antonio montani cai

ABUSI AD ALTA QUOTA? È BUFERA SUL CAI, IL CLUB ALPINO ITALIANO CHE HA 330 MILA SOCI: IL PRESIDENTE ANTONIO MONTANI È STATO QUERELATO PER MOLESTIE NEI CONFRONTI DI UNA COLLABORATRICE – UNA TRENTINA TRA SCRITTORI E ALPINISTI, DA PAOLO COGNETTI A ENRICO BRIZZI, HANNO CHIESTO LE SUE DIMISSIONI – MA MONTANI TIRA DRITTO: “È UNA DENUNCIA INFONDATA. E ADESSO IL PUBBLICO MINISTERO, UNA DONNA, HA CHIESTO L'ARCHIVIAZIONE. VEDIAMO CHE COSA DECIDERÀ IL GIUDICE”

Enrico Martinet per “La Stampa”

 

Antonio Montani presidente Cai 2

Tre lettere e un processo. Ed è bufera sul Cai, il Club alpino italiano che ha 330 mila soci. Querelato per molestie nei confronti di una collaboratrice è il presidente del Cai Antonio Montani, 50 anni, di Verbania, eletto a maggio con code polemiche.

 

Una delle tre lettere rese pubbliche è la sua, in risposta alle due di 34 persone, tra scrittori e alpinisti, che gli hanno chiesto di dimettersi. O, come dice uno dei firmatari, lo scrittore Paolo Cognetti: «Fermati e risolvi, fai un passo di lato, indietro. È un atto di prudenza e di rispetto».

 

Antonio Montani e Sergio Mattarella

Montani dice: «È una denuncia che mi ha sconvolto la vita. È infondata, perché mai dovrei dimettermi? E adesso il pubblico ministero, una donna, ha chiesto l'archiviazione. Vediamo che cosa deciderà il giudice».

 

Un altro scrittore che gli chiede le dimissioni, Enrico Camanni, gli risponde a distanza: «Ovviamente Montani è innocente fino a prova contraria e saranno i giudici a giudicare. Il punto è un altro, è eticamente giusto e ragionevole che una persona sotto giudizio, per di più per una questione che coinvolge una collaboratrice del Cai, faccia il presidente del sodalizio? Può avere la libertà e l'autorità per presiedere? Qui il nostro punto di vista e il suo divergono».

 

I fatti si riferiscono a settembre dell'anno scorso, a Venezia, quando un gruppo del Cai era in città per assistere a eventi cinematografici satelliti della Mostra. A quell'epoca Montani era il candidato unico alla presidenza.

 

paolo cognetti. sogni di grande nord

Dopo la querela Montani ha depositato una memoria. Dice: «In un reato del genere c'è l'inversione dell'onere della prova e lo trovo giusto. Se però l'accusa chiede l'archiviazione. Secondo me la ragazza è una vittima. Mi son fatto la mia idea perché c'era una serie di persone che non mi voleva alla presidenza. È molto grave quello che è successo, quando tutto sarà finito tirerò fuori le carte, spiegherò perché non è questione solo personale. Una vicenda infamante che non ha fatto molto male soltanto a me e alla mia famiglia».

 

Nella campagna per la presidenza la storia è venuta fuori, ma Montani non si è fatto da parte nonostante le pressioni. Si è così presentato un antagonista, Francesco Carrer. E il 30 maggio Montani è stato preferito a Carrer per soli 7 voti: 452 contro 445. E subito dopo, Carrer e Lorella Franceschini hanno dato le dimissioni da vicepresidenti. A quel punto sul neo consiglio direttivo monco aleggiava il fantasma del commissariamento.

Antonio Montani presidente Cai

 

 Montani dice: «Faremo due vicepresidenti, così come ci ha chiesto il ministro Massimo Garavaglia, a settembre». E proprio ieri il direttivo ha dato mandato al presidente di incaricare una società di esaminare l'attività del Cai negli ultimi anni. Montani: «Sono emersi interrogativi».

 

Nella lettera dei 34 compare anche l'alpinista altoatesina Tamara Lunger, il meteorologo Luca Mercalli, la scrittrice Mirella Tenderini, la guida alpina di Courmayeur Anna Torretta, il regista Carlo Alberto Pinelli, lo scrittore Enrico Brizzi, l'artista Nicola Magrin.

 

Dopo la lettera di difesa di Montani, in cui scrive le sue motivazioni, i 34 replicano: «Il bene del Club Alpino Italiano è il motivo principale per cui abbiamo intrapreso questa azione. Troviamo che il Cai debba restare fuori da una vicenda di tale portata etica, ed è un atto di responsabilità quello che le abbiamo chiesto. Cioè l'atto di anteporre il bene del Cai al proprio, rinunciando alla sua carica di Presidente per poter autonomamente giungere a una definitiva soluzione della vicenda».

Antonio Montani presidente Cai 4Antonio Montani presidente Cai 3paolo cognetti vinctore del premio strega (8)enrico brizzienrico brizziluca mercalliluca mercalli lanciato da che fuori tempo che fapaolo cognetti. sogni di grande nord

 

Ancora: «Ci lasci dire che la rinuncia le avrebbe fatto onore. Prendiamo atto del suo rifiuto, con le motivazioni che ci ha inviato e che ci sembrano insufficienti».

Ultimi Dagoreport

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…