
CASAMONICA FUNERAL MISTERY - IL GIALLO DEL VOLO IN ELICOTTERO, LE ACCUSE DELL’EX DIPENDENTE DELL’ALITALIA AL QUALE È STATA SOSPESA LA LICENZA: “CI FU UN CAMBIO DI PILOTA. ALLA ROMANINA UN ALTRO UOMO PRESE I COMANDI”
Mauro Favale per “la Repubblica - Roma”
ELICOTTERO PETALI ROSA FUNERALE CASAMONICA 1
Due piloti per un solo elicottero. Si arricchisce di nuovi particolari la vicenda che (al di là dello sfoggio di simboli durante il funerale dei Casamonica) ha aperto una serie di inquietanti interrogativi sulla sicurezza nei cieli di Roma.
Quel sorvolo, con annesso lancio di petali di rosa sul sagrato della parrocchia di Don Bosco, ha rappresentato infatti la falla più profonda del nostro sistema di intelligence. Lo stesso prefetto Franco Gabrielli aveva ammesso pochi giorni dopo il fatto: «Se su quell’elicottero ci fosse stato un terrorista sarebbe stato un problema per tutti».
Non c’era un terrorista ma, emerge ora, nemmeno il pilota che aveva fatto decollare quel monomotore modello R22 dalla piattaforma di Terzigno, in provincia di Napoli. L’uomo, ex dipendente Alitalia al quale l’Enac ha sospeso la licenza il giorno dopo il caso esploso con la cerimonia funebre, ha da poco consegnato una relazione all’ente che controlla l’aviazione civile.
ELICOTTERO FUNERALE CASAMONICA
Nel documento ricostruisce quanto accaduto quella mattina aggiungendo un particolare finora inedito. Partito dal centro del napoletano e diretto (secondo il piano di volo) alla elisuperficie della Romanina, lì il primo pilota sarebbe atterrato, sceso dal velivolo e lasciato i comandi ad un altro pilota trovato sul posto. Quest’ultimo sarebbe poi salito sull’R22 insieme ad un altro uomo, incaricato di portare con sè il cesto che conteneva i petali di rosa.
A quel punto scatta la fase che l’Enac definisce «non prevista e non comunicata »: dalla Romanina, quartiere di riferimento del clan, l’elicottero si dirige verso la chiesa di Don Bosco per effettuare il lancio dei petali sui parenti del “Re di Roma”, com’era stato definito Vittorio Casamonica, morto il 19 agosto scorso. Quel sorvolo, secondo quanto ricostruito dall’Enac, è avvenuto a una quota inferiore a quella minima che, sulla città, non può essere meno di 1.000 piedi, ovvero circa 330 metri.
Inoltre proprio quel modello di elicottero monomotore ha il divieto di volare su Roma. Tra le varie infrazioni commesse, poi, c’è il lancio di materiale da bordo, proibito a meno di una specifica autorizzazione che non era stata nè richiesta nè, tantomeno, concessa.
funerali vittorio casamonica 7
La relazione del primo pilota contiene anche il nome dell’uomo che lo avrebbe sostituito ai comandi dell’elicottero. Ora l’Enac la girerà alla procura che avrà il compito di chiarire il giallo di quel sorvolo.