SCOPPIA LA RIVOLTA ANCHE NEL CARCERE DI VENEZIA - LA CITTÀ È STATA BLINDATA E I DETENUTI HANNO FATTO LA COSA PIÙ PERICOLOSA POSSIBILE PER LA CITTÀ: INCENDIARE PARTI DELLA STRUTTURA - AL MOMENTO NON RISULTANO NÉ EVASI NÉ FERITI - I CARCERATI PROTESTANO PER LA SOSPENSIONE DI TUTTI I PERMESSI (DECISA PER CERCARE DI ARGINARE LA DIFFUSIONE DEL CORONAVIRUS) CHE HA RESO INCANDESCENTE UNA SITUAZIONE DI SOVRAFFOLLAMENTO DI PER SÈ MOLTO PESANTE
È in atto una rivolta da parte di un gruppo di detenuti all'interno del carcere di Santa Maria Maggiore di Venezia. I terminal automobilistici, attigui alla casa circondariale, sono stati in parte chiusi e numerosi controlli sono in atto lungo il ponte della Libertà, che collega Venezia alla terraferma
Si tratta di persone ristrette all'interno di un padiglione che stanno provocando dei danni nella struttura. La polizia ha creato un cinturone all'esterno del carcere, mentre dall'interno si sta cercando di contenere la rivolta.
I detenuti protestano per la sospensione di tutti i permessi (decisa per cercare di arginare la diffusione del coronavirus) che ha reso incandescente una situazione di sovraffollamento di per sè molto pesante.
Il carcere è completamente circondato ma dall'interno continua assordante il rumore delle gamelle del cibo battute sulle inferriate e le urla della rivolta.
Nelle zone vicine di collegamento con la terraferma, sono schierate squadre di polizia, carabinieri, guardia di finanza e polizia locale. La zona di piazzale Roma è stata bloccata alla circolazione automobilistica.
Al momento non risultano né evasi né feriti. La direttrice del carcere, Immacolata Mannarella, ha garantito un incontro con una rappresentanza dei detenuti, per stabilire un contatto.