prima porta gang pusher

CIMITERO STUPEFACENTE - “FILO SPINATO SULLE SIEPI”, COSÌ LA GANG SPACCIAVA A PRIMA PORTA – DECINE DI TRAPPOLE LETALI NELLA BOSCAGLIA PER EVITARE L’INTERVENTO DELLE FORZE DELL’ORDINE – ARRESTATI 5 PUSHER – TRA I LORO CLIENTI ANCHE UN MINORENNE E UN AVVOCATO...

PRIMA PORTA GANG PUSHER

Marco De Risi per il Messaggero - Roma

 

Una piccola guerra senza esclusioni di colpi. Decine di metri di filo spinato disseminati nei cespugli per evitare l'intervento delle forze dell'ordine: trappole che possono ferire in modo serio gli investigatori. E' quello che avviene al cimitero di Prima Porta, il più grande d'Italia con i suoi 140 ettari d'estensione, dove polizia e carabinieri ormai da tempo contrastano il fiorente spaccio di droga ad ogni ora del giorno e della notte.

 

Un traffico che ha inserito il cimitero fra le piazze più importanti della zona per lo smercio di stupefacente: hashish, marijuana, cocaina ed eroina. Anche l'altra notte gli agenti del commissariato Flaminio Nuovo, diretto da Massimo Fiore ed i carabinieri di questo quadrante di città, hanno sferrato l'ennesimo colpo alle gang di colore che popolano il cimitero e quel tratto della via Flaminia. E' stato fatto, anche questa volta, un lungo appostamento che ha dato i suoi frutti.

 

CIMITERO PRIMA PORTA

Non è stato facile per gli agenti agire di notte e nella folta vegetazione che circonda le tombe. Gli investigatori hanno notato un pusher nascondersi dietro un chiosco di fiori, aperto anche di notte, mentre aspettava un assuntore. E' andata in onda la solita scena. Un ragazzo ha parcheggiato l'auto e poi ha raggiunto lo spacciatore che ha preso i soldi senza dargli la dose ma gli ha indicato di raggiungere un complice nascosto fra gli alberi. Solo a quel punto c'è stata la consegna dello stupefacente. Polizia e carabinieri hanno effettuato una battuta nella campagna evitando il filo spinato e dopo circa un'ora sono riusciti a prendere il pusher. 

 

LA CONDANNA Si tratta di un egiziano, senza permesso di soggiorno, uno dei tanti che spacciano la droga al cimitero. Loro sono l'ultimo anello di una catena che, secondo gli investigatori, vede gli italiani come fornitori dello stupefacente. Lo straniero è stato portato in tribunale. Forse è stato fortunato: ha avuto una condanna di soli sei mesi e sarà costretto a pagare 1000 euro di multa. Polizia e carabinieri da tempo lavorano in sinergia per stroncare questo fenomeno ma non è facile snidare decine di spacciatori che hanno trovato un riparo ideale per sfuggire alla legge: la folta e vasta vegetazione della zona.

polizia

 

Anche nell'ultima operazione gli investigatori hanno dovuto operare con l'aiuto di potenti lampade artificiali per potere districarsi nella boscaglia. Sono stati sequestrati decine di metri di filo spinato. La banda lo nasconde in modo tale che venga coperto dall'erba. Qualche giorno fa, sono stati arrestati altri cinque spacciatori. Sono stati scoperti mimetizzati nella boscaglia. Non si aspettavano di finire nelle mani degli investigatori che, ormai pratici dei luoghi, li hanno sorpresi mentre confezionavano la droga per venderla ai tanti clienti. L'elenco delle persone identificate come assuntori è incredibilmente vario. Molti insospettabili.

 

E' stato denunciato un minorenne ma anche un avvocato a caccia della dose quotidiana di cocaina. Una studentessa universitaria e il suo ragazzo sono stati sorpresi con la droga appena acquistata. Polizia e carabinieri non mollano la presa e quasi ogni notte pianificano blitz a Prima Porta per stroncare l'attività di spaccio. 

polizia

 

PRIMA PORTA GANG PUSHER

 

Ultimi Dagoreport

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. I TEMPI PER LA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA NON SOLO SI ALLUNGANO MA SI INGARBUGLIANO, E LA FORZATURA DEL BLITZ TRANSOCEANICO DI GIORGIA MELONI RISCHIA DI PEGGIORARE LE COSE – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…

cecilia sala donald trump elon musk ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - DAVVERO MELONI SI È SOBBARCATA 20 ORE DI VIAGGIO PER UNA CENETTA CON TRUMP, CON BLOOMBERG CHE SPARA LA NOTIZIA DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO CON “SPACE-X” DEL CARO AMICO ELON MUSK (ASSENTE)? NON SARÀ CHE L’INDISCREZIONE È STATA RESA PUBBLICA PER STENDERE UN VELO PIETOSO SUL FALLIMENTO DELLA DUCETTA SULLA QUESTIONE PRINCIPALE DELLA TRASVOLATA, IL CASO ABEDINI-SALA? - TRUMP, UNA VOLTA PRESIDENTE, ACCETTERÀ LA MANCATA ESTRADIZIONE DELLA ''SPIA'' IRANIANA? COSA CHIEDERÀ IN CAMBIO ALL’ITALIA? – DI SICURO I LEADER DI FRANCIA, GERMANIA, SPAGNA, POLONIA, URSULA COMPRESA, NON AVRANNO PER NULLA GRADITO LE PAROLE DI TRUMP: “GIORGIA HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA” - VIDEO

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO ALL'INAUGURAZIONE DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP? - CERTO, LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA, ANCHE PER NON DARE SODDISFAZIONE AL "PATRIOTA" MATTEO SALVINI CHE VUOLE PRESENZIARE A TUTTI I COSTI E SVENTOLARE LA BANDIERA "MAGA" DELLA PADANIA - LA POVERINA STA CERCANDO DI CAPIRE, ATTRAVERSO IL SUO CARISSIMO AMICO ALLA KETAMINA ELON MUSK, SE CI SARANNO ALTRI CAPI DI GOVERNO. IL RISCHIO È DI TROVARSI IN MEZZO AGLI AVARIATI SOVRANISTI ORBAN E FICO - UN’IMMAGINE CHE VANIFICHEREBBE I SUOI SFORZI (E SOGNI) DI PORSI NEL RUOLO DI PONTIERE TRA L'EUROPA DI URSULA E L'AMERICA TRUMP...

giovan battista fazzolari giorgia meloni autostrade matteo salvini giovanbattista

DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME BISCE PER L’AUMENTO DEI PEDAGGI DELL’1,8%. PRETENDEVANO CHE IL RINCARO FOSSE MOLTO PIÙ ALTO, AGGIORNATO ALL'INFLAZIONE (5,9% NEL 2023). MA UN FORTE AUMENTO DEI PEDAGGI AVREBBE FATTO SCHIZZARE I PREZZI DEI BENI DI CONSUMO, FACENDO SCEMARE IL CONSENSO SUL GOVERNO – SU ASPI È SEMPRE SALVINI VS MELONI-FAZZOLARI: LA DUCETTA E “SPUGNA” PRETENDONO CHE A DECIDERE SIA SEMPRE E SOLO CDP (AZIONISTA AL 51%). IL LEADER DELLA LEGA, COME MINISTRO DEI TRASPORTI, INVECE, VUOLE AVERE L’ULTIMA PAROLA…