bonafede bonura

BONURA IN TEMPURA! TORNA IN CARCERE IL BOSS MAFIOSO. IL FEDELISSIMO DI PROVENZANO E’ STATO IL PRIMO A FINIRE AI DOMICILIARI PER L'EMERGENZA CORONAVIRUS – L’AFFAIRE BASENTINI E LA POLEMICA CON DI MATTEO DALLA QUALE È SCATURITO IL DECRETO DI BONAFEDE, CHE DETTA NUOVE REGOLE: “GLI ESAMI DI RIVALUTAZIONE ESEGUITI DURANTE LA DEGENZA DI BONURA NON HANNO EVIDENZIATO ALCUNA RECIDIVA O RIPRESA DI MALATTIA ONCOLOGICA”. E QUINDI…

Da ilmessaggero.it

 

francesco bonura

Torna in carcere Francesco Bonura, fedelissimo di Bernardo Provenzano, la cui scarcerazione aveva aperto un caso e scatenato le polemiche. Il suo nome era in cima a una lista di detenuti per mafia che erano stati mandati ai domiciliari o stavano per esserlo per gravi problemi di salute aggravati dal rischio del Coronavirus. Uno scenario che ha messo nel mirino dell'opposizione e non solo il ministro Alfonso Bonafede.

 

 

Con Bonura era stato scarcerato anche il camorrista Pasquale Zagaria. E lo stesso destino si aspettavano boss come Raffaele Cutolo e Nitto Santapaola. Non torneranno in libertà. E chi era già fuori riandrà in cella. Per Zagaria il giudice di sorveglianza deciderà il 22. Per Bonura invece il provvedimento è di oggi ed ha effetti immediati.

 

Le scarcerazioni dei condannati per mafia sono al centro di una polemica dalla quale è scaturito il decreto del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, che detta nuove regole sulle scarcerazioni per motivi di salute. «Un segnale ai boss».

 

 

 

di matteo bonafede

Una norma del provvedimento attribuisce al Dap il potere di segnalare ai magistrati di sorveglianza le soluzioni sanitarie più idonee per consentire il rientro dei detenuti scarcerati. In mezzo a questi interventi, due fatti: il cambio al vertice del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria con Dino Petralia (e il suo vice Roberto Tartaglia) al posto di Francesco Basentini e lo scontro aperto dalle dichiarazioni del magistrato Nino Di Matteo il quale ha sostenuto che il ministro Bonafede gli aveva annunciato già due anni fa la nomina di capo del Dap ma poi aveva cambiato idea per pressioni esterne. Proprio in quei giorni, ha ricordato Di Matteo, cominciavano a circolare intercettazioni nelle carceri nelle quali alcuni detenuti pericolosi esprimevano giudizi pesanti proprio su Di Matteo e apparivano preoccupati che fosse lui a occuparsi della gestione dei penitenziari.

 

nino di matteo alfonso bonafede

«Nessuna interferenza, nessuna pressione», ha replicato secco il Guardasigilli. Tra le polemiche culminate con la presentazione della sfiducia a Bonafede è arrivato il 10 maggio il decreto del ministro che sulle scarcerazioni di detenuti sottoposti al regime di massima o di alta sicurezza ha aperto un «nuovo corso», anche al Dap. Ora il giudice di sorveglianza dovrà acquisire il parere del procuratore antimafia e valutare la «permanenza dei motivi legati all'emergenza sanitaria entro il termine di quindici giorni dall'adozione del provvedimento e, successivamente, con cadenza mensile».

 

Sarà in sostanza compiuto un monitoraggio e una rivisitazione che prima non c'era. Le nuove disposizioni riportano in carcere o nelle strutture sanitarie attrezzate molti dei detenuti che erano stati scarcerati e messi ai domiciliari. E fanno restare in cella quelli che pensavano di utilizzare la minaccia del virus per lasciare gli istituti di pena.

alfonso bonafede francesco basentini 1

 

È questo il caso di Francesco Bonura, che sta scontando una condanna a 20 anni ormai vicina alla conclusione ed è affetto da patologie oncologiche. Ma il riesame ha cambiato il quadro clinico. «Gli esami di rivalutazione - scrive il giudice di sorveglianza Gloria Gambitta - eseguiti durante la degenza non hanno evidenziato alcuna recidiva o ripresa di malattia oncologica». E quindi «è cambiata l'incidenza del virus sul quadro clinico» di Bonura. Per questo il boss torna in carcere. Il suo nome figurava già in testa alla lista delle revisioni preparata dal vice capo del Dap, Roberto Tartaglia.

francesco bonura 1francesco bonura

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...