CALIFORNIA SHOOTING - LE GANG DI LOS ANGELES VOGLIONO 100 GIORNI DI GUERRA: DOPO LA MORTE DI UN GIOVANE, VENDETTE, MINACCE INCROCIATE E BOOM DI AGGUATI: 12 FERITI - È BATTAGLIA SENZA LIMITI ANCHE SUL WEB TRA "BLOOD" E "CRIPS"
Gianni Riotta per “la Stampa”
Nelle gang di Los Angeles si entra dopo il corteggiamento, ma non pensate alle gentilezze di un flirt, «corteggiamento» sono i calci, i pugni, i colpi di calcio di mitra che si abbattono sulle reclute.
Reclute tremanti teenager bocciati a scuola, che chiedono di essere ammesse in una delle due bande principali di Central L.A., i Blood e i Crips. Chi resiste, magari sputando denti e finendo con entrambi gli occhi chiusi dai lividi, passa al secondo esame, un fucile a pompa in mano e abbatter, come ultimo test, un nemico dell’organizzazione.
Los Angeles- La polizia ferma sospetti membri di una gang
Segnano il proprio territorio, definito in gergo «hood», con la vernice a spruzzo dei graffiti dalla fine dei Settanta. Ogni tanto uno dei «writers» finisce dentro, magari per un piccolo spaccio, porto abusivo d’arma, o furto con scasso.
Subito riceve in galera i tatuaggi di identificazione, mostrine militari sulla pelle, poi per caso viene notato da un assistente sociale che lo manda a studiare arte e quando esce di galera diventa ricco, nel rap o con le mostre nelle gallerie downtown.
Restano eccezioni, la regola è spesso una vita media intorno ai 30 anni, un terzo dell’America benestante, ragazzi stroncati da alcol, droghe e violenza, i mitra Uzi, Ak 47, M 16 impiegati lungo marciapiedi, highways, night club, come a Kabul e Baghdad.
La nuova rivalità
MEXICAN GANG LOS ANGELES images
Le gangs 2015 non dialogano più solo con i cappellucci da baseball indossati all’indietro o con i jeans calati sui fianchi, mimando l’assenza della cintura, sequestrata a chi entra in cella, per darsi arie da duro e detestate dal presidente Obama che invita i giovani «a tirarsi su i pantaloni» e studiare. Né si accontentano di vernice spruzzata sul cemento, inchiostri sui bicipiti, e elaborati gesti rituali, nelle strette di mano e con le dita inanellate, per comunicare la loro complessa gerarchia interna e la lunga lista di amici e nemici.
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I Bloods e i Crips, che da mezzo secolo competono per il controllo urbano dei quartieri e il controllo della malavita, si affrontano ormai online. Il quotidiano «Los Angeles Times» informa la città che su Twitter, Facebook, i blogs, Instagram, si è scatenata una guerriglia urbana che promette di insanguinare la metropoli di Hollywood.
Gli hashtags, la collezione di temi sul social media Twitter, sono chiari e violenti #100days100nights o #PregateperLA, annunciando apocalittici sangue e cadaveri in una battaglia senza limiti. Per ora è morto un giovane di 27 anni e una dozzina sono rimasti feriti.
Los Angeles_ Baby Bugsy fa il segno della sua gang
Come sempre, da quando l’ex modella diventata scrittrice Leon Bing organizzò il primo summit delle gangs tentando inutilmente una tregua, mito, leggenda, provocazione e dura realtà criminale si fondono tra gli afroamericani Bloods, Crips, Black Guerrilla Family (che intervenne contro la polizia dopo gli scontri razziali a Ferguson), le bande latinoamericane Ms 13, Sureños, gli asiatici di Azian Boys. La città è stremata da quattro anni senza pioggia, la siccità svuota le piscine e inaridisce i prati un tempo color smeraldo, perfino le docce sono razionate e chi vede il vicino troppo generoso irrigando le piante ornamentali chiama la polizia.
La polizia tranquillizza
Nel clima da crisi di nervi, il dirigente della polizia di LA, Bill Scott, cerca invano di calmare gli umori «Leggiamo ogni minaccia online –dicono al Lapd, i cui agenti scatenarono 23 anni fa la rivolta dei ghetti, dopo il processo per avere bastonato a sangue l’inerme afroamericano Rodney King- ma non troviamo dai dati alcun pericolo reale, non ci sono sparatorie di massa, si tratta di leggende urbane».
Los Aztecas sono una forza texana paramilitare
Leggenda o no, gli angelenos ci credono, evitano i quartieri a rischio, e gli assistenti sociali –spesso ex gangsta che hanno abbandonato la milizia violenta e svolgono opera di recupero degli ex compagni- sono impegnati a calmare le teste calde.
Estate ad alta tensione
Un esperto di new media all’Università Ucla spiega: «A Gaza, Hamas e l’esercito israeliano si insultano e irridono via Twitter. Come durante la Prima guerra mondiale facevano i fanti da una trincea all’altra. Non è in corso a Los Angeles una guerra guerreggiata, non vedremo barricate sul Sunset Boulevard o saccheggi a Beverly Hills, come nel 1992 quando i coreani proteggevano i negozi dai saccheggi a colpi di machete.
È guerriglia psicologica, ci si insulta via web per stabilire una predominanza machista sul nemico, intimidirlo e poi sul campo, a colpi di pistola, il più forte regola i conti».
MEXICAN GANG LOS ANGELES ia d c a ef c f a b wi
Le violenze, riporta il «Los Angeles Times», si concentrano intorno all’area 77th Street Division, roccaforte di criminalità e spaccio. La scorsa settimana c’è stato un boom di agguati e i parroci della zona hanno provato a convincere i gangsta a sospendere le ostilità. Funziona in strada, su internet gli scontri divampano nella caldissima estate 2015, senza pace né acqua.