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“SALIRE SUL PALCO È MEGLIO CHE SCOPARE. NON NE POTEVO PIÙ DI GUARDARE CONCERTI SU YOUTUBE” – QUEL CICLONE CHIAMATO BLANCO METTE A SEGNO UN TOUR CON 300MILA BIGLIETTI VENDUTI IN POCHE ORE. E ALLA PRIMA DATA DEL CONCERTO SI PRESENTA A TORSO NUDO E SI METTE UN REGGISENO. SPACCA DUE SEDIE, MA SI EMOZIONA PER LA MAMMA: “NON VOGLIO FARE IL MASCHIO ALFA. VEDERLA ORGOGLIOSA È STATO BELLO” - LA STOCCATA AD ACHILLE LAURO: “NON AVREI CERCATO LA STRADA DI SAN MARINO…” - VIDEO

 

Andrea Laffranchi per il “Corriere della Sera”

 

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Nella cameretta di Blanco ci stanno 3 mila persone. C'è un lettone enorme, un orsacchiotto fuori misura, una poltrona gigante e un tavolo-scrivania che nasconde un piano. È il palco del «Blu Celeste» tour, lo show più atteso dell'anno, debutto pochi giorni fa a Padova. «Ho iniziato a fare musica nella mia cameretta e fra lì e la cantina di casa dei miei è nato il debutto "Blu Celeste". Ho cercato di ricreare la stessa vibrazione», raccontava l'altra sera, prima di salire sul palco del Fabrique di Milano.

 

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A fornire la visione è Fabio Novembre, designer di portata globale che per la prima volta si misura con un palco musicale. Sono firmati da lui anche luci e video, tutto in bianco e nero, effetti optical, graffi grafici, statue neoclassiche e l'acqua (quella del lago di Garda da cui arriva Blanco) come elemento ricorrente.

 

«Mi ha sempre affascinato l'idea del ricordo; il bianco e nero lo lego a quello. Tutto il viaggio del concerto è un ricordo di quello che è stato, e non uno sguardo al futuro.

Questo tour però non è un traguardo, ma un nuovo inizio».

 

Altro che gen Z proiettata verso il futuro, Blanco fa il saggio: «Se ti scordi del passato non arrivi al futuro». In bianco e nero anche il pubblico: dress code rispettato con percentuali bulgare da tutta la platea. Anche i reggiseni che volano sono bianchi e neri. La sera del debutto ne aveva indossato uno e apriti cielo sui social: «Non era un outfit studiato: è venuto così».

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Blanco, all'anagrafe Riccardo Fabbriconi, è lontano anche dall'immaginario dei trapper: altro che diamanti e Lambo, meglio canotta e mutande per sottolineare il suo essere ragazzo di provincia. È stato il fenomeno del 2021, ben prima della vittoria di Sanremo in coppia con Mahmood per «Brividi»: quarto disco più venduto dell'anno con «Blu Celeste» e podio dei singoli più streammati con «Mi fai impazzire» feat Sfera (lo ha raggiunto sul palco, volto nascosto dal baklava-passamontagna, non ha cantato).

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Un fenomeno unico. Quelli della sua generazione fanno grandi numeri in streaming ma faticano a convertirli in consenso live. Lui ha un tour sold out in pochi giorni: 300 mila biglietti venduti, roba da veterani del palco.

 

Blanco ha radunato un pubblico, a trazione femminile, fra la fine dei teen e la prima metà dei 20, con una proposta musicale inedita per i giorni d'oggi: energia punk, chitarre, un'urgenza di racconto quasi rap. Senza quel bisogno di smussare gli angoli tipico del pop. La replica sul palco con il trio chitarra (Michelangelo, il suo produttore), Jacopo Volpe alla batteria ed Emanuele Nazzaro al basso.

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Concerto secco, i brani del disco e due canzoni pre-esordio («Amatoriale» e «Ruggine») che lui ha tolto dalle piattaforme e usa per testare chi c'era veramente dagli inizi, nei bis le hit «La canzone nostra», «Brividi» (senza le parti di Salmo e Mahmood) e «Notti in bianco» in versione elettrica dopo quella acustica a metà show. «Mi è sempre piaciuta la musica con gli strumenti, e lo dico con rispetto di chi usa le basi».

 

Energia a torso nudo di cui fanno le spese un paio di sedie spaccate con gesto da cover di «London Calling» dei Clash. «È meglio che scop... Non ne potevo più di guardare concerti su YouTube. Vasco resta il nostro king e mi dicono che dovrei vedere Jova». C'era la famiglia a seguirlo: «Non voglio fare il maschio alfa... confesso che mi ha emozionato. Vedere mia mamma orgogliosa è stato bello.

 

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Quando da bambino ho iniziato a cantare, più che altro gridavo, lei arrivava in camera e diceva "sei un po' stonato"». In mezzo al tour ci sarà l'Eurovision con Mahmood: «Abbiamo deciso: faremo "Brividi" in italiano perché siamo orgogliosi di rappresentare l'Italia. Peccato che per regolamento abbiamo dovuto tagliarne 24 secondi. Voglio bene ad Achille Lauro, ma non avrei cercato la strada di San Marino. Per me e Mahmood andare a Sanremo era un modo di portare la nostra musica su quel palco. L'Eurovision è arrivato dopo».

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