bergoglio guantone

IL “PAPAGNO” DI NATALE - BERGOGLIO PRENDE A SBERLE LA CURIA: "BISOGNA SUPERARE LA LOGICA DEI COMPLOTTI E DELLE PICCOLE CERCHIE CHE RAPPRESENTANO UN CANCRO CHE S'INFILTRA ANCHE NEGLI AMBIENTI ECCLESIASTICI - LA CURIA NON DEVE CHIUDERSI IN SE STESSA: TRADIREBBE L’OBIETTIVO DELLA SUA ESISTENZA, CONDANNANDOSI ALL’AUTODISTRUZIONE”

Paolo Rodari per www.repubblica.it

 

PAPA FRANCESCO JORGE BERGOGLIO

“Fare le riforme a Roma è come pulire la Sfinge d’Egitto con uno spazzolino da denti”, disse Mons. Frédéric-François-Xavier De Mérode. Sono parole riprese questa mattina da Papa Francesco che, nei tradizionali auguri natalizi rivolti ai membri della Curia romana, ricorda come sia difficile riformare un’istituzione variegata e complessa come è la Santa Sede.

 

Solo la comunione filiale fra i componenti del governo della Chiesa, dice, può aiutare a “superare quella squilibrata e degenere logica dei complotti o delle piccole cerchie che in realtà rappresentano – nonostante tutte le loro giustificazioni e buone intenzioni – un cancro che porta all’autoreferenzialità, che si infiltra anche negli organismi ecclesiastici in quanto tali, e in particolare nelle persone che vi operano”.

JORGE BERGOGLIO BACIA IL PIEDE A UN BAMBINO SULLA SEDIA A ROTELLE jpeg

 

Francesco conosce gli uomini che lavorano al suo fianco. I loro limiti e debolezze. E dopo il famoso discorso alla Curia nel quale (era il 2014) elencò le malattie da cui guarire, ancora una volta decide di tornare sui “pericoli” presenti dentro l’apparato di governo della Chiesa di Roma.

 

Fra questi il pericolo “dei traditori di fiducia o degli approfittatori della maternità della Chiesa, ossia le persone che vengono selezionate accuratamente per dare maggior vigore al corpo e alla riforma, ma – non comprendendo l’elevatezza della loro responsabilità – si lasciano corrompere dall’ambizione o dalla vanagloria e, quando vengono delicatamente allontanate, si auto-dichiarano erroneamente martiri del sistema, del ‘Papa non informato’, della ‘vecchia guardia’…, invece di recitare il ‘mea culpa’.

 

PAPA FRANCESCO BERGOGLIO

Accanto a queste persone ve ne sono poi altre che ancora operano nella Curia, alle quali si dà tutto il tempo per riprendere la giusta via, nella speranza che trovino nella pazienza della Chiesa un’opportunità per convertirsi e non per approfittarsene. Questo certamente senza dimenticare la stragrande parte di persone fedeli che vi lavorano con lodevole impegno, fedeltà, competenza, dedizione e anche tanta santità”.

 

Per Francesco “è opportuno” che i dicasteri romani operino “in maniera conforme alla loro natura e alla loro finalità: nel nome e con l’autorità del Sommo Pontefice e sempre per il bene e al servizio delle Chiese. Essi sono chiamati ad essere nella Chiesa come delle fedeli antenne sensibili: emittenti e riceventi”.

 

papa francesco bergoglio bacia i piedi ai detenuti

Il discorso alla Curia è per larga parte incentrato sulla necessità di un organismo di governo che non sia “chiuso in sé stesso”. Se così fosse esso “tradirebbe l’obbiettivo della sua esistenza e cadrebbe nell’autoreferenzialità, condannandosi all’autodistruzione”. Mentre esiste un “primato diaconale” e cioè di servizio al quale chi lavora in Curia deve ispirarsi. E lo deve fare non solo nel servizio ad intra ma anche in quello ad extra, nel suo rapporto con le Nazioni, con le Chiese particolari, con le Chiese Orientali, nel dialogo ecumenico, con l’Ebraismo, l’Islam e le altre religioni.

JORGE BERGOGLIO CON LA MAGLIA DEL SAN LORENZO DE ALMAGRO

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