BIG PHARMA RINCARA LA DOSE – I COLOSSI AMERICANI PFIZER E MODERNA AUMENTANO I PREZZI DEI VACCINI PER I PROSSIMI DUE ANNI: IL RITOCCO DEI PREZZI ARRIVA PROPRIO MENTRE L’EUROPA È ALLE PRESE CON L’IMPENNATA DI CONTAGI PER LA VARIANTE DELTA (E LA PROBABILE NECESSITÀ DI UNA TERZA DOSE PER I VACCINATI) – PER L’UE SARÀ UNA STANGATA DA 8 MILIARDI. PER MODERNA IL PREZZO DI UNA DOSE SALE DA 19 A 25,50 DOLLARI. PER PFIZER…
Francesco Semprini per "la Stampa"
È in arrivo una mezza stangata per i Paesi dell'Unione Europea alla luce del rincaro dei prezzi dei vaccini deciso dai colossi americani Pfizer e Moderna, con cui Bruxelles ha stipulato accordi di fornitura per i prossimi due anni.
La notizia del ritocco verso l'alto arriva dal Financial Times proprio mentre il vecchio continente, così come gli Stati Uniti e gran parte del resto del pianeta, è alle prese con un una' impennata di contagi causata dalla temuta variante Delta che sembra essere trasmissibile anche attraverso soggetti vaccinati.
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Una nuova ondata di casi che fa profilare, almeno negli Usa, la necessità di una terza dose, mentre in Europa, a partire dall'Italia, lo sforzo delle autorità è rafforzare la quota di persone che hanno ricevuto la doppia inoculazione. Così per Moderna il prezzo di una dose sale a 25,50 dollari, come emerge dai contratti, rispetto ai circa 19 euro (pari a 22,60 dollari) precedenti, mentre per Pfizer il prezzo è aumentato a 19,50 euro, in salita rispetto ai 15,50 di prima.
Dall'emergenza al mercato
I ritocchi al listino prezzi sono quelli inseriti nei contratti di acquisto visionati dal quotidiano britannico. «I termini degli accordi, raggiunti quest' anno per un totale di fino a 2,1 miliardi di dosi fino al 2023, sono stati rinegoziati dopo che i dati delle prove di fase 3 hanno mostrato che i vaccini a Rna messaggero delle due società hanno tassi di efficacia più elevati rispetto alle dosi più economiche sviluppate da Oxford/AstraZeneca e Johnson&Johnson», scrive FT.
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Secondo un funzionario vicino ai negoziati, il nuovo prezzo di 25,50 dollari a dose di Moderna, pur essendo più alto dei 22,60 del precedente accordo, è più basso rispetto ai 28,50 dollari su cui le parti si erano accordate inizialmente, un calo dovuto al fatto che l'ordine è cresciuto.
Occorre tuttavia dire che le società farmaceutiche avevano annunciato un rincaro dei prezzi rispetto a quelli calmierati della commercializzazione della prima fase, quella della emergenza più acuta dell'inverno passato. In sostanza da una parte si erano fatti garanti di un agevole primo accesso al vaccino per poi però adeguarsi a dinamiche più squisitamente di mercato.
Con l'approvvigionamento di Pfizer superiore (circa 1,8 miliardi di dosi), il prezzo che l'Ue pagherebbe è di circa 41,5 miliardi di euro a fronte degli oltre 33,6 miliardi che avrebbe speso a prezzi bloccati. Si tratta di un aumento di circa otto miliardi di euro destinato a sollevare le critiche, a partire da no-vax e virus scettici, a Big-Pharma, «colpevole» di speculare sulla pandemia. È anche vero però che i contratti sono stati siglati dall'Ue in un momento complesso della campagna vaccinale, dovuta ai problemi di forniture da parte di AstraZeneca e Johnson&Johnson e il sospetto legame fra le dosi di questi vaccini e dei rari casi di decesso (o ricovero) dovuti a coaguli di sangue. -
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