marta cartabia ollomont

CANTIERI SENZA DOMANI - L'OPERAIO MORTO MENTRE LAVORAVA NELLA CASA DI VACANZA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, MARTA CARTABIA, ERA UN RUMENO DI 39 ANNI: SI CHIAMAVA CONSTANTIN COBANEL E AVEVA UN CONTRATTO CON LA DITTA CHE SVOLGEVA I LAVORI DI MANUTENZIONE. A UCCIDERLO È STATA UNA TRAVE METALLICA CHE GLI È CADUTA IN TESTA - LO CHOC DELLA GUARDASIGILLI: “SONO SCONVOLTA”

Virginia Piccolillo per il "Corriere della Sera"

 

la casa di marta cartabia a ollomont dove e' morto un operaio 4

Una villetta in legno con tetto in ardesia, immersa nel verde nella pace di un paesino della Val d'Aosta. È lì, a Ollomont, che si è registrata la 189esima vittima sul lavoro del 2022: Constantin Cobanel.

 

Nel cantiere dei lavori di ristrutturazione della casa di vacanza del ministro della Giustizia, Marta Cartabia. Ancora incerti i contorni dell'incidente. Tragica la fine: una trave metallica ha colpito alla testa il trentanovenne romeno. E a nulla sono valsi i soccorsi e l'arrivo dell'elisoccorso. Il giovane morto, sposato, era originario della Romania.

LA MINISTRA MARTA CARTABIA

 

«Sono sconvolta e affranta da quanto appena appreso» ha subito dichiarato la Guardasigilli, da Roma, dove sta seguendo le fasi animate della riforma del Csm e dell'ordinamento giudiziario. Mentre il pm di Aosta, Francesco Pizzato, compiva un sopralluogo di oltre un'ora sul posto, cercando di capire la dinamica che sarà oggetto di un'indagine per omicidio colposo, al momento contro ignoti.

 

A uccidere Constantin Cobanel, che aveva un regolare permesso di soggiorno e da anni viveva in Valle d'Aosta, è stata quella pesante putrella che il ragazzo stava montando. A quanto pare i supporti che dovevano sostenerla hanno ceduto finendo per schiacciarlo. Si analizza la piccola pala meccanica che stava aiutando gli operai nel sollevare la pesante trave. Non si sa se si sia trattato di un malfunzionamento del mezzo, di una imperizia o di una sottovalutazione del rischio.

           

la casa di marta cartabia a ollomont dove e' morto un operaio 2

Avvertita dal sindaco di Ollomont, David Vevey, la ministra ha aggiunto: «Le autorità locali mi hanno da poco informata, sono profondamente turbata. Desidero innanzitutto esprimere tutto il mio dolore e la mia personale vicinanza ai familiari della vittima.

Mi sento partecipe del turbamento dell'intera comunità locale, profondamente segnata da questo grave lutto. Confido che le autorità possano al più presto ricostruire l'intera dinamica dei fatti».

 

MARTA CARTABIA 1

La moglie della vittima, che ha appreso dell'incidente da un giornalista, ha avuto un malore. Sul cantiere, cui sono stati apposti i sigilli, sono intervenuti i carabinieri e gli ispettori del lavoro per stabilire se siano state osservate tutte le misure di sicurezza e di prevenzione degli infortuni.

 

Dalle prime informazioni sembra che il giovane avesse un regolare contratto con la ditta che svolgeva i lavori di manutenzione straordinaria. Ma c'è molto riserbo intorno a quello che è accaduto in quella villetta, intestata al marito della presidente emerita della Corte Costituzionale che da anni trascorre lì le vacanze con la famiglia. Nel 2018, in occasione del 71esimo anniversario dello Statuto speciale, la Regione le aveva conferito anche l'onoreficenza di Ami de la Vallée d'Aoste .

 

la casa di marta cartabia a ollomont dove e' morto un operaio 5

La tragedia colpisce la ministra che ha fatto degli incidenti nei cantieri l'oggetto di molti suoi interventi. Sulla scia dell'auspicio del capo dello Stato, Sergio Mattarella: «azzerare le morti sul lavoro».

 

«Si tratta di una tragedia intollerabile che non possiamo in alcun modo accettare», scrivono in una nota i sindacalisti Ugl Paolo Capone e Armando Murella, chiedendo «l'apertura di un tavolo tra Governo e parti sociali sulle misure a tutela dei lavoratori a partire dal rafforzamento dei controlli e dagli investimenti sulla formazione»

la casa di marta cartabia a ollomont dove e' morto un operaio 1la casa di marta cartabia a ollomont dove e' morto un operaio 3

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...