ron lewis1

UNA CARRIERA BRUCIATA AL “CICA CICA BOOM” - LA DOLCE VITA DI UN SUPER GENERALE AMERICANO, CACCIATO DAL PENTAGONO PER AVER FREQUENTATO UN NIGHT DI VIA VENETO, DOVE CON LA CARTA DI CREDITO PAGAVA CHAMPAGNE E DONNINE - ALLE HAWAII AVEVA MOLESTATO ALCUNE SOLDATESSE DOPO 11 COCKTAILS

 

Fabio Tonacci per “la Repubblica”

 

Ron LewisRon Lewis

La carriera del più importante generale del Pentagono è annegata nel fondo di una bottiglia di champagne, in un locale di spogliarelliste vicino a via Veneto a Roma. Nessuno al mondo meglio di Ron Lewis, oggi, sa quanto può essere amara la dolce vita.

 

Fino a novembre scorso Lewis era il senior military aide del Segretario alla Difesa Ash Carter, cioè il braccio destro dell’uomo il cui potere è secondo solo a quello del presidente Obama.

 

Non si muoveva una sola pedina nel mostruoso apparato difensivo degli Stati Uniti senza che Carter prima chiedesse consiglio al 50enne generale dell’esercito Ronald F.Lewis, l’astro nascente di cui si prevedevano già incarichi di vertice. Poi a novembre, improvvisamente, Carter lo licenzia.

 

roma via venetoroma via veneto

«Condotta disdicevole, ha disonorato la divisa», si limita a spiegare. Per un anno, la condotta disdicevole di Lewis è stato il segreto più nascosto e pruriginoso del Pentagono. Fino a quando, ieri, il dipartimento della Difesa ha diffuso l’esito impietoso di una maxi inchiesta che inchioda il generale ai suoi vizi.

 

Oltre ad avere molestato ubriaco alcune soldatesse (a novembre alle Hawaii l’hanno visto farsi 11 drink di fila), si scopre che durante i viaggi istituzionali a fianco di Carter, Lewis scappava di notte dagli hotel della delegazione americana per andare a bere nei peggiori strip club. Come uno studentello durante la gita del quinto anno.

LAP DANCE CICA CICA BOOMLAP DANCE CICA CICA BOOM

 

In un paio di occasioni, ha avuto pure la non brillantissima idea di pagare champagne e immaginabili extra con la carta di credito del Pentagono, salvo poi chiedere alla Citybank di Washington di cancellare la traccia degli addebiti firmando una falsa dichiarazione di “uso non autorizzato”.

 

Lo ha fatto a Seul, nell’aprile 2015, come dimostrano due ricevute per 1.121 dollari (compresa la mancia che valeva l’81 per cento del conto) emesse dal Candy Bar club, nella famigerata Hooker Hill, la collina delle prostitute nel quartiere Itaewon. Si è esibito di nuovo durante il viaggio di Carter in Europa lo scorso autunno. E di certo il generale Lewis non si immaginava che poi il Dipartimento, per ricostruire le sue notti brave, avrebbe spedito in Italia e in Corea del Sud un pool di agenti speciali a raccogliere prove e ben quarantuno testimonianze oculari.

CICA CICA BOOMCICA CICA BOOM

 

E dunque, quel 6 ottobre tutta la delegazione americana è sistemata in un hotel di via Veneto, accanto all’ambasciata Usa. Dopo cena, verso le 22.30, due delegati notano Lewis che, da solo, entra nel locale Cica Cica Boom. “Night club, floor show, lap dancers... personale d’esperienza adatto a una variopinta clientela alle volte molto esigente”, si legge sul sito.

 

Cosa abbia fatto Lewis al Cica Cica Boom non si sa, ma grosso modo si intuisce. All’1.40 di notte, gli presentano il conto di 3 bottiglie di champagne Dom Perignon, più altri drink, più chissà cosa: 1.755,98 dollari. «Volevo pagare col mio bancomat, ma non funzionava quindi sono tornato all’hotel con una signorina del locale, ho svegliato una mia assistente e le ho chiesto la carta di credito del Pentagono», si è difeso il generale, aggiungendo però il dettaglio che lo ha incastrato.

LAP DANCE AL CICA CICA BOOMLAP DANCE AL CICA CICA BOOM

 

«Come si vede dalla ricevuta, non ero al Cica Cica Boom ma al Verafollia, un posto elegante e serio, dove vanno a ballare le coppie». Peccato però che il manager del Cica Cica Boom abbia spiegato all’investigatore arrivato da Washington che “Verafollia” è la dicitura fittizia che appare sul conto della carta di credito per proteggere i clienti. E, giusto per rimarcare l’ovvio, il solerte investigatore ha inviato allo Stato maggiore dell’esercito americano le foto del palo dove le ragazze fanno la lap dance. Lì in basso, sbriciolata sul pavimento, c’è anche la carriera di Ron Lewis.

Ultimi Dagoreport

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT – MA ‘STI “GENI” ALLA FIAMMA DI PALAZZO CHIGI PENSANO DAVVERO DI GOVERNARE IL PAESE DEI CAMPANELLI? E COME SI FA A NON SCRIVERE CHE DIETRO L’APPLICAZIONE DEL GOLDEN POWER ALL’UNICREDIT, C’È SOLO L’ESPLICITA VOLONTÀ DEL GOVERNO DEI MELONI MARCI DI MANGANELLARE ANDREA ORCEL, IL BANCHIERE CHE HA OSATO METTERSI DI TRAVERSO AL LORO PIANO “A NOI LE GENERALI!”? - UNA PROVA DELL’ATTO ‘’DOLOSO’’? IL GOLDEN POWER, UNO STRUMENTO CHE NASCE PER PROTEGGERE GLI INTERESSI NAZIONALI DALLE MIRE ESTERE, È STATO APPLICATO ALL’OPERAZIONE ITALIANISSIMA UNICREDIT-BPM, EVITANDO DI UTILIZZARLO ALLE ALTRE OPERAZIONI BANCARIE IN CORSO: MPS-MEDIOBANCA, BPM-ANIMA E BPER-SONDRIO - ORA UNICREDIT PUÒ ANCHE AVERE TUTTE LE RAGIONI DEL MONDO. MA NON SERVE A UN CAZZO AVERE RAGIONE QUANDO IL TUO CEO ORCEL STA SEDUTO DALLA PARTE SBAGLIATA DEL POTERE…

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME