ALTRO CHE CENSURA A ROVELLI: IL VERO GUAIO PER RICARDO FRANCO LEVI, COMMISSARIO STRAORDINARIO DEL GOVERNO PER LA FIERA DEL LIBRO DI FRANCOFORTE, LO RIVELA “LIBERO” - “A VINCERE LA GARA PER LA CURA DELLA COMUNICAZIONE DELLA MISSIONE ALLA BUCHMESSE È STATA LA IFC NEXT, DOVE LAVORA ALBERTO LEVI, FIGLIO DEL COMMISSARIO”. DOPO LA PUBBLICAZIONE DELL'ARTICOLO, LEVI SENIOR HA INVIATO LA LETTERA DI DIMISSIONI
DAGONOTA
Dopo l’articolo di “Libero” di questa mattina (a seguire), Ricardo Franco Levi, commissario straordinario del governo italiano per la fiera internazionale del libro di Francoforte, si è dimesso.
IL GURU PD DÀ L’APPALTO ALLA SOCIETÀ DEL FIGLIO
Estratto dell’articolo di Lorenzo Mottola per “Libero quotidiano”
Si chiama Frankfurter Buchmesse e come tutti i nomi tedeschi incute un po’ timore, anche se in effetti si tratta della innocua fiera internazionale del libro che si terrà in Germania nel 2024 e della quale l’Italia sarà ospite d’onore.
Come qualcuno ricorderà, il commissario straordinario del governo per coordinare la nostra partecipazione risponde al nome di Ricardo Franco Levi, ex sottosegretario all’editoria del governo Prodi, tornato a far parlare di sé nelle scorse settimane per la scelta di espellere dalla squadra tricolore il fisico Carlo Rovelli, ritenuto colpevole di aver espresso posizioni poco ortodosse sulla guerra in Ucraina (sostanzialmente, è stato accusato di essere un filo putiniano).
Una scelta che ha sollevato un polverone, tanto che alla fine Levi ha riconosciuto l’errore e si è scusato […].
Il problema dei polveroni, però, è che a volte innescano piccole reazioni a catena. Succede, infatti, che nel sottobosco dei palazzi del potere romano da qualche settimana si sia acceso un piccolo dibattito su Levi. Una consulenza da lui assegnata, in particolare, sta facendo storcere il naso a tanti.
A vincere la gara per la cura della comunicazione della missione italiana alla Buchmesse (nel dettaglio, la realizzazione del logo, del motto e del messaggio che accompagnerà la delegazione) è stata la IFC Next, nota società con base a Bruxelles. Primo problema: perché l’Italia è andata a pescare un’azienda in Belgio e non, tanto per fare un esempio, in Italia? E poi c’è il fatto che nella IFC lavora un altro Levi, Alberto, che è in effetti è anche il figlio del commissario. Ecco spiegate le maldicenze sull’ex parlamentare Pd.
Per ottenere qualche spiegazione al riguardo ci siamo rivolti direttamente a Levi senior: «La IFC Next è una delle grandi compagnie di comunicazione europee», racconta l’ex fedelissimo di Prodi, «che ha come clienti il Parlamento europeo e le massime istituzioni di Bruxelles. Per cui sono abituati a occuparsi di progetti su scala internazionale e ad avere come controparte istituzioni pubbliche».
Prima di arrivare al contratto, però, c’è stata una selezione: «[…] abbiamo fatto una gara cui hanno partecipato svariate compagnie e la ICF Next ha vinto perché sia per progettualità che per costo era di gran lunga quella più indicata, a nostro avviso». Va detto che si tratta di una gara un po’ particolare: alla fine la responsabilità di scegliere è solo di Levi, quindi non resta che fidarsi visto che le cifre non ce le può fornire.
E qualche dubbio a qualcuno resterà: «Sì ma voglio specificare che mio figlio pur lavorando a IFC Next non si è mai occupato di questo progetto e quel lavoro se l’è trovato da solo, perché una sua amica si era dimessa...». Le strade di Levi padre e figlio, quindi, si sarebbero incrociate per caso sulla strada di Francoforte. […]
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