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LA CAPORETTO DELL'ELEGANZA - LA QUARANTENA PORTA ALLA DISFATTA DEL LOOK: DALLA RICRESCITA IMPIETOSA A INTERE SETTIMANE VISSUTE IN PIGIAMA E CIABATTE - BENISSIMO PUNTARE SULL’ESSERE E NON SULL’APPARIRE, MA GLI ITALIANI…

Alberto Mattioli per “la Stampa”

 

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Dal Quirinale giurano che si è trattato di uno sbaglio vero, invece che di un geniale colpo di comunicazione. Fatto sta che il fuorionda dell' ultimo discorso alla Nazione di Sergio Mattarella, finito su tutti i social, l' ha reso ancora più simpatico di quanto non fosse già. Il Presidente che lamenta l' impossibilità di sistemare un candido boccolo ribelle perché «nemmeno io vado dal barbiere» non ha fatto solo il pieno di tweet e di rispettosi sorrisi.

 

IL FUORIONDA DI SERGIO MATTARELLA: GIOVANNI, NON VADO DAL BARBIERE NEANCHE IO

Fotografa anche un danno collaterale dell' epidemia: quello del popolo al mondo più attento all' aspetto e che riesce anche a curarlo di più, insomma modestamente noi italiani, impossibilitato a farsi bello. Come tante Manon lì a brontolare «Dispettosetto questo riccio!», ma senza un Figaro di pronto intervento.

 

Le tragedie vere, ovvio, sono ben altre. Però questo virus sta infliggendo all' intera Italia anche la disfatta del look, la Caporetto dell'eleganza, l' Otto settembre dello chic. Infatti sul web, l' unica agorà rimasta aperta, è tutto uno sfogo e un lamento. Dopo tutta questa reclusione, finte bionde (o more, o rosse) sono ormai state smascherate da ricrescite impietose.

 

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La prima vittima della reclusione permanente è la loro permanente. Franano complicate architetture pilifere e arditi riporti, hipster isterici sono in crisi da astinenza dal barbiere di fiducia, e avere recluso con sé qualcuno in grado di maneggiare forbici e rasoio è altrettanto ambito che convivere con Bottura o Cracco (noi single, al solito, siamo spacciati).

 

Il revival risorgimentale, fra Inni e Tricolori, non è solo sui balconi, ma nelle facce di chi li occupa: tutti zazzeruti come Garibaldi, baffuti e barbuti come Vittorio Emanuele II, talmente peloso che la Regina Vittoria ne fu scandalizzata.

 

senza estetista

E non parliamo degli abiti. Con una vita sociale ridotta a "scendere" il pattume e a "pisciare" il cane (sic, e la Crusca si arrenda), c' è gente già curatissima che da settimane vive in pigiama e ciabatte quando proprio vuol mettersi in ghingheri indossa la tuta. Gli aperitivi su Skype svelano celebrate bellezze ed ex dandy spettinati, disordinati, sciatti (forse anche non lavatissimi? Chissà. Certo, in tinelli spesso deplorevoli).

 

Ora, sarà certo giusto, come raccomandano tutti dal Papa in giù, fare della catastrofe un' occasione di palingenesi generale. Benissimo puntare sull' essere e non sull' apparire, concentrarsi sull' essenziale, diventare belli dentro invece che fuori.

 

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Ma, conoscendo gli italiani, scommetteremmo che non hanno soltanto voglia di uscire. Hanno soprattutto voglia di uscire per andare dal parrucchiere e dall' estetista, a fare shopping e in palestra. Memento mori, ma in ordine. Se Apocalisse dev'essere, che sia almeno elegante.

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