bisanzio

SOGNANDO BISANZIO - CON LA CADUTA DEI SULTANI IL MITO DELL'ANTICA COSTANTINOPOLI ISPIRÒ LA POESIA E LA LETTERATURA - DA DOS PASSOS A LE CORBUSIER, IL VIAGGIO DI ARTISTI, POLITICI E INTELLETTUALI EUROPEI ALLA RICERCA DELLA BELLEZZA NASCOSTA DEL BOSFORO - SAPETE DA DOVE ARRIVA IL NOME ISTANBUL? ECCO LA RISPOSTA...

Silvia Ronchey per “la Repubblica”

 

paul morandpaul morand

Nel 1913 un giovane viaggiatore francese arrivò a Costantinopoli a bordo dell'Orient Express. Aveva venticinque anni e da pochi mesi era entrato nel corpo diplomatico, dopo essersi classificato primo al concorso del Quai d'Orsay. Si chiamava Paul Morand e sarebbe diventato, oltre che un grande viaggiatore, un eccellente scrittore dal lucido sguardo politico.

 

Già in quel suo primo viaggio, che narrerà nel libro Adieu à l'Orient Express, la situazione dello scacchiere mediterraneo gli era ben chiara. E con nettezza vedeva risorgere, negli anni della caduta dell'impero ottomano, l'esprit bizantino. Un altro ventenne, uno svizzero francese, era approdato nella Polis tre anni prima, nel 1910.

 

le corbusierle corbusier

Anche lui era destinato a un luminoso futuro e dotato di un occhio particolare per il presente, e per quel passato che la storia presente ciclicamente, quando gli eventi lo reclamano, rirappresenta. Anche lui, Charles-Edouard Jeanneret- Gris, che assumerà lo pseudonimo di Le Corbusier, più che dal decadere del mondo ottomano era stato colpito dal risorgere di quello bizantino e della sua estetica, che, nelle pagine stambuliote del suo Voyage d' Orient, emerge con l'immediatezza della visione e con la forza del sogno.

 

Negli anni 10 del Novecento un terzo ventenne, un poeta russo, Iosip Mandel' tam, aveva sognato Bisanzio. Dall' estremo lembo dei secoli e dell'impero degli ultimi cesari, gli csar, la sua sfida poetica si misurava con la prosodia bizantina di Paolo Silenziario e ne emergeva vittoriosa. Mandel' tam non vide mai Santa Sofia, descritta in absentia ma in essenza in questi versi visionari pubblicati nel 1913.

 

pavel florenskijpavel florenskij

La vide invece uno scrittore francese, allora deputato conservatore nella repubblica patriottica di Poincaré, che visitò Costantinopoli l'anno dopo per un'indagine sulla condizione delle scuole finanziate dal suo governo nell'impero ottomano. Maurice Barrès esplicitò nel suo diario di viaggio, pubblicato nove anni dopo, la nostalgia per Bisanzio suscitata dalla visione di Santa Sofia.

 

Nello stesso anno in cui Barrès vide in Santa Sofia una "casa di morte" dell' ellenismo, abitata tuttavia dalla speranza del suo risorgere, e una "casa-madre del divino orientale-occidentale", contemplandovi il sincretismo di una tradizione mistica in cui paganesimo e cristianesimo confluivano e si fondevano e ancora intatti attendevano di essere liberati dalla memoria di sangue e dalla "mano di calce" dell' usurpazione ottomana, e solo un anno dopo il semionirico, sapientemente ermetico ma non meno preciso incunearsi degli stessi temi nella visione poetica di Mandel' tam, un altro giovane russo, Pavel Florenskij, consegnò quella che possiamo considerarne la visione o re-visione teologica al suo capolavoro, La colonna e il fondamento della verità.

iosip mandeltamiosip mandeltam

 

Potremmo fornire altri esempi dell'impennarsi, nel ritrarsi e prosciugarsi del dominio ottomano, e peraltro proprio alla vigilia della rivoluzione russa, di una nuova ondata di spiritualità bizantina, sospinta, a volte inquinata, da un afflato nazionalistico e patriottico panortodosso.

 

Ma non è questo che vogliamo evidenziare, bensì il fenomeno più alto e vasto e genericamente culturale, legato cioè non alle locali emergenze ideologiche dell' uno o dell'altro angolo dello scacchiere politico erede dell' impero multietnico di Bisanzio - storicamente suddiviso fin dal XV secolo nei due tronconi russo e ottomano - bensì allo Zeitgeist còlto dal giovane Morand: negli anni di cui ci occupiamo, e che coincidono con gli estremi cronologici entro cui convenzionalmente collochiamo la caduta dell' impero ottomano, tra il 1912 e il 1922, lo spirito "rivoluzionario" di Bisanzio stava slittando in primo piano, decalcandosi sull'immagine percepita di Costantinopoli, scolorendone i tratti ottomani, imponendone una nuova percezione estetica, poetica, spirituale e religiosa, avvertita dai giovani intellettuali del tempo anzitutto a livello fantastico, visionario, quasi ipnotico: una fantasmatica phantasia della capitale sultaniale, una Seconda Roma che affrancata da quasi cinque secoli di tradizione islamica si manifestava di nuovo bizantina nella percezione della sua facies monumentale e urbanistica così come del suo antevita religioso; dove il riaffermarsi della religione cristiana ortodossa su quella musulmana veniva presentito e vagheggiato nel richiamo alla tradizione giustinianea e visualizzato anzitutto nella sua Grande Chiesa, che pure era più che attiva come moschea.

john dos passosjohn dos passos

 

Nella percezione dei molti letterati attratti in questa fase storica dalla capitale turca il processo di emersione della Costantinopoli bizantina (e cristiana) si era avviato già prima, all' inizio del secolo. La protofemminista Marie Léra, visitando due volte Costantinopoli, nel 1901 e nel 1903, e raccontandola nei suoi Souvenirs de Rhamazan, rimase rapita dalla visita alla Karyie Camii, l'antica chiesa del monastero di San Salvatore in Chora, e particolarmente colpita proprio dalla pervicace resistenza alla tradizione islamica di quella cristiano-bizantina.

 

bisanzio 3bisanzio 3

«Agli albori della potenza islamica», osserva peraltro Marie Léra, «non sembra che il Profeta e i primi conquistatori siano stati mossi da un fanatismo tanto feroce quanto quello di alcuni dei loro successori»: la prossimità di Bisanzio è garanzia di tolleranza, coesistenza, pluralità; l'impero ottomano è storicamente tanto più decaduto quanto più se ne è distaccato.

 

maurice barres maurice barres

La rivalutazione dell'eredità bizantina della capitale ottomana era cominciata in realtà nella seconda metà dell'Ottocento, dopo che la guerra di Crimea aveva privato i turchi del dominio sul Mar Nero togliendo loro, con la conquista di Sebastopoli nel 1855, il controllo delle sue sponde settentrionali, ma soprattutto dopo il processo di deottomanizzazione avviato dalla guerra russo-turca e dalle rivolte balcaniche, che tra il 1876 e il 1878 avevano portato al distacco dall'impero dei suoi residui possedimenti e protettorati occidentali (Bosnia e Erzegovina, Bulgaria, Serbia, Romania e Montenegro), e terminato con l'occupazione inglese dell' Egitto nel 1882. Non a caso si situa allora, tra il 1875 e il 1885, l' atto di nascita della bizantinistica, segnato dai viaggi dei due fondatori della scuola francese e tedesca: Gustave Schlumberger e Karl Krumbacher.

bisanzio bisanzio

 

È alla vigilia della fine, all' indomani del trattato di Sèvres e dell' insediamento del governo provvisorio della Grande Assemblea Nazionale Turca, che a bordo dell' Orient Express raggiunge Costantinopoli un eccentrico venticinquenne americano, John Dos Passos, trovandola occupata dagli alleati e brulicante di spie. Nel racconto del suo soggiorno, che intitola Pera Palace come l' albergo in cui alloggia e la cui hall, una sera del '21, vede «inondata del sangue di un diplomatico levantino che vi è appena stato assassinato », le strade di Pera sono «piene zeppe di rifugiati russi bianchi, macilenti, senza casa, disperati», la Città è «percorsa da tutti gli Alleati» e «inglesi, francesi e italiani rivaleggiano in idiozia militare» mentre «i turchi hanno rinunciato e quel poco di organizzazione loro rimasta è nelle mani dei greci locali».

bisanziobisanzio

 

Al di là del Corno d' Oro divenuto "color acciaio", la Polis bizantina è cosparsa ovunque di cupole e minareti lucenti «come pedoni d' avorio su una scacchiera». Meno di due anni dopo, il 12 gennaio del '23, nell' infittirsi degli intrighi e nel precipitare degli eventi all'indomani della deposizione di Mehmet VI, sempre a bordo dell' Orient Express arrivò a Costantinopoli, e come Dos Passos scese al Pera Palas, uno scrittore francese incaricato di corrispondenze per il quotidiano Le Journal ma anche di missioni confidenziali da parte di Ahmet Ferid Tek, allora capo della delegazione diplomatica insediata a Parigi dal governo provvisorio di Ankara.

 

bisanzio   bisanzio

Di giorno, sul Corno d'Oro, il futuro accademico di Francia Pierre Benoît intervistava i composti leader ottomani. Di notte, nei caffè fumosi di Galata, abbordava ufficiali e fuorusciti. Percorrendo la città sotto assedio, l' agente segreto dilettante descrisse quel crinale della geografia e della storia sul cui ciglio passeggiava: «Costantinopoli non esiste più. Costantinopoli è morta».

 

L'anno dopo, l' aristocratico, stravagante ventunenne scozzese Steven Runciman, futuro agente di Sua Maestà britannica su quelle rive, futuro bizantinista avventuroso e geniale, potrà osservare: «I turchi pretendono che la chiamiamo Istanbul, un nome che deriva dalla corruzione dell' espressione greca medievale stin polin, "in città", che ricorda la consuetudine inglese di dire going to town quando ci si riferisce a una visita a Londra.

bisanziobisanzio

 

I greci, invece, pretendono che la chiamiamo Costantinopoli, una parola mai usata dai loro antenati bizantini, e che invece era stata adottata dai loro nemici arabi e dallo stesso Profeta, nella forma Konstantiniye, e anche dagli odiati latini. Questa forma, peraltro, compare nella titolatura ufficiale del Patriarca Ecumenico, "Patriarca e Vescovo della Nuova Roma ossia Costantinopoli" e, ogni tanto, anche in autori bizantini particolarmente estrosi, benché gli scrittori preferissero comunque il termine Basileousa, Città Imperiale».

 

 

bisanzio  bisanzio pierre benoitpierre benoit

Ultimi Dagoreport

tulsi gabbard donald trump laura loomer timothy haugh

DAGOREPORT - È ORA D’ALLACCIARSI LE CINTURE. L’INTELLIGENCE OCCIDENTALE E' NEL PANICO TOTALE: SU CONSIGLIO DI UNA MAGA-INFLUENCER, LA PROCACE LAURA LOOMER, GIOVEDI' TRUMP HA CACCIATO SU DUE PIEDI IL GENERALE TIMOTHY HAUGH, DIRETTORE DELLA NATIONAL SECURITY AGENCY - LA NSA È LA PRINCIPALE AGENZIA DI CYBERSPIONAGGIO DEGLI STATI UNITI (CON 32 MILA DIPENDENTI, È QUASI IL 50% PIÙ GRANDE DELLA CIA) - LA CACCIATA DI HAUGH AVVIENE DOPO LA DECAPITAZIONE DEI CAPI DEI SERVIZI SEGRETI DI CIA E DI FBI, CHE TRUMP CONSIDERA IL CUORE DI QUEL DEEP STATE CHE, SECONDO LUI, LO PERSEGUITA FIN DALL’ELEZIONE PRESIDENZIALE PERDUTA CONTRO BIDEN NEL 2020 – UNA EPURAZIONE MAI VISTA NELLA TRANSIZIONE DA UN PRESIDENTE ALL’ALTRO CHE STA ALLARMANDO L’INTELLIGENCE OCCIDENTALE. CON TRUMP CHE SI FA INTORTARE DA INFLUENCER BONAZZE, E FLIRTA CON PUTIN, CONDIVIDERE INFORMAZIONI RISERVATE CON WASHINGTON, DIVENTA UN ENORME RISCHIO - (E C’È CHI, TRA GLI 007 BUTTATI FUORI A CALCI DA ''KING DONALD'', CHE PUÒ VENDICARSI METTENDO A DISPOSIZIONE CIÒ CHE SA…)

vespa meloni berlusconi

DAGOREPORT - VABBE’, HA GIRATO LA BOA DEGLI 80 ANNI, MA QUALCOSA DI GRAVE STA STRAVOLGENDO I NEURONI DI "GIORGIA" VESPA, GIA' BRUNO - IL GIORNALISTA ABRUZZESE, PUPILLO PER DECENNI DEL MODERATISMO DEMOCRISTO DEL CONTERRANEO GIANNI LETTA, CHE ORMAI NE PARLA MALISSIMO CON TUTTI, HA FATTO SOBBALZARE PERFINO QUELLO SCAFATISSIMO NAVIGATORE DEL POTERE ROMANO CHE È GIANMARCO CHIOCCI – IL DIRETTORE DEL TG1, PRIMO REFERENTE DELLA DUCETTA IN RAI, E’ RIMASTO BASITO DAVANTI ALL’”EDITORIALE” DEL VESPONE A "CINQUE MINUTI": "DAZI? PER IL CONSUMATORE ITALIANO NON CAMBIA NULLA; SE LA PIZZA A NEW YORK PASSERÀ DA 21 A 24 EURO NON SARÀ UN PROBLEMA". MA HA TOCCATO IL FONDO QUANDO HA RIVELATO CHI È IL VERO COLPEVOLE DELLA GUERRA COMMERCIALE CHE STA MANDANDO A PICCO L’ECONOMIA MONDIALE: È TUTTA COLPA DELL’EUROPA CON “GLI STUPIDISSIMI DAZI SUL WHISKEY AMERICANO’’ - VIDEO

elon musk donald trump matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - LE “DUE STAFFE” NON REGGONO PIÙ. IL CAMALEONTISMO DI GIORGIA MELONI NON PUÒ PIÙ PERMETTERSI DI SGARRARE CON MACRON, MERZ, URSULA, CHE GIÀ EVITANO DI CONDIVIDERE I LORO PIANI PER NON CORRERE IL RISCHIO CHE GIORGIA SPIFFERI TUTTO A TRUMP. UN BLITZ ALLA CASA BIANCA PRIMA DEL CONSIGLIO EUROPEO, PREVISTO PRIMA DI PASQUA, SAREBBE LA SUA FINE -  UNA RECESSIONE PROVOCATA DALL’AMICO DAZISTA TRAVOLGEREBBE FRATELLI D’ITALIA, MENTRE IL SUO GOVERNO VIVE SOTTO SCACCO DEL TRUMPUTINIANO SALVINI,

IMPEGNATISSIMO NEL SUO OBIETTIVO DI STRAPPARE 4/5 PUNTI AGLI ‘’USURPATORI’’ DELLA FIAMMA (INTANTO LE HA “STRAPPATO” ELON MUSK AL CONGRESSO LEGHISTA A FIRENZE) - UN CARROCCIO FORTIFICATO DAI MEZZI ILLIMITATI DELLA "TESLA DI MINCHIA" POTREBBE FAR SALTARE IN ARIA IL GOVERNO MELONI, MA VUOLE ESSERE LEI A SCEGLIERE IL MOMENTO DEL “VAFFA” (PRIMAVERA 2026). MA PRIMA, A OTTOBRE, CI SONO LE REGIONALI DOVE RISCHIA DI BUSCARE UNA SONORA SCOPPOLA…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - LA CACCIA GROSSA AL LEONE DI TRIESTE INIZIA COL CDA DEL 24 APRILE MA SI CONCLUDERÀ A MAGGIO CON L’OPS DI MPS-CALTAGIRONE-MILLERI SU MEDIOBANCA CHE, UNA VOLTA ESPUGNATA COL SUO 13% DI GENERALI IN PANCIA, APRIRÀ LA VIA A CALTARICCONE PER ARRIVARE AL COMANDO DEL PRIMO FORZIERE D’ITALIA (843 MILIARDI) – CHE SUCCEDERA' QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I PEZZI GROSSI: ANDREA ORCEL DI UNICREDIT E CARLO MESSINA DI INTESA? - INTANTO, OGNI GIORNO SI REGISTRA UNO SCAZZO: SE IL PROXY ISS SOSTIENE MEDIOBANCA, IL PROXY GLASS LEWIS INVITA GLI AZIONISTI A PUNTELLARE MPS - (POTEVA MANCARE L’ANGOLO DEL BUONUMORE CON DAVIDE SERRA DEL FONDO ALGEBRIS?)…

zuppi sinodo claudio giuliodori ruini bergoglio

DAGOREPORT – ATTENZIONE: SI AGGIRANO CORVI SUL CUPOLONE – CON BERGOGLIO ANCORA CONVALESCENTE, L’ALA CATTO-CONSERVATRICE DI RUINI SI È “VENDICATA” SUL LIBERAL ZUPPI: SUL DOCUMENTO NON VOTATO DALL’ASSEMBLEA SINODALE CI SAREBBERO INFATTI LE MANINE DELL’EX CAPO DELLA CEI AI TEMPI DI BERLUSCONI. COME? NEL PORTARE A SINTESI I TEMI DISCUSSI NEL LUNGO CAMMINO SINODALE, SONO STATI SBIANCHETTATI O “AGGIRATE” QUESTIONI CRUCIALI COME IL RUOLO DELLE DONNE NELLA CHIESA, LA TRASPARENZA SUGLI ABUSI E L’OMOSESSUALITÀ. PIÙ DI UN VESCOVO HA CRITICATO L’ASSENZA NEL TESTO DELLA SIGLA “LGBTQ” – LA MIGLIORE SPIEGAZIONE SUL CAMBIO DI CLIMA LA DA' UN PORPORATO ANZIANO: "ANNI FA, ALLA FINE AVREMMO ABBOZZATO E VOTATO..."

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - CERCASI DISPERATAMENTE TALE MELONI GIORGIA, DI PROFESSIONE PREMIER, CHE DEFINIVA “UN’OPPORTUNITÀ” LA MANNAIA DEL DAZISTA TRUMP - DOVE È ANDATA A NASCONDERSI L’’’ANELLO DI CONGIUNZIONE’’ TRA AMERICA FIRST E L’EUROPA DEI "PARASSITI?" A CHE È SERVITA LA SUA “SPECIAL RELATIONSHIP” CON LO PSICO-DEMENTE DELLA CASA BIANCA CHE CINGUETTAVA: “MELONI È UN LEADER E UNA PERSONA FANTASTICA”? - CHE FOSSE TAGLIATA FUORI DAI GIOCHI, LA REGINA DI COATTONIA DOVEVA FICCARSELO IN TESTA QUANDO L’ALTRO GIORNO HA CHIAMATO URSULA PER SCONGIURARLA DI NON RISPONDERE CON I CONTRO-DAZI AL TRUMPONE. LA KAISER DI BRUXELLES LE HA RISPOSTO CON PIGLIO TEUTONICO CHE LA DECISIONE FINALE SULLA POLITICA COMMERCIALE DELL’UNIONE APPARTIENE SOLO A LEI. COME A DIRE: "A COSETTA NON T’ALLARGA’, QUI COMANDO IO!" - ED ORA “IO SONO GIORGIA” SI TROVA A DOVER AFFRONTARE UNA GUERRA COMMERCIALE CHE TOCCA MOLTO DURAMENTE LA SUA BASE ELETTORALE, E NON SOLO QUELLA CHE VIVE DI EXPORT, COME AGRICOLTURA, LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE, I TESSILI. UN BAGNO DI SANGUE E, IN PROSPETTIVA, UNA CATASTROFE POLITICA…