E LA CHIAMANO ESTATE - AZIENDE APERTE, POCHI SOLDI, PARTIRÀ SOLO UN ITALIANO SU DUE - INDAGINE DEMOSKOPIKA: A FRENARE LE PRENOTAZIONI ANCHE LA PAURA DI UNA RIPRESA DEL CONTAGIO - "TANTI ASPETTERANNO L'ULTIMO MINUTO PER DECIDERE". E DA JESOLO A CATTOLICA SI CONFIDA NEL RITORNO DEGLI STRANIERI - IL SEGMENTO PIÙ IN SOFFERENZA SONO GLI HOTEL DI LUSSO E D'AFFARI E QUELLI DEI CENTRI STORICI NELLE CITTÀ D'ARTE...
Ombrelloni e sdraio - a debita distanza - sono pronti. Il meteo, dopo un inizio giugno così così, promette abbastanza bene. Ma l'estate del turismo tricolore, già orfana di molti ospiti stranieri (Angela Merkel compresa), rischia ora la tempesta perfetta: il forfait degli italiani.
«Fate le vacanze nel nostro Paese» aveva chiesto a tutti il premier Giuseppe Conte a fine maggio. Facile a dirsi, più difficile a farsi: «Il mercato è ancora fermo » ammette un po' sconsolato Massimo Cavalieri, presidente degli albergatori di Cattolica.
La gente - dice - «è disorientata sulle misure di sicurezza e ha pochi soldi in tasca». Risultato: un italiano su due - stima un'indagine Demoskopika - passerà luglio e agosto a casa. «Oppure al lavoro - aggiunge Marco Daddio, presidente dell'Associazione balneari di Lidi di Camaiore - visto che molte aziende, dopo la chiusura forzata del lockdown, stanno pensando di non chiudere in estate».
CORONAVIRUS AL MARE CALDO ESTATE
Il mercato, a dire il vero, qualche timido segnale di risveglio ha iniziato a darlo. Il segmento più in sofferenza sono gli hotel di lusso e d'affari e quelli dei centri storici nelle città d'arte. Molti non hanno nemmeno ripreso l'attività. Solo il 25% delle strutture ricettive - calcola Confindustria alberghi - era aperto a inizio giugno. Ora però - specie al mare e in montagna - il vento sembra essere un po' girato.
«In Romagna il 90% degli hotel sarà operativo a fine mese», dice Cavalieri. «Il nostro centralino ha ripreso a squillare quando è stata fissata la data per la riapertura delle frontiere con Germania e Austria » assicura Alberto Maschio, presidente degli albergatori di Jesolo. A latitare però, almeno per ora, sono proprio gli italiani. «Chiamano, si informano, chiedono preventivi - spiega Cavalieri - . Ma poi non confermano. E di prenotazioni ne arrivano poche». Il perché di tanta incertezza non è difficile da spiegare. Il fattore della spesa, ovviamente, pesa.
Otto milioni di connazionali - calcola Demoskopika - faranno l'estate a casa «perché non hanno la possibilità economica» di programmare un viaggio. Ben 400 mila persone, del resto, hanno perso il lavoro tra aprile e maggio. Nel periodo più duro della pandemia 7,8 milioni di dipendenti erano in cassa integrazione (incassata spesso con forte ritardo) e 3,5 milioni di autonomi hanno chiesto il bonus da 600 euro. In teoria - a sostegno del turismo - ci sarebbe il buono vacanze da 500 euro a famiglia stanziato dal governo, con 2,4 miliardi di copertura.
«Ma per ora non mi sembra funzionare molto», dice Maschio anche perché allo stato «nessuno dei miei clienti è ancora riuscito a capire bene dove si può trovarlo », ride Daddio. I soldi che mancano non sono però l'unica spiegazione. «Lei ha già deciso dove andrà in vacanza quest' anno? - chiede scherzando, ma non troppo, il numero uno dei balneari di Camaiore - . Io no. Avrei i mezzi e il tempo per farlo. Ma ancora non so cosa fare».
Il motivo? I timori sulla sicurezza sanitaria causa-Covid. Il 24,9% degli italiani - secondo Demoskopika - vorrebbe viaggiare ma ha paura di esporsi al rischio contagio. Quattro persone su 10 - tra quelli che andranno in ferie - sceglieranno "le soluzioni ricettive più sicure" come le case, se possibile di parenti e amici. «Io ho recensioni eccellenti ovunque. Ma l'ultimo weekend c'è stata una famiglia che si è presentata ai miei bagni solo per verificare igiene e misure preventive anti-coronavirus - spiega Daddio un po' punto nell'orgoglio - Non mi era mai successo e per fortuna, dopo il test, hanno prenotato per agosto».
Un'altra nube all'orizzonte è il rischio che molte aziende non chiudano per ferie ad agosto. «Le capisco, hanno è perso tre mesi di lavoro - dice Cavalieri - . Se fossi in loro anche io chiederei ai dipendenti di rimboccarsi le maniche e di spostare le vacanze in altra data». Questa incertezza costringe molti italiani - «spesso i clienti più vecchi e abitudinari», dice Maschio - a decidere all'ultimo cosa fare.
«Dieci minuti fa mi ha chiamato una cliente e mi ha chiesto di spostare le sue settimane - racconta Cavalieri - . Per me è un guaio. Ma è una persona che viene a Cattolica da noi da vent' anni. Come fai a dire di no?».
L'obiettivo insomma è ridurre al minimo di danni. «Io ho potuto mettere solo il 65% degli ombrelloni per rispettare il distanziamento e se va bene farò il tutto esaurito da metà luglio a fine agosto», auspica Daddio. «Io sarei contento di riempire il 50% delle camere», spiega Cavalieri. «Sono ottimista ma siamo partiti da zero - conferma Maschio - . Per noi a Jesolo l'obiettivo è il 50% e speriamo di fare un po' meglio», Nella speranza che il miraggio della vacanza autarchica dell'estate 2020 non finisca in una bolla di sapone.
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