ugo poletti emanuela orlandi george carey

IL CASO ORLANDI COINVOLGE LA CHIESA ANGLICANA? – “DOMANI” SCODELLA UNA LETTERA DEL 6 FEBBRAIO 1993 INVIATA DALL’EX ARCIVESCOVO DI CANTERBURY GEORGE CAREY (CHE NEGA TUTTO) AL CARDINALE UGO POLETTI. CAREY SCRIVE: “LE CHIEDO DI VENIRMI A TROVARE PER DISCUTERE IN MERITO ALLA SITUAZIONE DI EMANUELA ORLANDI DI CUI SONO A CONOSCENZA” – PER IL VATICANO E' UN “FALSO SESQUIPEDALE” MA CAREY DICE CHE LA SUA FIRMA SEMBRA “GENUINA”. QUESTO DOCUMENTO DA' FIATO ALLA “PISTA INGLESE” DEL CASO ORLANDI, SECONDO CUI LA RAGAZZA È STATA TENUTA “PRIGIONIERA” IN UN OSTELLO RELIGIOSO DI LONDRA…

Estratto dell’articolo di Emiliano Fittipaldi ed Emanuele Midolo per “il Domani”

 

lord george carey c

«Cara Eminenza, dopo aver saputo che lei sarà qui a Londra per alcuni giorni, mi corre l’obbligo di chiederle di venirmi a trovare nei prossimi giorni per discutere personalmente in merito alla situazione di Emanuela Orlandi di cui sono a conoscenza. Dopo anni di carteggi scritti, credo sia giusto discutere personalmente di una questione così importante. Cordiali saluti».

 

Così scriveva l’ex arcivescovo di Canterbury George Carey al cardinale Ugo Poletti, o almeno così vuole far credere una presunta missiva «confidenziale» datata 6 febbraio 1993 e consegnata da Pietro, fratello della ragazzina scomparsa nel 1983, agli inquirenti vaticani che da qualche mese stanno indagando su uno dei cold case più noti d’Italia.

 

UGO POLETTI

Domani ha ottenuto il documento di cui Orlandi e il suo avvocato Laura Sgrò hanno annunciato in tv l’esistenza un mese fa, e lo pubblica ora sul quotidiano e sul sito. Il dispaccio firmato da Carey sarebbe stato spedito dall’allora primate della chiesa anglicana (la cui residenza ufficiale è Lambeth Palace, citata nell’intestazione) a un indirizzo di Londra diventato celebre negli ultimi anni.  Quello cioè dell’ostello femminile di proprietà dei padri scalabriniani, inserito in una delle voci contabili di una presunta nota spese firmata nel 1998 dall’allora numero uno dell’Apsa, cardinale Lorenzo Antonetti.

PRESUNTA LETTERA INVIATA GEORGE CAREY A UGO POLETTI

 

Un documento che elenca i soldi spesi dal Vaticano per «l’allontanamento domiciliare» della Orlandi, divulgato da chi vi scrive nel 2017 e subito bollato come «falso e ridicolo» dalla Santa sede. La missiva di Carey, rivolta a Poletti che al tempo era arciprete della basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, si conclude così: «Mi faccia sapere se ha bisogno di un traduttore personale o se ne porterà uno con lei. Aspetto una sua risposta nei prossimi giorni». Firmato, a penna: «Cordiali saluti, George Cantuar».

 

«Cantuar» sta Canterbury in latino: gli arcivescovi anglicani firmano così, con una croce anteposta al nome di battesimo Fosse genuino, il messaggio sarebbe di interesse notevole, perché di fatto complementare alla storia disegnata dalla lettera di cinque pagine di Antonetti.

 

EMANUELA ORLANDI 5

Quest’ultima si presenta come un «resoconto sommario delle spese» sostenute dal Vaticano, redatto come documento di sintesi «delle prestazioni economiche resosi necessarie a sostenere le attività svolte a seguito dell’allontanamento domiciliare e delle fasi successive allo stesso della cittadina Emanuela Orlandi».

 

[…] Nella prima pagina delle spese, quelle che vanno dal 1983 al 1985, una voce indica «rette vitto e alloggio 176 Chapman Road Londra», e una spesa relativa di otto milioni. Nella capitale inglese esistono tre strade con quel nome, ma nessuna con quel civico. […]

 

emanuela orlandi cimitero teutonico

La missiva firmata «George Cantuar» consegnata da Pietro Orlandi al promotore di giustizia Alessandro Diddi, che qualche mese fa ha aperto il caso giudiziario in Vaticano per provare a dare rispose alla famiglia dopo quarant’anni di silenzi e reticenze, viene spedita da Carey a Poletti allo stesso indirizzo citato nel documento di Antonetti: Clapham Road 170, che è un altro ingresso del comprensorio.

 

Il dettaglio, dunque, accrediterebbe la cosiddetta “pista inglese” e la stessa missiva di Antonetti. In cui – come è noto – si lascia intendere sia la partecipazione di Poletti all’affaire Orlandi (una voce ipotizza che 80 milioni siano stati spesi per «l’attività di sua Eminenza Reverendissima cardinale Ugo Poletti»). […]

 

EMANUELA ORLANDI

Dubbi e falsari Fosse vera la lettera di Carey sarebbe dunque il primo elemento concreto che avvalorerebbe le cinque pagine. Domani, in attesa delle conclusioni delle indagini dei magistrati di Francesco, ha cercato di verificare per quanto possibile l’attendibilità del documento. Che presenta certamente più di un interrogativo. L’inglese in molti passaggi è maccheronico. Il testo non sembra scritto da un madrelingua, ma forse da un italiano che traduce alla lettera.

 

Anche in questo caso, come nella lettera di Antonetti, la carta non è intestata né timbrata. I riferimenti temporali sono corretti (Carey, che aveva ottimi rapporti con Giovanni Paolo II, era arcivescovo di Canterbury da meno di due anni, Poletti era stato fatto arciprete nel 1991) ma non è chiaro per quale motivo il capo della chiesa anglicana avrebbe dovuto essere partecipe del caso Orlandi che terremotava i cattolici. Domani ha inoltre mostrato la lettera a Carey in persona, che vive a Londra e ha 87 anni.

 

PAPA BERGOGLIO PIETRO ORLANDI E LA MADRE DI EMANUELA

Il suo segretario, il figlio Andrew, spiega che della faccenda di Emanuela l’ex arcivescovo «non ne sa nulla, e non crede che la questione sia mai stata sottoposta alla sua attenzione. La lettera inoltre non è autentica: è scritta su carta che non reca un’intestazione corretta, contiene errori di sintassi e di grammatica e sarebbe stata ritenuta non conforme ai criteri qualitativi per la corrispondenza di Lambeth Palace».

 

emanuela orlandi mirella gregori

Invece Carey riconosce la firma in calce come autentica: «La firma sembra genuina». Fosse davvero una patacca, un falsario avrebbe dunque composto il documento, appiccicando la firma dell’ex arcivescovo (su Ebay abbiamo trovato delle cartoline in vendita dove appare un autografo di Carey molto simile) a un testo farlocco mal scritto, per poi spedire la patacca in formato digitale a Pietro Orlandi che lo ha denunciato al Vaticano.

pietro orlandi, fratello di emanuela orlandi

 

EMANUELA ORLANDI

Fonti interne alla Città Santa spiegano che la gendarmeria e i promotori non hanno ancora sentito l’arcivescovo Carey, ma chiariscono che Diddi (e papa Francesco, che è stato messo al corrente) sono «tranquilli: la lettera è un falso sesquipedale».  […]

 

Ultimi Dagoreport

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…