“LA RINUNCIA AL PONTIFICATO DI RATZINGER? HA INIZIATO A PARLARMENE NELLA PRIMAVERA DEL 2012” - PARLA IL CARDINALE TARCISIO BERTONE, EX SEGRETARIO DI STATO DI BENEDETTO XVI: “RITENEVO CHE FOSSE UN PENSIERO PASSEGGERO. AFFRONTAMMO L'ARGOMENTO DURANTE L'ESTATE E CONSTATAI QUANTO FOSSE RADICATO IN LUI QUESTO PROPOSITO - VISSE GLI SCANDALI IN VATICANO CON DOLORE. FU MISERICORDIOSO CON PAOLO GABRIELE, SUO AIUTANTE DI CAMERA: MI RACCOMANDO' DI CERCARGLI UN ALLOGGIO E UN'OCCUPAZIONE FUORI DAL VATICANO”
Domenico Agasso per “la Stampa”
Cardinale Tarcisio Bertone, Lei fu nominato segretario di Stato vaticano da Papa Benedetto XVI: chi era per lei Joseph Ratzinger?
JOSEPH RATZINGER E TARCISIO BERTONE
«Era un amico sincero. Per la sua naturale discrezione e finezza non ci siamo mai dati del tu, ma la confidenza e la lealtà degli amici di fatto ci univa. E ciò, senza tralasciare la realtà che è stato un grande maestro di teologia e di vita, mio Superiore e Sommo Pontefice, per cui aveva il mio massimo rispetto, oltre che l'affetto».
È vero che è stato un teologo «riformatore»?
«Partecipò al Concilio Vaticano II come assistente del Cardinale Frings. Pur non essendo né un membro, né un perito ufficiale, era però uno dei più attivi consiglieri dei Padri conciliari e veniva interpellato anche al di fuori della cerchia dei tedeschi. Così lo ha ricordato Yves Congar: "Fortunatamente c'era Ratzinger. È ragionevole, modesto, disinteressato, di buon aiuto". Cosa si intende per "riformatore"? Ratzinger considerava la Chiesa "una compagnia sempre riformanda", come ebbe a dire in una lectio magistralis al Meeting di Rimini del 1990».
TARCISIO BERTONE E JOSEPH RATZINGER
Poi lo chiameranno «panzerkardinal», rappresentandolo come un inossidabile conservatore, chiuso verso l'omosessualità, troppo teologo che si è allontanato dalla gente, cinico difensore della dottrina e basta. Che cosa c'era di vero?
«L'unica espressione valida è "difensore della fede", tutto il resto è tristemente falso. L'apertura mentale e umana di Ratzinger lo allontanava da ogni discriminazione e lo rendeva capace di accompagnare ogni persona alla pienezza della propria umanità, secondo il progetto creaturale di Dio.
Quando era Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, diceva che il suo compito era quello di proteggere la fede dei piccoli, degli umili che non hanno gli strumenti culturali adatti per contrastare le insidie del mondo sempre più scristianizzato, secolarizzato e materialista».
TARCISIO BERTONE E JOSEPH RATZINGER
Come le comunicò di averla scelta come Segretario di Stato?
«Nel suo primo anno di pontificato io ero Arcivescovo di Genova e lui ogni tanto mi invitava a fargli visita in Vaticano per uno scambio di opinioni sulla situazione mondiale e della Chiesa. Erano occasioni preziose per me, e serbavo in cuore con discrezione l'oggetto delle nostre conversazioni.
Mi disse con semplicità che aveva pensato a me come Segretario di Stato. Aveva già ventilato questa idea, ma quando me lo disse con certezza, al termine del 2005, provai un grande timore. Sarei stato comunque accanto a un grande uomo di Dio, e Dio mi avrebbe aiutato a disporre tutte le mie energie in questo compito.
Per la prima volta la nomina ebbe un iter diverso dal protocollo vaticano: fu pubblicata nel mese di giugno 2006 ma entrò in vigore qualche tempo dopo, il 15 settembre. Il motivo risiedeva nel fatto che il precedente Segretario di Stato, Cardinale Angelo Sodano, desiderava concludere il suo mandato accompagnando Papa Benedetto XVI nel suo viaggio in Germania, contrassegnato dal famoso discorso all'Università di Ratisbona».
JOSEPH RATZINGER E TARCISIO BERTONE
A Ratisbona, avendo citato un antico brano su Maometto, senza farlo proprio, solleva vibratissime proteste del mondo islamico. Come visse in privato quelle giornate Benedetto?
«Restò molto stupito e addolorato delle reazioni violente che ne sono scaturite, poiché le sue reali intenzioni erano molto lontane dal voler criticare o offendere la religione islamica. Recuperò ben presto la fiducia recandosi in Turchia - quando molti nella Chiesa lo sconsigliavano - e instaurando un proficuo dialogo con i musulmani.
Si ricordi la lettera al Papa firmata da 138 esponenti musulmani, che esprimevano apprezzamento, a cui mi fece rispondere in maniera altrettanto positiva e dialogante. Ricordo anche che al termine del suo viaggio in Libano diversi leader musulmani andarono a salutarlo e a riverirlo».
È vero che Papa Ratzinger aveva ipotizzato di chiamare il cardinale Bergoglio per un incarico in Curia? Perché non avvenne?
«È vero che nel prospettare l'avvicendamento di alcuni cardinali prossimi alla pensione si era pensato anche di chiamare il cardinale Bergoglio in Vaticano. Ciò era motivo di studio frequente nella Curia. Il cardinale Bergoglio era un ottimo candidato per guidare un importante dicastero, ma ciò non avvenne subito e il tempo ci ha dato una bella lezione: il suo compito sarebbe stato sì in Vaticano, ma come Sommo Pontefice».
Qual è stato il ruolo di Benedetto XVI nella lotta della Chiesa contro la pedofilia?
TARCISIO BERTONE E JOSEPH RATZINGER
«Fin da quando era Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, e soprattutto da Pontefice, Ratzinger ebbe il coraggio di scoperchiare un triste fenomeno purtroppo racchiuso da molto tempo nella Chiesa. Pur nel bisogno di pentimento e di preghiera, possiamo essere fieri del coraggio che ha avuto e auspicare che il suo esempio sia seguito in altri settori della società.
Quello che si sa di meno è che Papa Benedetto XVI ha voluto creare una Commissione di esperti per approfondire il problema della pedofilia e studiare il possibile recupero delle persone, anche sacerdoti, affette da questa deviazione».
VLADIMIR PUTIN JOSEPH RATZINGER
Come visse Benedetto XVI gli scandali culminati in Vatileaks?
«Il profondo dolore di vedere la Chiesa in subbuglio per contrapposizioni scandalistiche, amplificate dai mass media, lo ha certamente addolorato. Ha messo in atto anche qui una Commissione per dirimere a giungere alla verità.
Per quanto riguarda il primo fautore e nello stesso tempo vittima di questo intrigo, Paolo Gabriele, suo aiutante di camera, Papa Benedetto XVI ha manifestato la misericordia del suo cuore: il processo e la pena verso di lui erano necessari, ma pensando che poteva essere stata una debolezza, seppur colpevole, si è preoccupato per la sua famiglia e per il suo lavoro e mi ha raccomandato di cercargli un alloggio e un'occupazione fuori dal Vaticano».
PAPA RATZINGER SASCIUGA IL SUDORE jpeg
La rinuncia al pontificato: come e quando ha saputo della decisione di Ratzinger?
«Nella primavera del 2012 ha iniziato a parlarmene ma io ritenevo che fosse un pensiero passeggero. Con più fermezza abbiamo affrontato l'argomento durante l'estate e ho constatato quanto fosse radicato in lui questo proposito maturato nella preghiera e nella riflessione».
E lei come reagì?
«Il mio animo era turbato e oppresso all'idea della reazione che un tale evento avrebbe suscitato nella Chiesa e non solo. La mia preghiera si è fatta più intensa e le mie notti erano meno tranquille. Provavo a fargli dilazionare l'annuncio il più possibile prendendo come scusa anche la promessa fatta di concludere, in occasione del Natale, il suo libro sull'infanzia di Gesù, così da offrire alla Chiesa l'intera trilogia su Gesù di Nazaret.
Così avvenne e l'annuncio della rinuncia fu prorogato fino all'11 febbraio 2013, festa della Madonna di Lourdes. Il libro aperto fu da me posto nell'artistico presepe allestito all'ingresso del mio appartamento come segno di gratitudine per il dono fatto alla Chiesa».