chernobyl

PAURA NUCLEARE! LA CENTRALE DI CHERNOBYL È SENZA CORRENTE E SI RISCHIANO PERDITE RADIOATTIVE SE IL SISTEMA NON RIPARTE ENTRO DUE GIORNI. I GENERATORI DIESEL HANNO UN'AUTONOMIA DI 48 ORE, POI I "SISTEMI DI RAFFREDDAMENTO SMETTERANNO DI FUNZIONARE" - MA L'AGENZIA INTERNAZIONALE HA SCRITTO DI "NON OSSERVARE PARTICOLARI CRITICITA'"

 

Massimo Sideri per il corriere.it

 

«Silenzio» da Chernobyl.

 

Centrale di Chernobyl occupata dai russi 2

Come denunciato dall’Aiea, l’Agenzia internazionale dell’energia atomica, il sistema di monitoraggio delle radiazioni non trasmette più informazioni da quando il sito è sotto il controllo delle armate russe. Inoltre Chernobyl stessa sarebbe stata staccata dalla rete elettrica: è stata la società ucraina Npc Ukrenergo a comunicare che l’impianto di Chernobyl «è stato disconnesso dalla rete a causa dei combattimenti nell’area» (anche se era già inattiva, cioè i tre reattori non esplosi nell’86 erano stati già spenti dalla fine del secolo scorso).

 

Secondo il ministro degli Esteri ucraino, Kuleba, per ricollegare Chernobyl alla rete è necessario un cessate il fuoco. Energoatom, l’azienda statale che sovrintende il nucleare in Ucraina, ha denunciato che la situazione può portare al rilascio di materiale radiattivo: «I generatori diesel» hanno un’autonomia di 48 ore, «poi i sistemi di raffreddamento per i depositi di materiale nucleare smetteranno di funzionare, rendendo imminente il rilascio di radiazioni».

 

Centrale di Chernobyl occupata dai russi

L’Aiea ha però scritto in un comunicato di «non osservare particolari criticità» derivanti dal distacco dalla rete elettrica, perché la centrale dispone di «sufficiente acqua per il raffreddamento del materiale nucleare esausto». Resta, però, l’allerta per la violazione di uno dei «pilastri» fondamentali per la sicurezza nucleare.

 

Cosa vuole dire?

 

Tutti ricordano il disastro di Chernobyl, nei pressi di Kiev, dell’86. Pochi ricordano però che non fu il primo.

 

Sette anni prima, nel 1979, ci fu un incidente molto grave negli Stati Uniti, in Pennsylvania: quello della centrale elettrica nucleare di Three Mile Island. Nella scala che misura la pericolosità degli incidenti nucleari si arrivò a 5 su un massimo di sette. Il contenimento dei danni della centrale (il reattore è stato spostato in seguito in un’altra località) permette oggi ad alcune persone di vivere sempre vicino a quest’isola in mezzo a un fiume.

 

Tank russi davanti alla centrale di Chernobyl

Ma è comunque dalla Pennsylvania che bisogna partire per comprendere cosa sono i «7 pilastri della sicurezza nucleare» citati in questi giorni dal direttore generale dell’Aiea, l’argentino Rafael Mariano Grossi.

 

I Sette pilastri della saggezza nucleare iniziarono a prendere forma proprio dopo il ‘79 con la visita dell’allora presidente degli Stati Uniti, Jimmy Carter, al complesso. E poi, certo, con Chernobyl dove è presumibile che il sistema di monitoraggio delle radiazioni funzioni ancora ma che siano state bloccate le trasmissioni verso l’esterno (solo il movimento di mezzi pesanti sul territorio circostante nei giorni scorsi aveva sollevato da terra pulviscolo facendo alzare il livello di radiazioni nell’aria di sei volte). Perché è un problema al punto che lo stesso Grossi ha chiesto di poter andare fisicamente a visitare lo stato dell’area di Chernobyl e della centrale?

 

RADIAZIONI A CHERNOBYL

La lista può sembrare una semplice formalità da depennare. Ma come abbiamo imparato nel volo aereo il rispetto delle procedure è tutto.

 

I sette pilastri sono:

- integrità delle strutture,

- rispetto delle procedure,

- libertà di fare domande e lavorare senza stress,

- controllo logistico,

- monitoraggio delle radiazioni,

- competenze,

- comunicazioni.

 

carri armati russi di fronte alla centrale nucleare di chernobyl

Almeno due se non tre di queste voci non sono attualmente rispettate anche nella più grande centrale atomica d’Europa, quella di Zaporizhzhia che le truppe russe hanno occupato nella notte tra il 3 e il 4 marzo: le comunicazioni (internet e telefoni bloccati), la libertà di porre domande (il commando è stato preso dai militari russi ed è irrealistico pensare che il personale tecnico possa lavorare senza stress) e la logistica senza interruzioni (come sempre in un’area di guerra).

 

Il secondo pilastro legato allo stress - che era stato sollevato come potenziale problema dall’esperto di energia e dirigente del Cnr, Nicola Armaroli prima ancora dell’attacco russo - è il diretto risultato di Chernobyl.

 

chernobyl 1986 3

Nella serie Sky sul disastro si vede bene come l’ottusità gerarchica vigente all’epoca nell’Urss, già in via di disfacimento nell’86, non permettesse di sollevare domande. E questo ha sicuramente avuto un ruolo nell’evento (va ricordato che il reattore di Chernobyl era un RBMK-1000, una tecnologia russa che usava la grafite ed era molto instabile a basse temperature. L’incidente atomico del 1986 accadde durante un test in queste condizioni. I reattori attivi in Ucraina usano un’altra tecnologia, la Vver).

 

Va ricordato che con il disastro di Fukushima i sette pilastri non sono bastati. Non sono compatibili con disastri ambientali fuori scala o con una guerra in corso. È difatti la prima volta che dei siti attivi nucleari di uno Stato vengono occupati militarmente.

 

chernobyl 1986

Con l’attacco alle centrali Vladimir Putin non sta rispettando anche l’articolo 56 dell’integrazione al trattato di Ginevra («Protezione delle opere e installazioni che racchiudono forze pericolose 1. Le opere o installazioni che racchiudono forze pericolose, cioè le dighe di protezione o di ritenuta e le centrali nucleari per la produzione di energia elettrica, non saranno oggetto di attacchi, anche se costituiscono obiettivi militari»).

 

Solo uno dei molti altri articoli deturpati, in questi giorni, del Trattato.

 

Chernobyl

Ps. Il disastro della Pennsylvania al tempo alimentò anche il successo di un film: solo 12 giorni prima, sempre nel marzo del 1979, era uscito al botteghino «La Sindrome cinese», con Jane Fonda, Jack Lemmon e Michael Douglas: parlava di un disastro nucleare a Los Angeles.

Ultimi Dagoreport

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…