abbie chatfield carlo cracco

“L'ACCUSA DI SESSISMO MI SEMBRA ESAGERATA” – CARLO CRACCO SI CUCINA ABBIE CHATFIELD, LA SVALVOLATA INFLUENCER AUSTRALIANA CHE HA GRIDATO AL PATRIARCATO PERCHÉ A VENEZIA LE È STATO SERVITO UN MENÙ SENZA PREZZI – SUI SOCIAL È STATA MASSACRATA DA CHI DIFENDE IL GESTO DI CORTESIA, MA LEI HA CONTINUATO A INSISTERE TIRANDO IN BALLO IL SESSISMO – ALLA FINE IL RISTORANTE “CLUB DOGE” È STATO COSTRETTO A SCUSARSI E MOLTI RISTORATORI PER NON FINIRE NEL TRITACARNE ORMAI…

Alessandra Dal Monte per il “Corriere della Sera”

 

abbie chatfield 10

Il menu della discordia stavolta ha il volto di Abbie Chatfield, l'influencer e conduttrice radiofonica australiana in vacanza con il fidanzato a Venezia che si è indignata su Instagram per la carta senza prezzi ricevuta al ristorante «Club del Doge»: una vecchia consuetudine diffusa non solo in Italia - in Perù, nel 2019, un ristorante è stato multato per questo - e soprattutto nell'alta ristorazione che presuppone sia l'uomo a pagare il conto. E che l'ha fatta gridare al «patriarcato». Ora Chatfield sarebbe sotto attacco da parte di «un sacco di italiani arrabbiati» che le starebbero scrivendo di «prendere lezioni di educazione»: «Ragazzi, ammettete che è sessismo», scrive nelle sue stories.

 

Il tema sembra piccolo ma in realtà è enorme, chiama in causa i rapporti di coppia, di forza, il galateo e anche la galanteria. Che non guasta mai, ma nel 2022 può non essere decisa a monte: paga chi lo desidera, chi ha invitato, chi può. O si divide.

Carlo Cracco

In ogni caso, visto il putiferio il ristorante si è scusato: «Siamo spiacenti di aver creato disagio a un'ospite. Faremo tesoro dell'errore per migliorarci. Chiederemo a tutti i clienti quale carta preferiscono».

 

Non è la prima volta che il «menu di cortesia» genera polemiche: nel 2017 il critico dell'Observer Jay Rayner stroncò il «Le Cinq» di Parigi (anche) per questo. Nei mesi scorsi l'influencer Tea Hacic ha contestato il «Boeucc» di Milano e Augustina Gandolfo, fidanzata del calciatore Lautaro, se l'è presa con il ladies menu di vari locali italiani, postando nella fattispecie un lembo di quello del «Ristorante Cracco».

 

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Episodio a cui lo chef vicentino non fa riferimento: «Nessuno si è mai lamentato con noi - spiega - Se poi un cliente esce e commenta diversamente non ci posso fare nulla. Ma sono almeno 4-5 anni che consegniamo il menu con i prezzi a tutti, a meno che non vi sia l'esplicita richiesta di evitarlo. Prima c'era, in effetti, l'usanza di portare al tavolo un menu normale e uno di cortesia, adesso non esiste maschio o femmina, esistono solo esigenze particolari che soddisfiamo».

 

Cracco difende, poi, i colleghi veneziani: «A meno che non abbiano negato l'altro menu una volta richiesto, l'accusa di sessismo mi sembra esagerata: avranno fatto questo gesto sovrappensiero». Ecco, la sensazione è che spesso si segua una consuetudine senza troppo soffermarsi, come spiega lo stesso Andrea Berton, una stella Michelin a Milano: «Noi diamo il menu "cieco" alla donna di default, come abitudine. Ma in effetti se entrano due donne lo ricevono con i prezzi. E ci capita che qualcuna, se non lo vede completo, si infastidisca, allora lo sostituiamo subito. Io personalmente lo darei a tutti con i prezzi, ci siamo anche posti il tema con lo staff di recente e abbiamo deciso di andare avanti come sempre. Ma è un po' anacronistico anche perché, se penso alle coppie, uno scontrino su quattro lo paga la donna».

 

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Davide Oldani al «D'O» non fa distinzioni: «È un'idea vecchia che la donna non veda i prezzi». Viviana Varese da «Viva» ha cambiato passo da dieci anni: «Un tempo si insegnava a scuola a dare il menu senza prezzi alle donne. Ma per fortuna le cose si sono evolute e oggi le clienti si incavolano. Anche la carta dei vini: va al centro o a chi la chiede, mai di default all'uomo». Antonia Klugmann al suo «Argine a Vencò» è categorica: «L'idea che la donna non paghi è antiquata. In 17 anni non ho mai consegnato un menu senza prezzi, a meno che non me lo chiedessero. Io stessa, se fossi ospite, vorrei sapere quanto paga l'altro».

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