papa bergoglio sinodo amazzonia

CHE PARTITA A SCACCHI IN VATICANO - BERGOGLIO E’ COSTRETTO AL PASSO INDIETRO SUI PRETI SPOSATI IN AMAZZONIA PER EVITARE LO SCISMA E LA RIVOLTA DEI CONSERVATORI - E’ UN BRUTTO COLPO PER I RIFORMATORI DELLA CHIESA MA IL DIRETTORE DEI MEDIA VATICANI, ANDREA TORNIELLI, SOSTIENE CHE LA QUESTIONE DISCUSSA DA LUNGO TEMPO, QUELLA DEL CELIBATO, “POTRÀ ESSERLO ANCORA IN FUTURO” - E PADRE SPADARO…

1 - FRANCESCO INFRANGE I SOGNI PROGRESSISTI SUI SACERDOTI SPOSATI

Lorenzo Bertocchi per “la Verità”

 

PAPA BERGOGLIO E IL SINODO PER L AMAZZONIA

Le previsioni che i lettori della Verità avevano potuto considerare già una settimana fa, e ripetute anche nell' edizione di ieri, si sono rivelate autentiche. Papa Francesco nell' esortazione post sinodale Querida Amazonia non ratifica in modo diretto nessuna delle novità che il documento finale del sinodo panamazzonico aveva approvato con maggioranza qualificata.

 

Nessuna apertura all' ordinazione al sacerdozio per diaconi permanenti sposati, come indicato, invece, dal paragrafo 111 del documento finale, nessun cenno alla richiesta del diaconato permanente per le donne. Anche sul possibile rito liturgico ad hoc, il Papa non va oltre a considerazioni sul tema dell' inculturazione (c' è però un richiamo nella nota a piè di pagina n. 120).

 

KAROL WOJTYLA E JORGE MARIO BERGOGLIO

Il quarto e ultimo «sogno» dell' esortazione pubblicata ieri - i capitoli, infatti, sono cadenzati richiamandosi a una chiave onirica - è appunto questo «sogno ecclesiale» per l' Amazzonia. Gli altri «sogni» hanno come oggetto il «sociale», il «culturale» e «l' ecologico», punti su cui il Papa si dilunga ampiamente tra inserti poetici e riferimenti ai poveri, agli alberi, al capitalismo, agli ecosistemi e al perdono per alcune spedizioni missionarie.

 

Ma è l' ultimo «sogno», quello «ecclesiale», che per molti si è trasformato in una specie di incubo, viste le aspettative che vasti settori della Chiesa avevano rispetto alle novità e ai preti sposati in particolare. Il Papa, dicevamo, non ha aperto a nulla in modo diretto e si può immaginare che il cardinale Claudio Hummes, vero deus ex machina del sinodo, e il vescovo Erwin Kräutler, gran fautore dei preti sposati in Amazzonia, mastichino amaro (insieme a diversi prelati e teologi tedeschi).

 

papa francesco a hiroshima 4

Per quanto riguarda la possibile via ai preti sposati, che erano stati invocati per risolvere il problema di alcune aree geografiche private dell' eucaristia, Francesco ribadisce che è solo il prete a «presiedere l' Eucaristia», così come a confessare, e non indica alcuno spazio per il celibato opzionale dei sacerdoti. Nemmeno in Amazzonia. Anzi, chiede ai vescovi di pregare per le vocazioni e incoraggia i missionari a scegliere l' Amazzonia come loro terreno pastorale.

 

Sul ruolo delle donne, il Papa scrive che bisogna «evitare di ridurre la nostra comprensione della Chiesa a strutture funzionali» e che le donne impegnate nella Chiesa amazzonica «dovrebbero poter accedere a funzioni e anche a servizi ecclesiali che non richiedano l' Ordine sacro». Incarichi riconosciuti quindi, magari con mandato del vescovo locale, ma nessuna ordinazione.

 

bergoglio

Il testo del Papa su questi due punti, su cui tutti i mass media si sono concentrati, rappresenta una chiara sorpresa. Resta da capire se e quanto abbiano inciso nella scelta di Francesco il libro del cardinale Robert Sarah con Benedetto XVI a difesa della norma del celibato sacerdotale per la Chiesa latina, e anche le corse in avanti del sinodo della Chiesa tedesca (dai preti sposati alla benedizione per le coppie gay).

 

Le indiscrezioni che arrivano da oltre Tevere dicono che il Papa da un lato fosse personalmente combattuto sul tema celibato dei preti e dall' altro volesse però dare appoggio al percorso sinodale. La geometria variabile del pensiero di Francesco - lui stesso nel 2013 ha detto che «il gesuita deve essere una persona dal pensiero incompleto, aperto» - in qualche modo trova però conferma anche nel testo di Querida Amazonia. E nella interpretazione che ne hanno fornito durante la conferenza stampa di presentazione altri due gesuiti, il direttore di Civiltà cattolica, padre Antonio Spadaro, e il cardinale Michael Czerny.

PAPA BERGOGLIO E IL SINODO PER L AMAZZONIA

 

Al numero 2 dell'esortazione il Papa comunica che non ha intenzione di «sostituire né ripetere» il documento finale del sinodo - quello che aveva le aperture ai preti sposti - , ma lo presenta «ufficialmente», auspicando che «tutta la Chiesa si lasci arricchire e interpellare da questo lavoro» e che in Amazzonia «si impegnino nella sua applicazione». Si annuncia così una novità, quella di una esortazione del Papa, quindi un documento del magistero ordinario, che viene in un certo senso posto sullo stesso piano di un testo che non ha alcun valore magisteriale.

 

Infatti, Czerny in conferenza stampa si è concentrato su questo punto, spiegando che «a parte l' autorità magisteriale formale, la presentazione ufficiale e l' incoraggiamento conferiscono al documento conclusivo una certa autorità morale. Ignorarla sarebbe una mancanza di obbedienza alla legittima autorità del Santo Padre». In cardinale invoca perciò una «comprensione creativa» che tenga insieme «il processo sinodale, il documento conclusivo e l' esortazione post sinodale».

 

PAPA BERGOGLIO CON IL CAPPELLO ANDINO

Questa prospettiva solleva alcune considerazioni sul rapporto tra primato di Pietro, prerogativa del Papa appunto, e sinodalità. Tra l' altro la «comprensione creativa» può lasciar intendere un sistema di porte girevoli in cui tutto può accadere. Padre Antonio Spadaro nella sua interpretazione, pubblicata ieri «tempestivamente», fa notare che «l' esortazione dunque non supera il documento finale, né intende dargli semplicemente il suo sigillo. Francesco lo assume tutto e lo accompagna, guidandone la ricezione all' interno del percorso sinodale, che è in divenire e non può certamente dirsi concluso».

 

Non a caso il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del sinodo dei vescovi, ieri, rispondendo all' ultima domanda in conferenza stampa, ha ricordato un punto fermo del papato di Francesco: «Il tempo è superiore allo spazio». Ma questa volta i tempi sembrano essersi allungati, proprio per volontà del Papa.

 

2 - PER I «RIFORMATORI» NON FINISCE QUI

Lorenzo Bertocchi per “la Verità”

 

PAPA BERGOGLIO SI SCACCOLA E POI DEGUSTA

Parafrasando una delle poesie che compaiono tra le pagine di Querida Amazonia si potrebbe dire che «quelli che credevano che il celibato dei preti fosse una corda per giocare si sbagliavano». Perché il percorso sinodale panamazzonico, fortissimamente voluto dal cardinale Claudio Hummes, si è trasformato in una specie di palude su cui molti sogni si sono arenati.

 

Le spinte dietro alla possibile ordinazione di preti sposati, spinte che hanno le loro braccia operative in Sud America e il cervello in Germania, sono in realtà parte di una costellazione di novità che dagli anni Settanta cerca di rivoluzionare la Chiesa. Il paradigma di una nuova teologia morale, il celibato dei preti e l' ordinazione delle donne, oltre al refrain della sinodalità, sono i punti su cui la Chiesa, non per colpa della stampa, tende a polarizzarsi dall' interno. Di fronte al fatto della mancata apertura di papa Francesco sui preti sposati il sistema è andato un po' in tilt.

 

PAPA BERGOGLIO IN CILE

Il direttore dei media vaticani, Andrea Tornielli, nel suo editoriale su Vatican news di ieri, dice che Francesco «eccede le diatribe dialettiche che hanno finito per rappresentare il sinodo quasi come un referendum sulla possibilità di ordinare sacerdoti uomini sposati» e ha deciso «di rispondere non prevedendo cambiamenti o ulteriori possibilità di deroghe rispetto a quelle già previste dalla vigente disciplina ecclesiastica, ma chiedendo di ripartire dall' essenziale». Dalla fede, dalla missione, dal kerigma, dalla grazia e «non dalle strategie di marketing o dalle tecniche comunicative degli influencer religiosi».

 

IL SELFIE DI UN MIGRANTE CON PAPA BERGOGLIO

Insomma, il Papa ha chiuso le porte, il Papa è in continuità con i suoi predecessori, il Papa non ascolta certo quei «conservatori» che complottano contro di lui, il Papa va al cuore della fede. L' impressione, leggendo l' editoriale di Tornielli, è quella di tanta acqua da buttare sul fuoco, ed è anche comprensibile visto com' è andato l' ultimo mese, tra il giallo (ancora non pienamente risolto) del libro del cardinale Robert Sarah con Benedetto XVI e altri mal di pancia di alcuni cardinali che hanno mal sopportato l' attivismo del cardinale Hummes.

 

un giovane jorge mario bergoglio

Leggendo però la puntuale interpretazione dell' esortazione fornita dall' altro grande consigliere di Francesco, il direttore della Civiltà cattolica, Antonio Spadaro, si ha come l' impressione che qui sul fuoco invece dell' acqua si butti benzina. Anche Spadaro fa riferimento all' eccedere del Papa rispetto ai poli dialettici per cercare una soluzione superiore, ma per Spadaro questa soluzione pare essere in un sinodo permanente attivo che metta tutto in un processo sempre aperto. Per cui, come ebbe a dire lo stesso Spadaro in un suo magistrale tweet, potrebbe davvero accadere che «2+2 in #teologia faccia 5».

papa bergoglio quando era arcivescovo di buenos aires

 

Certo, anche Tornielli sottolinea che la questione discussa da lungo tempo, quella del celibato, «potrà esserlo ancora in futuro», ma nel senso di Spadaro per il sinodo si scorge quasi un leggero rosicare di fronte al brusco stop del processo panamazzonico.

Quasi come un influencer religioso che deve far presto a dettare la linea, uno youtuber che ricorda come tutto non sia finito qua, ma c' è un orizzonte da esplorare ancora.

Non tutto è perduto, c' è sempre un sinodo possibile davanti a noi. «Quelli che credevano che il celibato dei preti fosse una corda per giocare si sbagliavano». Anche i consiglieri del Papa, a volte, non sanno più come tirarla.

Ultimi Dagoreport

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON HA PER NULLA DIGERITO L’INTESA TRA USA E UCRAINA (MEDIATA CON TRUMP DA BIN SALMAN E STARMER) PER UN CESSATE IL FUOCO DI 30 GIORNI: IL “MACELLAIO” DI MOSCA (CIT. BIDEN) VOLEVA I NEGOZIATI SUBITO, NON LA TREGUA, CHE INVECE RICALCA LE RICHIESTE DI ZELENSKY – “MAD VLAD” SI STA RENDENDO CONTO CHE IN GIRO C’È UNO PIÙ PAZZO DI LUI: L’INSOSTENIBILE BIPOLARISMO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO È LOGORANTE ANCHE PER MOSCA. UNO CHE DOPO AVER ANNUNCIATO DI AVER SOSPESO ARMI E CIA A KIEV, OPLÀ!, ORA HA RINCULATO. E MINACCIA “SANZIONI DEVASTANTI” SE PUTIN NON ACCETTERÀ L’ACCORDO…

wanna marchi stefania nobile davide lacerenza

CRONACHE DI CASA MARCHI – QUANDO WANNA DICEVA AL “GENERO” LACERENZA: “PORCO, TI DOVRESTI VERGOGNARE, MERITI SOLO LA MORTE” – TRA LE INTERCETTAZIONI DELL’ORDINANZA DI ARRESTO DEL TITOLARE DELLA ''GINTONERIA'' E DI STEFANIA NOBILE, SONO CUSTODITE ALCUNE FRASI STRACULT DELL’EX TELE-IMBONITRICE – LA MITICA WANNA RACCONTA UNA SERATA IN CUI DAVIDONE “TIRA FUORI LA DROGA”: “L’HA FATTA DAVANTI A ME, IO HO AVUTO UNA CRISI E MI SONO MESSA A PIANGERE” – LA DIFESA DI FILIPPO CHAMPAGNE E LA “PREVISIONE”: “IO CREDO CHE ARRIVERÀ UNA NOTIZIA UNO DI ‘STI GIORNI. ARRIVERÀ LA POLIZIA, LI ARRESTERANNO TUTTI. PERCHÈ DAVIDE ADDIRITTURA SI PORTA SEMPRE DIETRO LO SPACCIATORE..."

volodymyr zelensky bin salman putin donald trump xi jinping

DAGOREPORT – COME SI E' ARRIVATI AL CESSATE IL FUOCO DI 30 GIORNI TRA RUSSIA E UCRAINA? DECISIVI SONO STATI IL MASSICCIO LANCIO DI DRONI DI KIEV SU MOSCA, CHE HA COSTRETTO A CHIUDERE TRE AEROPORTI CAUSANDO TRE VITTIME CIVILI, E LA MEDIAZIONE DI BIN SALMAN CON TRUMP - E' BASTATO L’IMPEGNO MILITARE DI MACRON E STARMER PER DIMOSTRARE A PUTIN CHE KIEV PUÒ ANCORA FARE MOLTO MALE ALLE FRAGILI DIFESE RUSSE - NON SOLO: CON I CACCIA MIRAGE FRANCESI L'UCRAINA PUÒ ANDARE AVANTI ALTRI SEI-OTTO MESI: UN PERIODO INACCETTABILE PER TRUMP (ALL'INSEDIAMENTO AVEVA PROMESSO DI CHIUDERE LA GUERRA “IN 24 ORE”) – ORA CHE MOSCA SI MOSTRA “SCETTICA” DAVANTI ALLA TREGUA, IL TYCOON E IL SUO SICARIO, JD VANCE, UMILIERANNO PUBBLICAMENTE ANCHE PUTIN, O CONTINUERANNO A CORTEGGIARLO? - LA CINA ASPETTA AL VARCO E GODE PER IL TRACOLLO ECONOMICO AMERICANO: TRUMP MINIMIZZA IL TONFO DI WALL STREET (PERDITE PER 1000 MILIARDI) MA I GRANDI FONDI E I COLOSSI BANCARI LO HANNO GIÀ SCARICATO…

elly schlein nicola zingaretti donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - CHE FIGURA DI MERDA PER IL PD MALGUIDATO DA ELLY SCHLEIN: A BRUXELLES, TOCCATO IL FONDO, IL PD HA COMINCIATO A SCAVARE FACENDOSI SCAVALLARE ADDIRITTURA DAL PARTITO DI GIORGIA MELONI – SE FDI NON POTEVA NON VOTARE SÌ AL PROGETTO “REARM EUROPE” DELLA VON DER LEYEN, I DEM, CHE ADERISCONO AL PARTITO SOCIALISTA, SI SONO TRASFORMATI IN EURO-TAFAZZI: 10 HANNO VOTATO A FAVORE, 11 SI SONO ASTENUTI (E SOLO GRAZIE ALLA MEDIAZIONE DEL CAPOGRUPPO ZINGARETTI I FEDELISSIMI DI ELLY, DA TARQUINIO A STRADA, NON HANNO VOTATO CONTRO URSULA) – I FRATELLINI D’ITALIA, INVECE, DOPO AVER INGOIATO IL SI', PER NON FAR INCAZZARE TRUMP, SI SONO ASTENUTI SULLA RISOLUZIONE SULL’UCRAINA. LA SCUSA UFFICIALE? "NON TIENE CONTO" DELL’ACCORDO A RIAD TRA USA E UCRAINA. INVECE GLI EURO-MELONI PRETENDEVANO UN RINGRAZIAMENTO DEL  PARLAMENTO EUROPEO A "KING DONALD" PER IL CESSATE IL FUOCO TRA MOSCA E KIEV (CHE, TRA L'ALTRO, PUTIN NON HA ANCORA ACCETTATO...)

philippe donnet andrea orcel francesco gaetano caltagirone

DAGOREPORT: GENERALI IN VIETNAM - LA BATTAGLIA DEL LEONE NON È SOLO NELLE MANI DI ORCEL (UNCREDIT HA IL 10%), IRROMPE ANCHE ASSOGESTIONI (CHE GESTISCE IL VOTO DEI PICCOLI AZIONISTI) - AL CDA DEL PROSSIMO 24 APRILE, ORCEL POTREBBE SCEGLIERE LA LISTA DI MEDIOBANCA CHE RICANDIDA DONNET (E IN FUTURO AVER VIA LIBERA SU BANCA GENERALI) – ALTRA IPOTESI: ASTENERSI (IRREALE) OPPURE POTREBBE SOSTENERE ASSOGESTIONI CHE INTENDE PRESENTARE UNA LISTA PER TOGLIERE VOTI A MEDIOBANCA, AIUTANDO COSI’ CALTA (E MILLERI) A PROVARE A VINCERE L’ASSEMBLEA - COMUNQUE VADA, SI SPACCHEREBBE IN DUE IL CDA. A QUEL PUNTO, PER DONNET E NAGEL SARÀ UN VIETNAM QUOTIDIANO FINO A QUANDO CALTA & MILLERI PORTERANNO A TERMINE L’OPA DI MPS SU MEDIOBANCA CHE HA IN PANCIA IL 13% DI GENERALI…

ursula von der leyen giorgia meloni elon musk donald trump

DAGOREPORT – IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA FUNZIONA IN CASA MA NON PAGA QUANDO METTE I BOCCOLI FUORI DAI CONFINI NAZIONALI - MELONI PRIMA SI VANTAVA DELL’AMICIZIA CON MUSK E STROPPA E DELLA “SPECIAL RELATIONSHIP” CON TRUMP, ORA È COSTRETTA A TACERE E A NASCONDERSI PER NON PASSARE COME "AMICA DEL GIAGUARO" AGLI OCCHI DELL'UE. E, OBTORTO COLLO, E' COSTRETTA A LASCIARE A STARMER E MACRON IL RUOLO DI PUNTO DI RIFERIMENTO DELL'EUROPA MENTRE SALVINI VESTE I PANNI DEL PRIMO TRUMPIANO D’ITALIA, L'EQUILIBRISMO ZIGZAGANTE DELLA GIORGIA DEI DUE MONDI VIENE DESTABILIZZATO ANCOR DI PIU' DAL POSIZIONAMENTO ANTI-TRUMP DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO MERZ CHE FA SCOPA COL POLACCO TUSK, E LEI RISCHIA DI RITROVARSI INTRUPPATA CON IL FILO-PUTINIANO ORBAN - IL COLPO AL CERCHIO E ALLA BOTTE DEL CASO STARLINK-EUTELSAT...