È IL CASO DELL'ESTATE: L'INDIANO CHE PROVA A RAPIRE UNA BIMBA DI 5 ANNI E VIENE SCARCERATO SUBITO. PARLA LA PM CHE LO HA LIBERATO: 'MI INSULTANO, MA È LA LEGGE' - LA MADRE: 'LA LEGGE ITALIANA MI FA VOMITARE. SECONDO I GIUDICI AVREMMO DOVUTO PERDERE DI VISTA NOSTRA FIGLIA PERCHÉ IL RAPITORE FINISCA IN CARCERE - LUI, IN ITALIA ILLEGALMENTE DOPO UN ORDINE DI ESPULSIONE, SARÀ TRASFERITO IN UN CIE. E HA SPORTO DENUNCIA PERCHÉ UN PASSANTE GLI HA GRIDATO 'TI AMMAZZO'
1.LA PM DI 34 ANNI AL PRIMO INCARICO: INSULTATA PER AVER APPLICATO LA LEGGE
Felice Cavallaro per il ''Corriere della Sera''
Offesa e amareggiata dalla valanga di improperi che dilagano sui social, non vorrebbe parlare del presunto sequestro della bimba di 5 anni sulla spiaggia di Scoglitti, né del presunto sequestratore, l’indiano, l’ambulante che lei da pubblico ministero non ha lasciato in cella «perché non si poteva».
Studi a Terni, laurea, concorso e tirocinio a Roma, primo incarico di sostituto procuratore a Ragusa, Giulia Bisello, 34 anni, dallo scorso novembre nella terre del Commissario Montalbano, non avrebbe certo immaginato di finire al primo anno di carriera sui mass media per questa controversa storia sfociata nell’invio degli ispettori del ministro della Giustizia.
La relazioni sui fatti
Negli uffici della Procura, sottostanti il piano d’ingresso del palazzo di giustizia, alle due del pomeriggio lei scrive una relazione sui fatti. «Per il ministro, per gli ispettori, per i magistrati di Messina, per le inchieste, per le querele che lei presenterà, “aggredita” da giornali e social...», spiega e la conforta il suo capo, il procuratore Carmelo Petralia, magistrato di lungo corso, dalle trincee antimafia al caso del piccolo Loris.
Proprio lui, dopo un primo indiretto attrito con il ministro Orlando, si è sentito con il sottosegretario Cosimo Maria Ferri: «Un magistrato. E finalmente abbiamo potuto parlare la stessa lingua, quella del codice. Tutto chiarito». La cosa solleva Giulia Bisello, comunque «un po’ preoccupata»: «È una questione talmente semplice. Il nostro ordinamento per alcune ipotesi di reato non prevede né il fermo né il carcere. E noi magistrati non possiamo non applicare la legge».
Vediamo allora cosa pensa e cosa scrive questa giovane magistrata sull’indiano di 43 anni Ram Lubhay, venditore di collanine e cianfrusaglie in spiaggia, specializzato in tatuaggi, a volte un po’ fastidioso, noto ai carabinieri per furti di rame e senza permesso di soggiorno. Un profilo improbabile, per molti, come sequestratore, anche se i genitori della bimba parlano di rapimento.
«Applicata la legge»
«Il reato per cui si può procedere è il tentato sequestro di persona», spiegano Petralia e la sostituta. «Reato aggravato perché in danno di minore. Un reato che prevede una pena da 1 a 10 anni. Ma per chiedere una convalida del fermo eseguito dalla polizia la pena minima deve essere per legge di 2 anni. Qui siamo al di sotto della soglia minima. Ecco perché non abbiamo decretato il fermo. Non si può. E se lo chiedessimo il Gip lo rigetterebbe».
Sentite le parti offese, i testimoni, interrogato il soggetto, il quadro che è emerso non avrebbe quindi consentito di chiedere la misura cautelare, come spiegano procuratore e sostituta: «Il fatto viene considerato dal codice di una gravità minima, anche se comprendiamo che tutto questo allarma i genitori, infastiditi, indignati...». Quali sono i fatti accertati? Per i due magistrati «l’indiano si è limitato a tenere in mano la bimba per meno di un minuito, sotto gli occhi del padre che se l’è fatta subito restituire. Senza che l’indiano opponesse diniego, senza fuga...».
Ma altri accertamenti vengono eseguiti per fare scattare il cosiddetto giudizio immediato. Un processo rapido con l’indiano comunque a rischio espulsione, come spiega Petralia: «Noi procediamo pure per il reato dell’articolo 10 bis, il reato di clandestinità. Insomma, per noi è un clandestino». Precisazioni ignorate dalle polemiche politiche e dalle valanghe di commenti su Internet. Forse quello che più la inquieta: «Non voglio parlare del mio stato emotivo, ma non c’è stata nessuna solidarietà. Gli ispettori? Sto preparando il resoconto della vicenda. Se lo chiederanno è pronto. Pesano le conseguenze mediatiche. Ma io penso di avere fatto solo il mio lavoro. Come cerco di fare tutti i giorni».
Gli strali sulla Rete
ragusa tentato rapimento in spiaggia
Pesa perfino il più innocuo degli strali via Facebook, quello di una consigliera comunale di Ragusa eletta con Grillo, poi espulsa dal movimento per affermazioni inneggianti al fascismo: «Vergognati e togliti la toga, non sei cosa». Ma la magistrata agli esordi non se la toglierà e il procuratore già prepara per lei la controffensiva invitando la Procura di Messina, competente per territorio, «a valutare le offese contro chi sta lavorando seriamente e applicando la legge».
2.LA MAMMA: «LEGGE MI FA VOMITARE»
VIDEO: http://mdst.it/03v640154/
Salvatore Frequente per il ''Corriere della Sera''
Sette ore di interrogatorio. L’indiano di 43 anni, davanti agli inquirenti, respinge l’accusa di tentato sequestro della bimba di 5 anni sulla spiaggia di Scoglitti e si dichiara innocente. Così, mentre si cerca di ricostruire la dinamica di quei minuti concitati, intorno all’una della notte, la nuova decisione del sostituto procuratore di Ragusa Giulia Bisello: Ram Lubhaya torna (per la seconda volta in pochi ore) in libertà.
Il tutto in un clima teso di polemiche e critiche sui social ed interventi duri di esponenti politici contro la decisione: i pm «offesi» si rivolgono alla magistratura di Messina mentre il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha chiesto all’ispettorato del Ministero di avviare gli accertamenti preliminari sul caso.
ragusa tentato rapimento in spiaggia
La ricostruzione
La vicenda risale a martedì pomeriggio quando una famiglia si trova sul lungomare della Lanterna di Scoglitti. Mentre erano in compagnia di alcuni amici si avvicina il 43enne indiano che saluta il gruppo in modo amichevole anche se - secondo quanto ricostruito - nessuno di loro lo aveva mai visto prima.
Approfittando di una distrazione dei genitori l’uomo - indiano, senza permesso di soggiorno e con precedenti penali per droga - afferra la bambina di 5 anni, la prende in braccio e si allontana. Notata la scena i genitori lo inseguono e riescono, per fortuna, a recuperare e mettere in salvo la piccola strappandola dalle braccia dell’uomo che però riesce a fuggire e a far perdere le sue tracce.
Tra la paura e la concitazione, alcuni dei presenti hanno subito chiamato il 112 e, una volta sul posto, i carabinieri hanno tracciato l’identikit dell’uomo, poi diffuso in tutta la zona. Trascorre circa un’ora e i militari lo hanno già individuato e bloccato nei pressi di riviera Lanterna. Scatta il fermo di polizia giudiziaria d’iniziativa per il reato di sequestro di persona aggravato e, d’intesa con il pubblico ministero Bisello della procura della Repubblica di Ragusa, l’uomo è trasferito in carcere.
Il giorno successivo però, per decisione dello stesso pm, l’indiano viene rilasciato dopo il rinvio dell’udienza di convalida del fermo. Da fonte investigativa si apprende che l’indiano, come ricostruito dalle testimonianze, aveva preso in braccio la bambina e l’ha tenuta per quasi un minuto, allontanandosi di circa 10 metri, prima dell’intervento dei genitori preoccupati dal suo atteggiamento.
La polemica e la nuova decisione
Ma la notizia si diffonde immediatamente sulla rete: la decisione scatena reazioni polemiche sui social network e da parte di numerosi cittadini del ragusano. Il «caso» approda anche in Parlamento con un’interrogazione del senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, che ha chiesto al ministro della Giustizia, Andrea Orlando, «di fare luce su quanto accade nel tribunale di Ragusa».
Poco dopo, nella giornata di venerdì, lo stesso pm, Giulia Bisello, chiede ai carabinieri di rintracciare l’indiano per interrogarlo, ma l’uomo è irreperibile. È stato trovato sabato in un casolare, a Scoglitti, ospite di altri cittadini stranieri. Portato in caserma è stato sotto torchio per circa sette ore e, alla fine dell’interrogatorio, viene rimesso in libertà.
Procuratore: «Agito secondo legge»
«È una vicenda che abbiamo trattato secondo legge». La Procura di Ragusa spiega di avere agito rispettando quanto previsto dal codice penale: «Per i reati ipotizzati di tentativo di sequestro e sottrazione di minore non è possibile confermare il fermo eseguito dai militari e pertanto non è stata richiesta l’udienza di convalida al gip», sottolinea il procuratore della Repubblica di Ragusa, Carmelo Petralia. «Resta il fatto inquietante dell’accaduto - aggiunge il procuratore - ma siamo in presenza di un indagato che non ha precedenti per reati specifici.
L’attività condotta dalla collega Giulia Bisello è irreprensibile perché non c’erano spazi giuridici per agire per la custodia cautelare dell’indagato. È probabile, dopo gli interrogatori di ieri sera, che chiederemo il giudizio immediato», conclude Petralia.
«Avrei gradito ministro solidale»
Ma sono anche le polemiche sulla decisione a causare la reazione della Procura di Ragusa: «Toccherà alla procura di Messina valutare le gratuite e volgari offese di internauti, esponenti politici e non, nei confronti del pm che si sta occupando dell’indagine», ribatte Carmelo Petralia.
Il procuratore della Repubblica di Ragusa commenta anche l’annuncio del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, di voler approfondire il caso sulla vicenda del tentato rapimento di una bimba di 5 anni. «Rientra nei suoi poteri - commenta Petralia - ma avrei gradito una dichiarazione di solidarietà nei confronti di un magistrato che applica la legge e fatta segno di pesanti e volgari offese».
La mamma: «Io vomito davanti alla legge italiana»
«Questa legge mi fa vomitare». È il secco commento della madre della bimba rilasciato a NewsMediaset. La donna, ancora scossa, contesta la decisione della magistratura di far tornare in libertà l’indiano: «Ieri siamo stati risentiti - ha detto in un’intervista - speranzosi che questa persona venisse anche solo espulsa dall’Italia, perché comunque io rischio di trovarlo giù a Scoglitti. Voglio solo dire che io vomito davanti alla legge italiana. Oggi ci è stato detto - si sfoga la mamma - che non ha concluso il reato, perché lui si doveva allontanare dalla nostra vista, lo dovevamo perdere di vista per poter dire che si stava portando via la nostra bambina. Lui si è avvicinato a noi come se conoscesse qualcuno e l’ha presa con sé per portarsela via. Lui si è fermato perché noi - conclude - lo abbiamo fermato».
L’indagato si proclama innocente
Intanto l’indiano indagato si difende. «Il mio assistito ha risposto a tutte le domande del pm, ha fornito la propria versione dei fatti e si è proclamato innocente», ha detto Biagio Giudice, legale di fiducia di Ram Lubhaya. L’avvocato ha spiegato che «il fermo operato dai carabinieri non era stato convalidato dal pm e con l’interrogatorio di sabato sera si è chiusa questa prima fase».
Il sostituto procuratore di Ragusa, Giulia Bisello, che ha in mano il caso, oltre ad interrogare l’indiano ha ascoltato anche i genitori della bambina e alcuni testimoni presenti nel lungomare della Lanterna durante quei concitati secondi.
Calderoli: «Intervenga il presidente della Repubblica»
Una vicenda che, pertanto, continua ad alimentare polemiche. Il vicepresidente del Senato e responsabile organizzazione e territorio della Lega Nord, Roberto Calderoli, critica «l’immobilità del Csm e del ministro della Giustizia» e fa appello al presidente della Repubblica per intervenire «di persona, nella sua qualità di presidente del Consiglio Superiore della Magistratura» per «aprire un procedimento disciplinare nei confronti di questo magistrato». La decisione di rimettere in libertà l’indiano, per Calderoli, ha vanificato «il lavoro difficile e pericoloso delle forze dell’ordine che lo avevano catturato».
3.'RAPISCE' BIMBA: INDIANO MINACCIATO, SPORGE DENUNCIA
(ANSA) - Ram Lubhaya, il cittadino indiano di 43 anni, accusato del tentato rapimento di una bimba di 5 anni, ha sporto oggi nei locali del commissariato di Polizia di Vittoria una denuncia contro ignoti per minacce. Nella sua denuncia l'uomo ha verbalizzato che mentre si trovava alla fermata del capolinea dei pullman di Scoglitti per recarsi nello studio del suo legale di fiducia, un giovane alla guida di uno scooter gli ha gridato: 'ti ammazzo', mimando col gesto di due dita l'atto di tagliargli la gola.