calderoli

IL CUCÙ DI SEBASTIANO MESSINA:  “IL LEGHISTA CALDEROLI DICE CHE È INUTILE CANDIDARE LE DONNE, ‘PERCHÉ NORMALMENTE IL MASCHIO È PIÙ INFEDELE DEL SESSO FEMMINILE E SI PORTA DIETRO IL VOTO DI CINQUE SIGNORE’. SENZA RENDERSI CONTO CHE SAREBBE LA MOTIVAZIONE PERFETTA PER AMMETTERE NELLE LISTE UN SOLO SESSO: LE DONNE” – LO STUDIO DELL’UNIVERSITÀ DI MAASTRICHT: GLI UOMINI MENTONO DI PIÙ E MEGLIO… – VIDEO

 

 

 

 

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1 - CUCÙ

ROBERTO CALDEROLI IN SENATO

Sebastiano Messina per “la Repubblica”

 

Il leghista Calderoli dice che è inutile candidare le donne, «perché normalmente il maschio è più infedele del sesso femminile e si porta dietro il voto di cinque signore».

 

Senza rendersi conto che sarebbe la motivazione perfetta per ammettere nelle liste un solo sesso: le donne.

 

2 - GLI UOMINI MENTONO DI PIÙ DELLE DONNE

Fabrizio Biasin per “Libero quotidiano”

 

biasin

È uscito questo studio davvero molto scientifico dell'Università di Maastricht, nei Paesi Bassi, che vale la pena analizzare (il qui scrivente molti anni fa è stato a Maastricht. Aveva una giovane fidanzata, bellissima. Ma non divaghiamo).

 

Questi qui dell'Università hanno preso 194 tra uomini e donne e hanno chiesto loro: «Quante balle hai raccontato nelle ultime 24 ore? Di che tipo? Quali strategie hai adottato?».

 

Il risultato a quanto pare è che i maschi mentono di più e meglio, nel senso che non si fanno beccare col sorcio in bocca (si chiamava Lorely, aveva 20 anni. Che donna meravigliosa. Ma non divaghiamo).

 

ROBERTO CALDEROLI

Lo studio è stato pubblicato da Focus e i risultati raccontano cose clamorose, per esempio emerge che gli uomini hanno più del doppio di probabilità di considerarsi dei bugiardi "esperti" rispetto alle donne (Lorely cercava più di una storiella estiva, ma il sottoscritto voleva inseguire il suo sogno: prendere la quarta laurea, questa volta in filologia romanza all'università di Aquisgrana. Poi presa con una tesi su Eraclide Pontico. Ma non divaghiamo).

 

Dando un'occhiata alle risposte delle 194 "cavie" è venuto fuori che i maschi erano di gran lunga più bravi a mentire, creavano storie credibili all'interno delle quali inserivano bugie a raffica (un giorno Lorely, divenuta nel frattempo modella di Victoria' s Secret, decise di venire a trovare questo umile scrivente ad Aquisgrana.

matrimonio tradimento

 

Ebbene, fece un viaggio a vuoto: il sottoscritto era partito in missione per conto della Cia a Ulan Bator, in Mongolia. Una storia di spie e filologia romanza. Ma non divaghiamo).

 

Pare in definitiva che gli uomini abbiano un miglior controllo del corpo mentre dicono bugie, che siano più "rilassati".

 

Per capirci: non evitano lo sguardo dell'interlocutore, non gesticolano, sudano meno. Tutti elementi - spiega lo studio - che rafforzano la credibilità della balla che viene propinata al malcapitato o, più spesso, alla malcapitata di turno (lo scrivente rientrò in Europa dalla Mongolia dopo tre lunghissimi anni e fu costretto dalla Cia a tornare a Maastricht.

ROBERTO CALDEROLI IN SENATO

 

Sì, rivide Lorely: lei lo voleva ancora, ma lui iniziò una nuova storia con la sorella minore di quest' ultima. Kimberly. Bellissima pure lei. Ma non divaghiamo).

 

Lo studio entra nel dettaglio e certifica che in realtà quelle dei maschietti non sono mai grosse menzogne, balle epocali, cose drammatiche che distruggono i rapporti, semmai si tratta di peccatucci d'omissione o, ancor più frequentemente, «esagerazioni della realtà», cose del tipo «oggi ho pescato un pesce di 70 chili!» e in realtà hai tirato su un branzino (finì anche con Kimberly e non perché non ci fosse amore, ma per il richiamo della patria, l'Italia.

 

ROBERTO CALDEROLI

Ebbene sì: forte della mia prima laurea in Architettura delle Grandi Opere mi hanno chiesto di progettare il ponte sullo Stretto. Kimberly ha capito e mi ha lasciato andare. Ma non divaghiamo).

 

Pare infine che esistano dei semplici trucchetti per provare a smascherare il contaballe di turno, ma di questi parleremo alla prossima puntata. Mai stato a Maastricht, comunque.

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