befana fascista

LA BEFANA FASCISTA FA 90 ANNI (MA L'IDEA NON FU DI MUSSOLINI) - STORIA BREVE DELLA GENIALE INTUIZIONE CHE EBBE IL GIORNALISTA E CAMPIONE DI SCHERMA AUGUSTO TURATI E CHE SI RIVELÒ’ UNA FORMIDABILE ARMA DI PROPAGANDA

Nicola Graziani per www.agi.it

 

befana fascista

Italia madre e nonna, Italia fascista: poteva un'Italia del genere non scoprire, 90 anni fa esatti, il fascino tutto domestico e rassicurante della Befana? Una Befana, si intenda, colma di gratitudine per Lui e per ciò che aveva fatto per la Patria, Dio e - ci mancherebbe altro - la famiglia.

 

Una Patria che ad una famiglia doveva assomigliare, con un pater familias che si presentava e voleva essere considerato severo ma giusto. Con un esercito di madri pronte ad allattare milioni di marmocchi futuri balilla moschettieri. Con, accanto al focolare tenuto vivo dall'ardore dell'ideale, altrettante nonnine pronte a dispensare bontà e consigli, ma soprattutto comprensione per i loro nipotini, oro della Nazione.

 

 

Bene, negli Anni Venti tutto questo c'era, come c'era un regime che aveva distribuito qualche randellata di troppo per pretendere di essere ritenuto tollerante. E il Caso Matteotti, con quel suo Duce che va a sfidare le opposizioni in Parlamento con la protervia dell'impunità garantita dalla forza, sembrava fatto apposta per ricordare che il fascismo nascondeva, sotto il sorriso accattivante, i denti di un caimano.

 

befana fascista

C'era bisogno di un restyling, di avviare quella politica di consenso delle masse che durerà per un altro decennio ancora, se non più. E qui il regime ebbe un'intuizione al limite del geniale: sfruttare le debolezze della situazione per tirarne fuori una poderosa arma propagandistica.

 

 

L'Italia dell'epoca, si ricordi, era la Grande Proletaria. Insomma, era povera in canna, tra i paesi più arretrati e contadini d'Europa. Se si vuole avere un'idea della situazione, si osservi un bellissimo quadro del 1922: "La Befana della bambina povera" di Lorenzo Viani, indisciplinato pittore viareggino reduce a quell'epoca della Secessione Romana. Una bambina dalle gambine secche che spuntano da una gonnellina sbrindellata tiene tra le mani, tutta imbronciata, una bambola di pezza cucita da sua madre. La Befana, con lei, non è stata certo generosa.

 

Ora, è proprio a questo tipo di pubblico che Mussolini si rivolge con generosa intuizione, a fine di creazione del consenso. Dare un regalo ai bambini, fare contente le mamme e fare sua anche l'unica donna d'Italia al cui fascino egli avrebbe resistito volentieri: la Befana, che a Roma da secoli dormiva nella Fontana dei Quattro Fiumi a Piazza Navona. Vecchia e piena di verruche, ma amatissima, e questo era ciò che a Mussolini stava a cuore.

 

befana fascista

L'idea gli venne da un giornalista, Augusto Turati, bene integrato nel regime, destinato alla direzione de "La Stampa" e grande viaggiatore. Turati, allora segretario del Pnf, lanciò l'idea su scala nazionale. Era il 6 gennaio 1928, l'Italia aveva la sua Befana Fascista.

 

Un nuovo pezzo di cultura nazionalpopolare era stato occupato dal Pnf: commercianti, industriali e agricoltori vennero sensibilizzati alle donazioni. La raccolta e la distribuzione dei pacchi fu a cura dei Fasci Femminili e della Dopolavoro; il luogo preposto alla felicità dei piccoli beneficiari la Casa del Fascio, trasformata in cornucopia di gioia e di abbondanza. La nuova Età dell'Oro era iniziata, e benignamente il regime a tutti dava, secondo i bisogni di ciascheduno. Con queste premesse, non poteva che essere un successo epocale: solamente nel 1931, terzo anno dell'iniziativa, i pacchi raccolti furono oltre un milione.

 

A quel punto Mussolini volle intestarsi direttamente l'operazione e, su iniziativa del'immancabile Starace, trasformò la Befana Fascista in Befana del Duce. Ma non funzionò mica tanto, perchè l'accostamento forzato della figura del pater familias alla nonnina non suonò bene all'orecchio di tanti, e la prima denominazione resistette alla seconda, fino al 25 Luglio. Tanto che nei giorni convulsi della Repubblica Sociale si decise di tornare ufficialmente alle origini. Fascista, la Befana, lo rimase comunque per il solo inverno 1943-1944. Poi sfilò con i partigiani per le vie di Milano, il 25 aprile.

 

MOSTRA IL CULTO DEL DUCE 9

Storia finita, quella della Befana Fascista? Mica tanto, perchè qualcosa resistette alle temperie della Storia. In fondo Mussolini aveva capito l'importanza di quell'immagine, di quella figura, per la cultura popolare italiana. Ecco allora che la Befana Fascista, figlia dello stato corporativo mussoliniano, si sdoppia, si sminuzza in una miriade di befane postbeliche organizzate amorevolmente dalle categorie sociali e lavorative: la Befana dei tramvieri, quella dei vigili urbani, quella dei ferrovieri. Tanto che alla fine se ne impossessa la figura più materna della Repubblica: la Rai. Distribuisce anch'essa i suoi pacchi, rende felici i bambini e risolve i problemi dei genitori. L'epitome del welfare anni '60, che non tornerà più. Perchè anche la Repubblica, ad un certo punto, si deve rendere conto che la Befana, come Babbo Natale, non esiste.

 

 

PIAZZA NAVONA BEFANA

Ultimi Dagoreport

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT – MA ‘STI “GENI” ALLA FIAMMA DI PALAZZO CHIGI PENSANO DAVVERO DI GOVERNARE IL PAESE DEI CAMPANELLI? E COME SI FA A NON SCRIVERE CHE DIETRO L’APPLICAZIONE DEL GOLDEN POWER ALL’UNICREDIT, C’È SOLO L’ESPLICITA VOLONTÀ DEL GOVERNO DEI MELONI MARCI DI MANGANELLARE ANDREA ORCEL, IL BANCHIERE CHE HA OSATO METTERSI DI TRAVERSO AL LORO PIANO “A NOI LE GENERALI!”? - UNA PROVA DELL’ATTO ‘’DOLOSO’’? IL GOLDEN POWER, UNO STRUMENTO CHE NASCE PER PROTEGGERE GLI INTERESSI NAZIONALI DALLE MIRE ESTERE, È STATO APPLICATO ALL’OPERAZIONE ITALIANISSIMA UNICREDIT-BPM, EVITANDO DI UTILIZZARLO ALLE ALTRE OPERAZIONI BANCARIE IN CORSO: MPS-MEDIOBANCA, BPM-ANIMA E BPER-SONDRIO - ORA UNICREDIT PUÒ ANCHE AVERE TUTTE LE RAGIONI DEL MONDO. MA NON SERVE A UN CAZZO AVERE RAGIONE QUANDO IL TUO CEO ORCEL STA SEDUTO DALLA PARTE SBAGLIATA DEL POTERE…

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME