COSA C'È DIETRO ALLA "PRESA DI COSCIENZA" DI META SUI MINORENNI? - SONO ANNI CHE GOVERNI ED ENTI PRIVATI CHIEDONO ALL'AZIENDA DI ZUCKERBERG DI INTRODURRE DELLE MISURE PER TUTELARE I MINORI SULLE PIATTAFORME: L'AZIENDA NON HA MAI FATTO NULLA, SBANDIERANDO IL DIRITTO ALLA "LIBERTÀ DI ESPRESSIONE" - MA ORA CHE CRESCONO LE CAUSE NEI SUOI CONFRONTI PER I DANNI PROVOCATI AI GIOVANI, MENLO PARK CORRE AI RIPARI, COME RIVELATO DALLA "TALPA" FRANCES HAUGEN: "LA COMPAGNIA SA COME RENDERE I SOCIAL PIÙ SICURI, MA NON VUOLE FARLO PERCHÉ HA MESSO I SUOI PROFITTI DAVANTI ALLA GENTE…."
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FRANCES HAUGEN, LA \
Estratto dell'articolo di Arcangelo Rociola per "La Stampa"
[…] Le nuove regole di Instagram per gli under 18 sono la svolta invocata per anni quando dal quartier generale di Meta, in Silicon Valley, ci veniva detto che andava tutto benissimo e che loro comunque stavano facendo il massimo per proteggere gli utenti più giovani. Falso. Lo dimostra la svolta annunciata ieri e che arriverà sugli smartphone dei nostri figli entro la fine dell'anno.
Questi i punti fondamentali. Primo: tutti i profili under 18 avranno come impostazione predefinita "privato"; […] (ergo, i minorenni non potranno essere contattati da sconosciuti). Secondo: i minorenni avranno automaticamente il filtro più restrittivo per vedere contenuti postati da altri; inoltre parole e frasi offensive saranno filtrate dai commenti e dai messaggi che ricevono per prevenire il bullismo.
Terzo: ogni giorno dopo sessanta di utilizzo dell'app, si riceve l'invito a uscire; mentre dalle 22 alle 7 le notifiche saranno disattivate e ai messaggi privati verrà data una risposta automatica che avverte che il messaggio sarà recapitato più tardi.
Quarto: gli under 16 non potranno modificare nessuna di queste impostazioni senza il consenso espresso dei genitori […]. La questione della verifica dell'età è ovviamente la più delicata: si può mentire ma Meta finalmente dice che metterà in campo diversi strumenti, compresa l'intelligenza artificiale, per verificare la vera età di ogni utente.
[…] Se adesso c'è una svolta non è perché è arrivata una nuova tecnologia che rende possibile fare quello che prima non lo era; e nemmeno perché i dirigenti di Facebook e Instagram sono improvvisamente diventati consapevoli dei rischi che corrono gli adolescenti in una rete senza protezioni; se avviene adesso è per difendere i profitti futuri. Su questo fronte infatti Meta rischia grosso.
Negli Stati Uniti sono decine ormai le cause intentate a Meta e agli altri social media. Quella che ha fatto più scalpore è della città di New York e si concentra sui danni che le piattaforme stanno creando alla salute mentale degli adolescenti (depressione e ansia). Ma quella più insidiosa arriva dal Nuovo Messico dove il procuratore generale Raul Torrez (agguerritissimo, un passato nel team del presidente Barack Obama), ha citato in giudizio Meta per aver «clamorosamente mancato di proteggere i minori da abusi sessuali e traffico di umani».
[…] A questo si aggiungono i documenti interni di Meta, pubblicati periodicamente da ex dirigenti pentiti, che rivelano come al quartier generale di Menlo Park, nonostante le rassicurazioni che ripetevano fino all'altro ieri, erano perfettamente consapevoli di quello che capitava online agli adolescenti ma hanno deliberatamente scelto di non fare nulla.
L'ultima testimonianza, ad una commissione del Senato americano, è della fine dello scorso anno: l'ingegner Arturo Bejar […] ha provato per due anni a convincere il fondatore e amministratore delegato Mark Zuckerberg della necessità di «una svolta culturale» per proteggere i minori su Instagram […] La risposta privata, alle sollecitazioni di Bejar, sarebbe stata: «Mark (Zuckerberg) pensa che la libertà di espressione degli utenti venga prima di tutto».
La risposta pubblica invece il solito stiamo già facendo il massimo, stavolta assieme ad un durissimo scontro in tribunale con la FTC (la Commissione federale sul commercio), che aveva annunciato di voler riaprire il procedimento contro Meta per l'uso dei dati degli utenti nonostante un accordo del 2020 costato 5 miliardi di dollari.
Insomma è in questo contesto incandescente che arrivano le nuove regole per gli under 18 su Instagram. Puntano a rassicurare i genitori e i pedagogisti, sempre più allarmati; e a dire al mondo politico: abbiamo fatto tutto quello che ci avete chiesto, ora basta per favore. Di nuovo, difendere il fatturato. Ma stavolta facendo la cosa giusta.
Non sarà facile la svolta, occorrerà vedere se i filtri funzionano e se la verifica dell'età sarà efficace. Ma almeno la direzione di marcia ha senso. Meta non dice più va tutto bene e neanche non è un nostro problema. […]