BREXIT ROVENTE - BORIS JOHNSON INVIA DUE NAVI DA GUERRA DAVANTI ALL'ISOLA DI JERSEY PER CONTRASTARE I PESCHERECCI FRANCESI CHE BLOCCANO L'ACCESSO PER PROTESTA - MACRON RISPONDE INVIANDO UNA NAVE MILITARE - ALL'ORIGINE DELLA DISPUTA L'ACCORDO SULLA PESCA NEL QUADRO DELLA BREXIT - MA NON E' L'UNICO CONFLITTO AD INFIAMMARE LA SEPARAZIONE DALL'INGHILTERRA...
Luigi Ippolito per Corriere.it
Boris Johnson ha mandato due navi da guerra davanti all’isola di Jersey, il territorio britannico di fronte alle coste della Francia, per difenderla da un blocco marittimo minacciato dai pescatori bretoni e normanni.
Le due cannoniere hanno iniziato in queste ore a pattugliare le acque attorno alla Isole del Canale, pronte a fronteggiare i pescherecci francesi: a dare loro manforte il presidente Macron ha spedito una nave militare della flotta di Parigi. È un confronto che rischia di degenerare.
La disputa ha origine dall’accordo sulla pesca nel quadro della Brexit: i pescatori europei hanno ottenuto l’accesso alle acque britanniche fino al 2026, ma le barche devono dimostrare di aver operato in passato in quelle zone.
Le autorità di Jersey su questa base hanno negato l’accesso a decine di pescherecci francesi, scatenando una reazione furibonda: una flottiglia di almeno 60 barche era pronta a salpare per Jersey e a bloccarne il porto, al grido di «metteremo Jersey in ginocchio».
Addirittura, l’altro ieri lo stesso governo francese aveva minacciato di tagliare l’elettricità all’isola, che dipende dal continente per le sue forniture. «Perfino i nazisti avevano lasciato la luce accesa», hanno commentato a Londra, riferendosi all’occupazione tedesca durante la guerra.
A questo punto Johnson non ha perso l’occasione per incassare un dividendo politico, anche in vista dell’importante tornata di elezioni amministrative che si svolge proprio oggi in Gran Bretagna.
È una mini-crisi delle Falklands, se vogliamo: anche in quella occasione Margaret Thatcher usò una spedizione bellica per risollevare le sorti del suo governo. Si spera ovviamente che non si arrivi a un confronto armato.
Ma la drammaticità della tensione è un ulteriore segnale di come in questi mesi successivi alla Brexit i rapporti fra la Gran Bretagna e l’Europa si siano rapidamente deteriorati: dalla disputa sui vaccini allo scontro doganale sull’Irlanda del Nord, dalla regolamentazione dei servizi finanziari fino alle ripicche sugli ambasciatori, la relazione fra Londra e il Continente si è avvitata in una spirale di crescente ostilità. Adesso entrano in scena pure le navi da guerra: e non è un buon auspicio.