IL CASO REGENI NON È SERVITO A NULLA: L'ITALIA CONTINUA A FARSI PRENDERE A PESCI IN FACCIA DALL'EGITTO - IL CONSOLE ITALIANO AL CAIRO HA PROPOSTO LA SCARCERAZIONE IMMEDIATA DEL PORNOATTORE ITALIANO ELANAIN SHARIF, ARRESTATO NELLA CAPITALE EGIZIANA. LA RISPOSTA: UN SECCO NO - DAL 9 NOVEMBRE SHERIF È RECLUSO IN CARCERE "IN CONDIZIONI INUMANE", SENZA CHE SIA STATO ACCUSATO DI UN REATO SPECIFICO - L'AVVOCATO DELLA FAMIGLIA: "MI HANNO PARLATO VAGAMENTE DI 'MOTIVI IMMORALI'. SI FA RIFERIMENTO AI SUOI FILM PORNO CHE SAREBBERO DIFFUSI IN EGITTO, DOVE I CONTENUTI EROTICI ONLINE SONO ILLEGALI" - L'APPELLO DELL'ATTRICE HARD, "MARY RIDER"
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Estratto dell'articolo di Gabriele Bojano per il “Corriere della Sera”
Si trova dal 9 novembre scorso recluso in carcere «in condizioni inumane» Sherif Elanain, 44 anni, nato in Egitto ma cittadino italiano che risiede a Terni. L’uomo, che fino al 2021 ha fatto l’attore e produttore di film pornografici con il nome d’arte Sheri Taliani, è stato fermato dalle autorità egiziane al suo arrivo all’aeroporto del Cairo, proveniente dall’Italia, in compagnia di madre e moglie.
Quello che sembrava un controllo di routine è diventato un incubo nel momento in cui ha consegnato alle autorità locali il passaporto egiziano: trattenuto a lungo negli uffici, ne è uscito con le manette ai polsi. È stato portato prima nel carcere del Cairo e poi trasferito in quello di Alessandria d’Egitto. Sconvolte la madre e la moglie, che immediatamente si sono attivate per chiederne la liberazione.
Il problema è che non si conosce il motivo ufficiale per cui Sherif è stato arrestato. O meglio, si può intuire: la sua attività di porno attore. Mary Rider, all’anagrafe Mariagiovanna Ferrante, con un passato da giornalista, è una collega del performer egiziano che per prima, sul Corriere del Mezzogiorno, ha dato l’allarme sulla sua misteriosa «sparizione»:
«Un attore a luci rosse in Egitto non passa inosservato, è una novità assoluta. Lui, poi, è molto conosciuto nel suo Paese che sulla pornografia ha un atteggiamento intransigente». Conferma l’avvocato Alessandro Russo di Foligno, legale della famiglia: «Io non ho ricevuto alcuna contestazione scritta — dice — finora mi hanno parlato vagamente di “motivi immorali”, probabilmente si fa riferimento ai suoi film che sarebbero andati in giro per l’Egitto dove la diffusione di contenuti erotici online è considerata reato. Per questo motivo l’attore doveva essere già schedato».
La madre di Sherif, Ahmed Lobna, è riuscita a parlare con il figlio per soli due minuti il giorno dopo l’arresto. Quello che ha saputo sulle sue condizioni in carcere ha però dell’inquietante: «Ha raccontato — riprende l’avvocato Russo — che non può dormire, ci sono due-tre persone che lo costringono a stare sempre in piedi, si può stendere solo mezzora e, se vuole sedersi, deve pagare. Sembra che gli abbiano offerto sostanze stupefacenti. Alla signora è stato vietato di portargli generi di conforto, persino un cambio di vestiario». [...]
L’epilogo del caso Regeni ha il peso di un macigno sulle diplomazie internazionali. «La signora — riprende il suo legale — ha incontrato giorni fa il console italiano in Egitto che le ha spiegato che non può interferire nelle vicende interne di uno Stato sovrano né intervenire nel merito delle accuse. Può però verificare che da cittadino italiano riceva un trattamento umano in carcere».
Sembrerebbe inoltre che il console abbia provato a proporre al ministero dell’Interno egiziano la scarcerazione immediata di Elanain affinché venga processato in Italia qualora siano accertate le sue responsabilità. Ma la risposta sarebbe stata un netto rifiuto.
Solo quindici giorni prima dell’arresto Sherif Elanain scriveva fiducioso sul suo profilo Facebook: «Sono ottimista per il futuro dell’Egitto perché il presidente della Repubblica sicuramente aprirà la strada verso la stabilità politica e la prosperità economica, indipendentemente dalle difficoltà».
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