papa bergoglio daniel pittet

“CHIEDO PERDONO PER I PRETI PEDOFILI. I RAGAZZI CHE SI SONO SUICIDATI DOPO GLI ABUSI PESANO SULLA MIA COSCIENZA E SU QUELLA DI TUTTA LA CHIESA. E’ UNA MOSTRUOSITÀ” - BERGOGLIO FIRMA LA PREFAZIONE DEL LIBRO “LA PERDONO, PADRE” DI DANIEL PITTET, VITTIMA DELLE VIOLENZE DI UN SACERDOTE, E MINACCIA IL PUGNO DI FERRO CONTRO I SACERDOTI PEDOFILI

PAPA FRANCESCO JORGE BERGOGLIO PAPA FRANCESCO JORGE BERGOGLIO

1 - “CHIEDO PERDONO PER I PRETI PEDOFILI. UN SEGNO DEL DIAVOLO SAREMO SEVERISSIMI”

La prefazione di papa Francesco al libro “La perdono, Padre” di Daniel Pittet pubblicata da la Repubblica

 

DANIEL PITTET - LA PERDONO PADREDANIEL PITTET - LA PERDONO PADRE

Per chi è stato vittima di un pedofilo è difficile raccontare quello che ha subito, descrivere i traumi che ancora persistono a distanza di anni. Per questo motivo la testimonianza di Daniel Pittet è necessaria, preziosa e coraggiosa. Ho conosciuto Daniel in Vaticano nel 2015, in occasione dell’Anno della vita consacrata. Voleva diffondere su larga scala un libro intitolato “Amare è dare tutto”, che raccoglieva le testimonianze di religiosi e religiose, di preti e di consacrati.

 

Non potevo immaginare che quest’uomo entusiasta e appassionato di Cristo fosse stato vittima di abusi da parte di un prete. Eppure questo è ciò che mi ha raccontato, e la sua sofferenza mi ha molto colpito. Ho visto ancora una volta i danni spaventosi causati dagli abusi sessuali e il lungo e doloroso cammino che attende le vittime. Sono felice che altri possano leggere oggi la sua testimonianza e scoprire a che punto il male può entrare nel cuore di un servitore della Chiesa.

DANIEL PITTETDANIEL PITTET

 

Come può un prete, al servizio di Cristo e della sua Chiesa, arrivare a causare tanto male? Come può aver consacrato la sua vita per condurre i bambini a Dio, e finire invece per divorarli in quello che ho chiamato «un sacrificio diabolico», che distrugge sia la vittima sia la vita della Chiesa? Alcune vittime sono arrivate fino al suicidio. Questi morti pesano sul mio cuore, sulla mia coscienza e su quella di tutta la Chiesa. Alle loro famiglie porgo i miei sentimenti di amore e di dolore e, umilmente, chiedo perdono.

 

Si tratta di una mostruosità assoluta, di un orrendo peccato, radicalmente contrario a tutto ciò che Cristo ci insegna. Gesù usa parole molto severe contro tutti quelli che fanno del male ai bambini: «Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare» (Matteo 18, 6).

 

PAPA BERGOGLIO PAPA BERGOGLIO

La nostra Chiesa, come ho ricordato nella lettera apostolica “Come una madre amorevole” del 4 giugno 2016, deve prendersi cura e proteggere con affetto particolare i più deboli e gli indifesi. Abbiamo dichiarato che è nostro dovere far prova di severità estrema con i sacerdoti che tradiscono la loro missione, e con la loro gerarchia, vescovi o cardinali, che li proteggesse, come già è successo in passato.

 

Nella disgrazia, Daniel Pittet ha potuto incontrare anche un’altra faccia della Chiesa, e questo gli ha permesso di non perdere la speranza negli uomini e in Dio. Ci racconta anche della forza della preghiera che non ha mai abbandonato, e che lo ha confortato nelle ore più cupe. Ha scelto di incontrare il suo aguzzino quarantaquattro anni dopo, e di guardare negli occhi l’uomo che l’ha ferito nel profondo dell’animo.

 

DANIEL PITTET DANIEL PITTET

E gli ha teso la mano. Il bambino ferito è oggi un uomo in piedi, fragile ma in piedi. Sono molto colpito dalle sue parole: «Molte persone non riescono a capire che io non lo odii. L’ho perdonato e ho costruito la mia vita su quel perdono». Ringrazio Daniel perché le testimonianze come la sua abbattono il muro di silenzio che soffocava gli scandali e le sofferenze, fanno luce su una terribile zona d’ombra nella vita della Chiesa.

 

Aprono la strada a una giusta riparazione e alla grazia della riconciliazione, e aiutano anche i pedofili a prendere coscienza delle terribili conseguenze delle loro azioni.

Prego per Daniel e per tutti coloro che, come lui, sono stati feriti nella loro innocenza, perché Dio li risollevi e li guarisca, e dia a noi tutti il suo perdono e la sua misericordia

 

2 - “HO SVELATO A FRANCESCO I MIEI QUATTRO ANNI DI INFERNO E LUI HA PIANTO INSIEME A ME”

PRETI E PEDOFILIAPRETI E PEDOFILIA

Caterina Pasolini per la Repubblica

 

«Avevo solo otto anni. Ero un bambino timido, fragile. Lui era il prete: simpatico, premuroso con me, un ragazzino senza famiglia, mamma depressa, padre che l’aveva accoltellata quando mi aspettava. Avrebbe dovuto proteggermi, invece ha percepito la mia debolezza, il vuoto e ne ha approfittato. Mi ha stuprato per quattro anni, ha abusato di me senza sensi di colpa né rimorsi. Ha fatto lo stesso impunemente con altri cento ragazzi».

 

PRETI E PEDOFILIAPRETI E PEDOFILIA

Daniel Pittet, 57 anni di Friburgo, è un uomo che ha attraversato l’inferno e ne uscito dopo anni di terapia trovando la forza di denunciare le violenze subite. Parla perché altri bambini non subiscano da chi dovrebbe proteggerli, perché la chiesa denunci chi abusa. Ha moglie e sei figli a cui ha raccontato tutto della sua infanzia ferita, di quel prete che per lui rappresentava potere e saggezza e si è rivelato un aguzzino. Di una chiesa che l’ha tradito, senza fargli perdere la fede.

 

Era il 1968, aveva otto anni...

«Con una scusa mi ha portato in una stanza. Ha chiuso la porta. Non potevo scappare ero impietrito. Quando ha finito di usarmi mi ha detto: questo rimane tra noi. A chi avrei potuto dirlo, chi mi avrebbe creduto? A casa erano tutti religiosi, credevano nell’autorità della chiesa, non mi avrebbero mai dato retta. Ho passato anni a pensare che ero l’unico a subire quei pomeriggi da incubo, a cercare di dimenticare il suo corpo addosso al mio».

PRETI E PEDOFILIAPRETI E PEDOFILIA

 

Nel libro lei usa parole e immagini crude, non risparmia nulla dello strazio subito tra foto che celano il segreto di un ragazzino vestito da chierichetto: capelli lunghi, gli occhi ingenui, il sorriso triste. Nessuno ha mai sospettato?

«Per anni mi sono domandato se gli adulti sapessero e facessero finta di non capire. Mi sembrava impossibile che mia madre non intuisse. Solo la mia maestra notando che andavo male a scuola, che ero sempre più solo, chiuso e timido mi ha mandato da un medico ma non so se era un cattivo dottore o si è spaventato, so solo che non ha fatto le domande giuste per aiutarmi a trovare il coraggio di parlare. Così il segreto è rimasto fino a quando la mia prozia ha capito e sono uscito dall’inferno. Avevo 12 anni».

PRETE PEDOFILOPRETE PEDOFILO

 

Quando ha denunciato?

«Dopo anni di terapia ho trovato le parole per dirlo nel 1990, da allora continuo ad incontrare giovani che hanno subito gli stessi abusi. Li riconosco, vedo in loro la stessa fragilità, la fatica di vivere che mi porto dietro quotidianamente e mi spinge a fare per dare un senso alla mia esistenza. Perché chi viene abusato resta segnato per sempre, rischia il suicidio, la pazzia, spesso viene rifiutato dalla famiglia, visto che il 90 per cento degli abusi lì avviene, e dal gruppo sociale. Escluso, trattato come una paria perché ha detto la verità. Senza contare che, se non aiutato, rischia di ripetere su altri le violenze subite: l’80 per cento dei pedofili è stato un bambino stuprato».

 

Cosa ha fatto la chiesa?

PRETI PEDOFILIPRETI PEDOFILI

«Ha mentito. Mi hanno detto che lo avrebbero allontanato, che non avrebbe più potuto fare del male. Dieci anni dopo ho scoperto che lo avevano mandato in Francia, dove ha continuato ad abusare ragazzini».

 

Chi copre i colpevoli?

«In Svizzera le cose sono cambiate ma in Francia e in Italia a quanto so ben poco. Per questo sono importanti le parole del Papa. Perché ci sono pedofili nelle parrocchie ma anche nelle alte gerarchie che fanno finta di nulla, spostano i sacerdoti pedofili in un’altra chiesa come se questo risolvesse il problema. Mantengono il segreto e nuovi bambini sono vittime».

 

Ha incontrato il suo aguzzino?

«L’anno scorso. Era vecchio, ho faticato a riconoscere l’orco della mia infanzia. Mi ha guardato, ho visto la sua paura. Ma non mi ha chiesto scusa, non mi è sembrato pentito di tutto il male che ha fatto».

 

Eppure lei lo ha perdonato

«In lui ho visto un malato e lui non c’entra con la mia fede che resta intatta, ma continuo a battermi perché la chiesa rompa il silenzio e denunci i pedofili»

RIVELATI I FILE SUI PRETI PEDOFILIRIVELATI I FILE SUI PRETI PEDOFILI

 

Cosa le ha detto il Papa?

«Ci siamo incontrati due anni fa. Mi ha chiesto: dove trovi la forza, il tuo spirito missionario? Non era mai soddisfatto della risposta. Alla fine gli ho detto: Padre sono stato violentato da un sacerdote. Mi ha guardato in silenzio con le lacrime agli occhi e mi ha abbracciato. Ora queste le sue parole cosi forti e coraggiose di condanna alla pedofilia, al segreto che uccide».

Ultimi Dagoreport

software israeliano paragon spyware whatsapp alfredo mantovano giorgia meloni peter thiel

DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO SOTTO CONTROLLO I GIORNALISTI COL SOFTWARE ISRAELIANO DI “PARAGON SOLUTIONS” - PECCATO CHE L’AZIENDA DI TEL AVIV, SCRIVE "THE GUARDIAN", NON FACCIA AFFARI CON PRIVATI, MA VENDA I SUOI PREGIATI SERVIZI DI HACKERAGGIO SOLO A “CLIENTI GOVERNATIVI” CHE DOVREBBERO UTILIZZARLI PER PREVENIRE IL CRIMINE - CHI AVEVA FIRMATO IL CONTRATTO STRACCIATO DAGLI ISRAELIANI PER "VIOLAZIONI"? QUAL È "L'ABUSO" CHE HA SPINTO PARAGON A DISDETTARE L'ACCORDO? – ANCHE IL MERCATO FIORENTE DELLO SPIONAGGIO GLOBALE HA IL SUO BOSS: È PETER THIEL, IL “CAVALIERE NERO” DELLA TECNO-DESTRA AMERICANA, CHE CON LA SOCIETA' PALANTIR APPLICA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL VECCHIO MESTIERE DELLO 007…

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...