BIRMANIA PESANTE – LA GIUNTA MILITARE DEL MYANMAR ORMAI SENZA VERGOGNA: OGGI HA SPARATO PERFINO AL FUNERALE DI UNA DELLE VITTIME DELLA REPRESSIONE – IERI SONO STATE UCCISE PIÙ DI 100 PERSONE IN TUTTO IL PAESE, TRA CUI ANCHE DUE BAMBINI – I CAPI DELLE FORZE ARMATE DI 11 PAESI CONDANNANO LA VIOLENZA, MA LA COMUNITÀ INTERNAZIONALE CONTINUA A GUARDARE INERME – VIDEO E FOTO
1 – BIRMANIA: POLIZIA SPARA AL FUNERALE DI UNA DELLE VITTIME
Da www.ansa.it
funerale in myanmar per le vittime della giunta militare 3
Nuove manifestazioni di protesta in diverse città della Birmania all'indomani della giornata di repressione più sanguinosa dal colpo di stato del 1 febbraio, con almeno 90 morti, tra cui diversi bambini. Unanime la condanna della comunità internazionale che ha chiesto alla giunta militare di fermare il bagno di sangue. Sventolando le bandiere birmane, centinaia di persone sono scese per le strade di Bago, a nord-est di Rangoon, e nella piccola città di Moe Kaung nello stato di Kachin.
Oggi in tutto il Paese sono in programma molti funerali delle vittime di ieri. Le forze di sicurezza birmane hanno aperto il fuoco sulla folla in lutto al funerale di una delle vittime.
funerale in myanmar per le vittime della giunta militare
Non ci sono per ora segnalazioni di vittime al funerale nella città di Bago, vicino a Yangon. "Mentre cantavamo la canzone della rivoluzione, le forze di sicurezza sono arrivate e hanno sparato, noi siamo scappati", ha raccontato una donna di nome Aye. Due persone sono state invece uccise oggi durante le proteste in diversi incidenti in altre città.
min aung hlaing il capo della giunta militare in birmania
"Vedo le palme oggi e non posso non unire il mio, il nostro grido di dolore per le vittime innocenti della sanguinosa repressione in Myanmar. Si fermino i generali. Basta sangue", ha scritto su Twitter il segretario del Partito democratico Enrico Letta.
2 – BIRMANIA: CAPI FORZE ARMATE 11 PAESI CONDANNANO LA VIOLENZA
(ANSA) - NEW YORK, 27 MAR - I capi delle forze armate di undici paesi, inclusa l'Italia, condannano la violenza in Birmania. "Condanniamo l'uso letale della forza" in Birmania "contro persone disarmate. Un militare professionista segue standard internazionali di condotta ed è responsabile di proteggere, non di fare del male alla gente che è chiamata a proteggere. Sollecitiamo le forze armate birmane a cessare la violenza e a lavorare per ripristinare il rispetto e la credibilità che ha perso tramite le sue azioni", si legge in un comunicato congiunto dei capi delle forze armate di Australia, Canada, Germania, Grecia, Italia, Giappone, Danimarca, Olanda, Nuova Zelanda, Corea del Sud, Regno Unito e Stati Uniti
3 – MYANMAR, OLTRE 100 VITTIME: UCCISI ANCHE DUE BAMBINI «È IL GIORNO DELLA VERGOGNA»
È stato «il giorno della vergogna», il più sanguinoso dall'inizio delle proteste contro il golpe: altre 114 persone sono state uccise ieri in almeno 14 città della Birmania, portando il bilancio della repressione armata a oltre 400 vittime.
Un massacro arrivato poche ore dopo le minacce della tv statale contro chiunque manifestasse, mentre nella capitale Naypyidaw un esercito sempre più isolato a livello internazionale inscenava un'imponente parata annuale che, in un Paese ormai in fiamme, è il simbolo dell'universo alternativo in cui si muovono i generali.
LE VITTIME
Come in altre giornate di sangue, la maggior parte delle vittime di ieri si contano a Mandalay (29 morti) e l'ex capitale Yangon (24), dove migliaia di manifestanti sono scesi nelle strade in diverse aree cittadine. I proiettili dell'esercito hanno ucciso persino un bambino di 5 anni a Mandalay e una 13enne nella non lontana città di Meikhtila, mentre un bambino di un anno è stato ferito a un occhio da un proiettile di gomma.
Il fatto che si contino morti in almeno 14 città, a cui si sommano precedenti vittime in ulteriori località, dà l'idea di quanto sia diffusa l'opposizione popolare al colpo di stato, anche dopo un messaggio diffuso ieri dalla tv statale che minacciava i manifestanti di essere colpiti da proiettili «alla testa o alla schiena», intimando loro di «imparare la lezione da chi è morto brutalmente» e «non morire per niente».
La repressione armata di ieri è avvenuta nella festa nazionale della Giornata delle forze armate, ribattezzata dai manifestanti Giornata contro la dittatura militar. In una ricorrenza che ricorda l'inizio della resistenza agli invasori giapponesi nel 1945 (capeggiata dal padre di Aung San Suu Kyi), l'esercito che celebra quella data è ora visto dalla popolazione come l'illegittimo occupante.
Ciò non ha impedito al generale golpista Min Aung Hlaing di tenere un discorso di 30 minuti alle truppe, rinnovando l'impegno a tornare al voto dopo un anno ma anche definendo inaccettabili «atti di terrorismo che possono essere nocivi alla tranquillità e sicurezza dello Stato». Alla parata militare a Naypyidaw c'erano pochissime delegazioni straniere.
«Siamo sconvolti dal bagno di sangue» in Birmania - ha twittato il segretario di Stato americano, Antony Blinken - che mostra come la giunta militare «sacrifica le vite della gente per mettersi al servizio di pochi. Il coraggioso popolo della Birmania rifiuta il regno del terrore militare». Su Twitter, l'ambasciatore americano ha condannato «l'orribile» massacro, rimarcando come le forze di sicurezza stiano uccidendo «le stesse persone che hanno giurato di proteggere».
L'ambasciata dell'Unione europea ha parlato di «giorno di terrore e disonore», definendo «atti indifendibili» le uccisioni di civili inermi. E un leader dell'opposizione anti-giunta formata da legislatori deposti, il dottor Sasa, ha deplorato quello di ieri come «un giorno di vergogna per le forze armate».
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