […] Crosetto ha avuto un’aspra telefonata con il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant.

 

attacco dell esercito israeliano al quartier generale unifil 2

«Gli ho detto: cosa dobbiamo fare se succederà di nuovo? Dobbiamo rispondere?», evocando così una reazione armata contro l’Idf che le regole di ingaggio prevedono, quando l’incolumità degli operatori è a rischio. «Unifil non se ne va, e non sarà Gallant a dare ordini ai soldati di 40 nazioni».

 

La sua idea è allentare le regole di ingaggio per concedere più autonomia operativa ai 10.500 caschi blu: al momento non possono neppure fermare un’auto o perquisire una casa senza la presenza dell’esercito regolare libanese. Che però non c’è quasi mai (dovevano essere 15.000 militari, non sono mai stati più di 2.000), lamentando scarsi equipaggiamenti e paghe da fame.

MISSIONE UNIFIL - LIBANO -

 

Motivo per cui Crosetto vuole aumentare il numero delle nazioni partecipanti a Unifil, irrobustire il contingente e fornire ai libanesi risorse e addestramento per permettergli di fare ciò che prevede la 1701: disarmare Hezbollah […]

Ultimi Dagoreport

giorgia arianna meloni massimiliano romeo matteo salvini

RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA FACCIA HA RITIRATO DALLA CORSA PER LA SEGRETERIA DELLA LEGA IN LOMBARDIA IL SUO CANDIDATO LUCA TOCCALINI. E ORA IN LIZZA C’È SOLO MASSIMILIANO ROMEO, UNA VOLTA SUO FEDELISSIMO - UNA MOSSA SOSPINTA SOPRATTUTTO DALL’ASSOLUTO BISOGNO DI SALVINI DI AVERE PIÙ UNITI CHE MAI I CAPOCCIONI DELLA LEGA: PER IL 20 DICEMBRE È ATTESA LA SENTENZA PER IL PROCESSO OPEN ARMS - IL CAPITONE SPERA IN UNA SENTENZA DI CONDANNA: DIVENTARE "MARTIRE DELLA GIUSTIZIA" SUL TEMA DELLA MIGRAZIONE POTREBBE TRASFORMARSI IN UNA MEDAGLIA SUL PETTO PER RISALIRE NEL CUORE DEI LEGHISTI SEMPRE PIÙ DELUSI - DOPO LE SCONFITTE ALLE POLITICHE E ALLE REGIONALI, CON LA LEGGE SULL’AUTONOMIA FATTA A PEZZI, ORA LE SORELLE MELONI VOGLIONO SALIRE ANCHE SUI TRENI, DOVE SALVINI, COME MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, VUOL FARLA DA PADRONE. IL BORDELLO CONTINUA: FINO A QUANDO?

tony effe

DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA ANDATE A FANCULO! MENTRE PAPA BERGOGLIO ACCOGLIE SANTI E PUTTANE, TRANS E GAY, LA SINISTRA ITALIANA PROVA A IMPORRE QUESTA OSSESSIONE AMERICANA PER IL POLITICAMENTE CORRETTO CHE SI ILLUDE DI RIDURRE IL TASSO DI INTOLLERANZA UTILIZZANDO UN LINGUAGGIO APPROPRIATO. TUTTO INUTILE. PERCHÉ IL RIDICOLO È PIÙ FORTE DEL PERICOLO. DIRE OMOSESSUALE ANZICHÉ GAY NON PROTEGGE GLI OMOSESSUALI DALLA VIOLENZA DI STRADA. COSÌ COME CACCIARE DAL PALCO DEL CONCERTONE DELL’ULTIMO ANNO IL RAPPER TONY EFFE PER AVER SCRITTO BRANI CHE "VEICOLANO MESSAGGI OFFENSIVI VERSO LE DONNE E NORMALIZZANO ATTEGGIAMENTI VIOLENTI" NON CAMBIA LA VITA SOCIALE E I RAPPORTI INTERPERSONALI. MASSÌ, IN PRINCIPIO ERA IL VERBO. MA ALLA FINE C'È LA BUGIA, IL TERRORE DI ESPRIMERE LIBERAMENTE QUELLO CHE SI PENSA, DETTO ALTRIMENTI FASCISMO”

mario calabresi - elly schlein - matteo renzi - carlo calenda - ernesto maria ruffini

DAGOREPORT – CERCASI DISPERATAMENTE UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE, DI ISPIRAZIONE CATTOLICA E MODERATA, CHE INSIEME AL PD POSSA CONTRAPPORSI ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 ALLA DESTRA AUTORITARIA DEL GOVERNO DI MELONI (SALVINI E TAJANI NON CONTANO PIU' UN CAZZO) - MENTRE PROCEDE L'EUTANASIA DEL TERZO POLO, OSTAGGIO DI RENZI E CALENDA, SI E' AUTOCANDIDATO IL CATTOLICO ERNESTO MARIA RUFFINI, MA NON LO VUOLE NESSUNO (ANCHE PRODI DUBITA DEL SUO APPEL MEDIATICO) - RISULTATO? SI È DIMESSO NON SOLO DAL FISCO MA ANCHE DA CANDIDATO - RUFFINI O NO, UNA “COSA" DI CENTRO DOVRÀ NASCERE A FIANCO DEL PD. L'EVANESCENZA DEI CATTO-RIFORMISTI DEM E' TOTALE. IL VATICANO E L'AZIONISMO CATTOLICO NON SI RICONOSCONO NEI VALORI ARCOBALENO DELLA MULTIGENDER ELLY SCHLEIN – RUMORS DALLA MILANO CIVICA: CIRCOLA IL NOME DI MARIO CALABRESI COME CANDIDATO SINDACO PER IL DOPO SALA…

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – MENTRE LA CRISI GLOBALE DELL'AUTOMOTIVE RISCHIA DI BRUCIARE L'1% DEL PIL ITALIANO, GIORGIA MELONI E JOHN ELKANN SONO IMPEGNATI A FARSI LA GUERRA - LA DUCETTA DIFFIDA (EUFEMISNO) DI YAKI NON SOLO PERCHE' EDITORE DI "REPUBBLICA" E "LA STAMPA" NONCHE' AMICO DI ELLY SCHLEIN (GRAZIE ALLA DI LUI SORELLA GINEVRA), MA ANCHE PERCHÉ E' CONVINTA CHE FRIGNI SOLTANTO PER TORNACONTO PERSONALE - DI CONTRO, IL RAMPOLLO AGNELLI FA PRESENTE A PALAZZO CHIGI CHE LA QUESTIONE NON RIGUARDA SOLO STELLANTIS MA L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA IN TUTTO L'OCCIDENTE - E LA CINA GODE GRAZIE AL SUICIDIO EUROPEO SUL GREEN DEAL...