QUESTO ACCORDO NON S’HA DA FARE – BLITZ DI UN GRUPPO DI STUDENTI ALL’UNIVERSITÀ DI TORINO: I GIOVANI HANNO FATTO IRRUZIONE AL SENATO ACCADEMICO CON CORI, BANDIERE E STRISCIONI PRO PALESTINA PER CHIEDERE LO STOP DEGLI ACCORDI DELL’ATENEO CON ISRAELE. E ALLA FINE I PROF, CON LE SPALLE AL MURO, HANNO DOVUTO CEDERE – IN ITALIA 1700 ACCADEMICI HANNO MANDATO UNA LETTERA AL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI PER SOSPENDERE L'ACCORDO DI COOPERAZIONE INDUSTRIALE, SCIENTIFICA E TECNOLOGICA TRA LE UNIVERSITÀ E I CENTRI DI RICERCA ITALIANI E ISRAELIANI…
Estratto dell’articolo di Caterina Stamin per "la Stampa"
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«Basta accordi dell'Università con Israele». Cori, striscioni, bandiere. Sono arrabbiati gli universitari di Torino.
E ieri hanno chiesto all'Ateneo di non voltarsi dall'altra parte.
Di sottoscrivere quella lettera - mandata al ministero degli Affari esteri e già firmata da oltre 1700 accademici di tutto il Paese - per sospendere l'accordo di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica tra le università e i centri di ricerca italiani e israeliani.
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Un appello a cui l'ateneo torinese ha risposto votando una mozione di poche righe: «Il Senato accademico ritiene non opportuna la partecipazione al bando Maeci, visto il protrarsi della situazione di guerra a Gaza». È il primo ateneo italiano a sospendere nuove collaborazioni con le realtà accademiche israeliane.
La giornata è iniziata all'insegna delle proteste. Al grido "Palestina libera", gli universitari di Cambiare Rotta e Progetto Palestina hanno interrotto la seduta del Senato con bandiere e striscioni.
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«A fine febbraio - ha ricostruito Imen, una militante di Progetto Palestina - il ministero degli Affari esteri ha annunciato il bando per la raccolta di progetti congiunti di ricerca tra Italia e Israele, da presentare entro il 10 aprile. Non è difficile immaginare per quali fini verranno utilizzati» […] «Il finanziamento - viene spiegato nella missiva - potrebbe essere utilizzato per sviluppare tecnologia dual use, ovvero a impiego sia civile sia militare».
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[…]I docenti hanno ascoltato in silenzio. «Riceviamo il documento - è stata la risposta del rettore, Stefano Geuna - e ne discuteremo al momento opportuno».
Ma i giovani non potevano aspettare. E hanno chiesto al vertice dell'ateneo di «essere partecipe della decisione». […]
Hanno parlato di "vittoria" gli studenti: «Proveremo a ottenere lo stesso risultato negli altri Atenei del Paese, vogliamo rompere ogni complicità tra Italia e Israele».
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