NUOVO COLPO DEI MAGISTRATI CONTRO MELONI – LA CASSAZIONE HA STABILITO CHE ALLA POLITICA SPETTA IL COMPITO DI STILARE UNA LISTA DI “PAESI SICURI” DA CUI PROVENGONO I MIGRANTI E DI FISSARLA PER DECRETO, MA “IL GIUDICE PUÒ VALUTARE LA SUSSISTENZA DEI PRESUPPOSTI DI LEGITTIMITÀ DI TALE DESIGNAZIONE E DISAPPLICARE IL DECRETO MINISTERIALE” – LA SENTENZA, CHE RIGUARDA UN MIGRANTE TUNISINO A CUI ERA STATA NEGATA LA PROTEZIONE INTERNAZIONALE, NEI FATTI DÀ RAGIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA CHE SI ERA APPELLATA CONTRO IL MINISTERO DELL’INTERNO…
Estratto dell’articolo di Viola Giannoli per “la Repubblica”
GIORGIA MELONI CON DUE RAGAZZI DI COLORE - FOTO LAPRESSE
Alla politica spetta certo il compito di stilare una lista di Paesi sicuri da cui provengono i migranti e di fissarla per decreto, ma la magistratura può valutare se, in casi specifici, un Paese sicuro lo sia per davvero e può disapplicare la norma.
È un altro colpo al governo Meloni sulla gestione dei migranti la conclusione a cui è arrivata la Cassazione nella sentenza pubblicata ieri. Che, in sostanza, dà ragione al tribunale civile di Roma che alla Corte si era appellata contro il ministero dell’Interno.
Il rinvio pregiudiziale, proposto sul caso di un migrante tunisino al quale era stata negata la protezione internazionale, risale al primo luglio scorso e fa dunque riferimento alla normativa in vigore prima che il governo approvasse, a ottobre, il nuovo decreto legge per tentare di far funzionare l’operazione Albania e blindare l’elenco aggiornato dei Paesi sicuri sul quale la Cassazione prima e la Corte di giustizia europea dovranno pronunciarsi.
IL DECRETO LEGGE SUI PAESI SICURI - VIGNETTA BY ELLEKAPPA
Ma intanto la Cassazione ha stabilito un principio di diritto. E cioè che «il giudice può valutare la sussistenza dei presupposti di legittimità di tale designazione, ed eventualmente disapplicare in via incidentale il decreto ministeriale» sui Paesi di origine sicuri quando «la designazione operata dall’autorità governativa contrasti» con le legge italiane ed europee.
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I giudici riuniti in camera di consiglio il 4 dicembre chiariscono che certo spetta «al circuito democratico della rappresentanza popolare la scelta politica di prevedere, in conformità della disciplina europea, un regime differenziato di esame delle domande di asilo per gli stranieri che provengono da paesi di origine sicuri». E dunque il giudice «non può sostituirsi al ministro degli Affari esteri» né «può annullare con effetti erga omnes il decreto ministeriale».
MEME GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI
Ma al tempo stesso, scrivono i giudici della Cassazione, il decreto ministeriale «non è un atto politico, fuori dal diritto e dalla giurisdizione». E non è «vincolante per il giudice ordinario». Anzi, il giudice «ha un potere di accertamento che non può essere limitato dalla circostanza che uno stato sia incluso nell’elenco dei Paesi sicuri sulla base di informazioni vagliate unicamente nella sede governativa».
Per Angelo Bonelli di Avs, «la sentenza è una sconfitta evidente per un governo che punta solo alla propaganda e all’attacco ai diritti fondamentali». [...]
Ma per la destra si tratta di una «lettura totalmente falsata» perché, spiega la responsabile immigrazione di Fdi Sara Kelany, «la Corte di Cassazione ha chiaramente stabilito che sia la politica deputata ad individuare i Paesi sicuri ed la magistratura a decidere sui casi concreti».
CENTRI MIGRANTI IN ALBANIA - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA
Dall’Europa arriva però un’altra bacchettata: l’Italia aveva diramato mesi fa una circolare in cui invitava i 27 Paesi della Ue a sospendere temporaneamente tutti i trasferimenti di migranti poiché mancavano i posti nelle strutture. Ma per la Corte Ue la sospensione unilaterale non basta a indicare «carenze sistemiche» tali da giustificare lo stop.