COLPI DI SPADA SUI GIORNALISTI! "PICCHIATO A FREDDO PER DELLE DOMANDE", PARLA IL REPORTER DI "NEMO" EMILIO PIERVINCENZI PRESO A CAPOCCIATE E BASTONATE DA ROBERTO SPADA: “SI SCUSI CON OSTIA” – LA CRONISTA DI REPUBBLICA FEDERICA ANGELI VIVE SOTTO SCORTA DOPO LE MINACCE DEL CLAN: “ROBERTO SPADA CHE HA PICCHIATO IL COLLEGA DELLA RAI È LO STESSO CHE HA MINACCIATO SU FACEBOOK I MIEI FIGLI…” (A OSTIA LO STATO DOV'E'?)
Giuseppe Scarpa per la Repubblica- Roma
IN ospedale dove si trova dopo l' intervento per la ricostruzione del setto nasale, Daniele Piervincenzi cerca di mettere a fuoco l' aggressione shock di cui è rimasto vittima con l' operatore Sergio Anselmi ad opera di Roberto Spada. «Mi ha colpito mentre stavo facendo delle domande, all' improvviso. Fino a qualche secondo prima aveva anche abbozzato un sorriso. Poi è partito centrandomi al naso, fa molto male ma siamo in piedi».
roberto spada aggredisce l inviato di nemo
Il giornalista era andato a Ostia per documentare il successo di CasaPound al primo turno e l' appoggio esibito del clan Spada alla corsa di Luca Marsella a presidente, con un controllo capillare dei seggi.
Roberto Spada, fratello di Carmine, condannato a 10 anni per estorsione aggravata dal metodo mafioso, si trova all' ingresso della palestra gestita dalla sua compagna. E pur infastidito parla davanti a microfono e telecamere. Poi, all' improvviso, carica il collo e scarica una testata centrando al volto il giornalista. Quando la troupe indietreggia, l' operatore, prima di essere colpito a sua volta riesce a documentare l' inseguimento di Roberto Spada sulla strada, e i colpi di manganello inferti ai filmaker.
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«Intontito dalla botta al naso non ho neppure capito da dove abbia tirato fuori il manganello, forse lo aveva sotto alla giacca, gli ho detto che ce ne stavamo andando ma si è scagliato contro di me e contro l' operatore una seconda volta».
Finito suo malgrado sotto ai riflettori, Piervincenzi spiega: «Sono stato picchiato solo per avere fatto delle domande, non sono entrato nella palestra e sono rimasto sulla soglia». Intorno a lui un coro bipartisan di solidarietà e la presa di distanza dal gesto di Spada anche di CasaPound.
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«Se Roberto Spada chiede perdono, io sono pronto a perdonarlo, però forse dovrebbe chiedere perdono alla città di Ostia - ha poi detto Piervincenzi a "La vita in diretta" - I clan presenti a Ostia hanno rovinato il tessuto sociale di una città bellissima che viene da da due anni di commissariamento».
Dopo l' aggressione, Piervincenzi si è recato al pronto soccorso del Sant' Eugenio e giudicato guaribile in trenta giorni. Anche per questo, con tutta probabilità, Roberto Spada dovrebbe cavarsela con una indagine per lesioni.
inviato di nemo aggredito a ostia da roberto spada
Il fascicolo è stato aperto dalla procura di Roma che procede proprio per lesioni in attesa di ricevere gli atti dai carabinieri e il referto medico oltre che la denuncia del giornalista e dell' operatore. Appreso della presunta giustificazione di Spada che su Facebook aveva parlato del proprio figlio spaventato, Piervincenzi ribatte: «Io non ho spaventato nesssuno, sono io quello spaventato ma per fortuna vado avanti». Cugino di Armando Spada, il titolare del lido di Ostia che sequestrò minacciandola la collega di Repubblica Federica Angeli, è lo stesso che sempre su Facebook reagì contro la cronista arrivando a minacciare anche i figli. Considerato l' erede del fratello Carmine, ha pubblicamente sostenuto Casa-Pound con il cui leader, Luca Marsella, ha fatto anche una foto pubblicata sui social.
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2. NOI CRONISTI NELLE STRADE DEI BOSS
Federica Angeli per la Repubblica
ERA il 23 maggio del 2013. Repubblica decise di indagare sulla commistione tra clan e politica a Ostia, il quartierone a 22 chilometri dal centro di Roma, da 40 anni nella stesse mani, quelle delle famiglie Spada, Fasciani, Triassi legati ai più noti Cuntrera Caruana, mafia agrigentina.
Da cronista scoprii che Armando Spada, il cugino del capoclan, aveva chiesto e ottenuto il lido più bello di Ostia. Nella società che si era impossessata dello stabilimento c' era l' allora leader di Casapound Ferdinando Colloca, la moglie di un maresciallo della marina militare, Cosimo Appeso e il genero di Armando Spada.
Quel 23 maggio, dopo aver fatto le mie domande, in quel lido fui sequestrata da Armando Spada e da un suo scagnozzo per due ore. Avevo registrato tutto con la telecamera. «Qui comandiamo noi, teniamo tutti in pugno i buoni e i cattivi. Pensa ai tuoi figli e dimentica questa storia». E poi: «Contro di noi non vinci. Pensa ai tuoi figli». Pubblicammo tutto sul giornale. E da quel giorno (ne sono passati 1.580 di giorni) vivo sotto scorta.
Oggi, come ieri, una nuova alleanza tra l' estrema destra e il clan li ha resi forti, nonostante le inchieste della Procura di Roma che hanno portato ad arresti e condanne in primo grado con l' aggravante del metodo mafioso.
Due mesi dopo essere stata sequestrata e minacciata, fui unica testimone oculare, dal balcone di casa mia, di uno scontro a fuoco tra clan Spada e Triassi. Unica perché il boss, Carmine, ordinò a tutti di rientrare, che non c' era nulla da guardare. E la gente si rinchiuse in casa. Io andai a denunciarli. Roberto Spada che ha picchiato il collega della Rai, è lo stesso che ha minacciato su Facebook i miei figli: «Ora il nostro oggetto sono loro, non tu» scrisse nel novembre 2014. Pochi giorni dopo, di pomeriggio, qualcuno arrivò alla porta di casa con della benzina.