alberto manenti marco mancini franco gabrielli

UN BEL SERVIZIETTO AI SERVIZI - LA NORMA CHE VIETA AGLI 007 DI LAVORARE CON SOCIETÀ O STATI ESTERI PER TRE ANNI DOPO LA FINE DELL’INCARICO È UN TENTATIVO (BY GABRIELLI) DI SEPPELLIRE LA STAGIONE DEI VELENI DEGLI SCORSI ANNI - UN BEL SILURO AGLI EX MANENTI E MANCINI. IL PRIMO È CONSULENTE PER MARCO POLO COUNCIL. IL SECONDO, ATTUALMENTE DISOCCUPATO, IN CERCA DI QUALCOSA DA FARE

 

 

Marco Zini per www.tag43.it

 

franco gabrielli foto di bacco

È passata inosservata, tra le righe del Dpcm firmato dal presidente del Consiglio Mario Draghi il 21 gennaio scorso, una postilla che in realtà rappresenta l’ennesimo schiaffo all’ultima stagione dei servizi segreti italiani.

 

Il governo, infatti, ha ratificato un giro di vite per gli incarichi dei vertici dell’intelligence al termine del loro mandato.

 

In pratica tutti coloro che hanno ricoperto la carica di direttore generale e di vicedirettore generale del Dis o di direttore e di vicedirettore delle agenzie Aise e Aisi, «ovvero abbiano svolto incarichi dirigenziali di prima fascia, non possono nei tre anni successivi alla cessazione dall’incarico, svolgere attività lavorativa, professionale o consulenziale, ovvero ricoprire cariche presso i soggetti esteri, pubblici o privati».

 

alberto manenti

Come direbbe Keyser Söze nei Soliti Sospetti, «un siluro nel c…a tutti quanti».

 

Perché in un sol colpo è arrivato un avvertimento all’ex direttore Aise Alberto Manenti e all’ex agente Marco Mancini. Il primo è ormai da anni impegnato all’estero, in particolare nei Paesi del Golfo persico. Il secondo, da poco in pensione, stava negli ultimi tempi cercando un’ occupazione stabile.

 

L’affondo di Gabrielli per mettere fine alla stagione dei veleni dentro l’intelligence

A Forte Braschi, nella periferia romana dove ha sede il nostro spionaggio estero, si sostiene che questo provvedimento non sia altro che l’ultimo affondo dell’autorità delegata Franco Gabrielli per seppellire definitivamente la stagione dei veleni degli scorsi anni, quando durante i governi di Matteo Renzi si consumò di fatto una battaglia interna all’intelligence.

 

Le schermaglie devono finire. Anche se purtroppo gli strascichi di quella stagione continuano a farsi sentire.

ELISABETTA BELLONI FRANCO GABRIELLI

 

Lo si è visto anche durante la sfida per il Quirinale, dove il nome di Elisabetta Belloni, numero uno del Dis, è saltato fuori in maniera un po’ avventata e rocambolesca, tanto da farla poi vacillare nel suo incarico.

 

Gabrielli, da bravo servitore dello Stato, continua «a troncare e sopire, sopire e troncare» come diceva il Conte Zio nei Promessi Sposi. Ha una smodata pazienza l’ex direttore di Sisde e Aisi. Di sicuro non è un caso che in questi giorni, grazie all’ultimo libro di Alessandro Sallusti e Luca Palamara, siano tornate di attualità le vicende legate all’inchieste di quegli anni, quando all’Aise era direttore Alberto Manenti, da amici e nemici soprannominato “Lupo Alberto”.

marco mancini e matteo renzi

 

Che in quel periodo sia successo di tutto è ormai un fatto noto, confermato anche dalle schermaglie che si sono consumate negli anni successivi. Basti pensare alla registrazione che Report ha mandato in onda dell’incontro tra Mancini e lo stesso Renzi in Autogrill.

 

E anche se i protagonisti di quell’epoca sono ormai andati in pensione, gli echi delle battaglie non sono ancora finiti. Anche perché il leader di Italia Viva si ritrova ancora nell’occhio della magistratura. Attenti osservatori ritengono che anche le ultime grandi inchieste che si sono sviluppate in questi anni, da Cpl Concordia a Fondazione Open, ma anche il processo sui pozzi petroliferi di Eni in Nigeria, non siano altro che figlie di quella stagione di veleni dentro Forte Braschi.

 

ALBERTO MANENTI IN ACCADEMIA CON ANDREOTTI

Il caso Marco Polo Council e la consulenza di Manenti

Ma perché questo giro di vite sugli incarichi all’estero? La spiegazione sta probabilmente nella corposa relazione che il Copasir (Il Comitato per la sicurezza parlamentare) ha diramato giovedì 10 febbraio, su impulso del presidente Adolfo Urso.

 

A pagina 82, capitolo 11.4 si scrive: «Il Comitato ha ritenuto doveroso approfondire con i responsabili del Comparto e con l’Autorità delegata la vicenda riguardante la società di diritto privato Marco Polo Council, finanziata e sostenuta da un Paese straniero, presso la quale è stato svolto un incarico di consulenza da parte di un direttore dell’Aise cessato dal servizio.

FRANCO GABRIELLI ADOLFO URSO

 

Desta anche preoccupazione l’evoluzione che questa società ha subito, nata prima come associazione di natura pubblica anche nell’ambito di accordi internazionali e poi trasformatasi in un soggetto di diritto privato». E poi: «Di conseguenza, il Comitato si è tempestivamente attivato chiedendo opportune e complete spiegazioni in merito a quanto richiamato, tramite audizioni e richieste di note informative, essendo evidente l’assenza di disposizioni normative ch disciplinassero detti casi di incompatibilità e di conflitto di interessi.

 

marco mancini

I risvolti della stessa vicenda e quanto segnalato nell’azione di verifica parlamentare hanno infatti indotto il Comitato a sollecitare l’Autorità politica a rendere maggiormente cogente questo peculiare aspetto della normativa interna ai Servizi, richiamando alla piena osservanza di un adeguato codice di comportamento». In Marco Polo Council siede come segretario generale Leonardo Bellodi, ex uomo Eni e da sempre noto a Forte Braschi. Ma il consulente di punta della Marco Polo è proprio Manenti che ormai passa il suo tempo tra Dubai e il Sud Italia.

franco gabrielli (2) foto di bacco

marco manciniALBERTO MANENTI

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…