E MENO MALE CHE CALTAGIRONE È CAVALIERE DEL LAVORO! – IL CALVARIO DELL’ARCHIVISTA DE “IL MESSAGGERO” LORENZO CARRESI: LICENZIATO, RIASSUNTO E POI RI-LICENZIATO NONOSTANTE LE 11 SENTENZE CHE OBBLIGANO L’AZIENDA ALLA REINTEGRAZIONE DEL DIPENDENTE E AL PAGAMENTO DI STIPENDI E CONTRIBUTI – IL 4 DICEMBRE IL LAVORATORE HA INCASSATO L’ENNESIMA VITTORIA IN TRIBUNALE, MA TEME CHE AL QUOTIDIANO POSSANO FOTTERSENE DI NUOVO NONOSTANTE LA STORICA SENTENZA DELLA CASSAZIONE CHE…
Estratto dell’articolo di Vincenzo Iurillo per "Il Fatto quotidiano"
Ignorare le decisioni dei giudici e reiterare i licenziamenti illegittimi. È il metodo messo in atto dalle aziende editoriali di Francesco Gaetano Caltagirone, dal 2006 Cavaliere del lavoro, che fanno coriandoli delle sentenze della magistratura del lavoro. Ne sa qualcosa l’archivista del Messaggero Lorenzo Carresi, licenziato e poi riassunto e poi ri-licenziato dai manager del gruppo, un loop senza fine. Carresi ha quasi perso il conto delle pronunce giudiziarie a lui favorevoli, che restano solo sulla carta.
Il 4 dicembre, assistito dagli avvocati Marco Petrocelli e Fabio Ponis, l’archivista del quotidiano di via del Tritone ha incassato l’undicesima sentenza vittoriosa (la prima risale al marzo 2019). Anche stavolta il suo licenziamento è stato dichiarato illegittimo. […] il giudice […] “rigetta il ricorso presentato da Il Messaggero Spa e per l’effetto, dichiara la nullità del licenziamento impugnato, ordina la reintegrazione del convenuto nel posto di lavoro e condanna la società ricorrente al risarcimento del danno subìto dal convenuto”, ovvero pagare gli stipendi e versare i contributi a partire dalla data dal licenziamento.
azzurra caltagirone francesco gaetano caltagirone lorenzo carresi
Il timore di Carresi è che anche stavolta il gruppo Caltagirone non ottempererà, per proseguire una strategia che alla lunga sfiancherebbe un toro. E questo nonostante la storica sentenza della Cassazione del luglio scorso, con la quale i giudici della Suprema Corte hanno bocciato la cessione di ramo d’azienda che il Gruppo Caltagirone effettuò nel 2016, e con essa il trasferimento di molti dipendenti ad altre società, con l’obiettivo di risparmiare sui costi del lavoro.
La Cassazione ha stabilito che quella non fu una cessione di ramo d’azienda, ma soltanto il frazionamento di una società in più società attraverso la creazione di Servizi Italia e Stampa Roma. Carresi fu licenziato da Servizi Italia il 1 giugno 2017, da lì è iniziata la querelle.
Una sentenza che potrebbe essere utile anche per i dipendenti di altre testate del gruppo Caltagirone Editore – Il Mattino di Napoli, Il Gazzettino di Venezia, il Corriere Adriatico di Ancona, il Nuovo Quotidiano di Puglia di Lecce – coinvolti nei trasferimenti decisi con la cessione di ramo d’azienda a Stampa Roma.
francesco gaetano caltagirone con la figlia azzurrafrancesco gaetano caltagirone e la figlia azzurrail messaggero 2