ECCO COME FINISCONO IN ITALIA LE GRANDI OPERE - IL MOSE DEVE ANCORA PARTIRE MA È GIÀ DA RIPARARE - I LAVORI SONO INIZIATI NEL 2003 (FRA RITARDI, BANDI ANDATI A VUOTO E INCHIESTE) MA LA STRUTTURA ANCORA NON È ENTRATA IN FUNZIONE - EPPURE LE CERNIERE CHE, IN SOSTANZA, PERMETTONO L'INNALZAMENTO E L'ABBASSAMENTO DELLE PARATÌE, SIANO ORMAI DETERIORATE…
Fil. Man. per “Libero quotidiano”
Il Mose. La grande opera che dovrebbe finalmente salvare Venezia. Evitare che l'acqua del mare la inondi. Semplificando, un complesso sistema di paratìe allestito ai margini della Laguna in grado di alzarsi alla bisogna, e dunque di formare una barriera per l'acqua. Se ne parla da tempo immemorabile, i lavori sono iniziati nel 2003 - dunque quindici anni fa. Fra ritardi, bandi andati a vuoto e inchieste che hanno smascherato corruzione e malaffare intorno agli appalti relativi all' opera - e soprattutto riguardanti il materiale fornito per la sua realizzazione - ancora non è entrata in funzione. Eppure, già ha necessità d' essere riparata. Un paradosso all' italiana.
Succede infatti che le cerniere che, in sostanza, permettono l' innalzamento e l' abbassamento delle paratìe, siano ormai deteriorate. Piene di ruggine. Al punto che, costate ben 250 milioni nel 2010, hanno bisogno di essere risistemate. Cosa che, secondo quanto riportato dal Gazzettino, richiederebbe altri 34 milioni per approntare una gara di appalto per rifarle, e soprattutto studiare un sistema che le renda indistruttibili sott' acqua, dunque utilizzando altri materiali. Pensare che, quando furono realizzati e inseriti nella struttura, s' era detto che sarebbero durati cent' anni.
In questo senso, è illuminante la relazione del Registro Navale Italiano (Rina), che nel settembre 2018 rispose proprio alle domande sulla durata delle cerniere: «Sulla base dei calcoli eseguiti - quella la valutazione finale - si ricava che gli steli di Treporti non sono in grado di garantire la vita operativa richiesta di 100 anni in nessuno degli scenari ipotizzati.
In particolare, il contributo preponderante all' avanzamento dei difetti iniziali è dovuto alla corrosione». Ci si chiede a questo punto che tipo di analisi siano state fatte all' inizio. Ma forse le inchieste giudiziarie hanno fornito la risposta. Resta il fatto che il Mose - la cui realizzazione è gestita dal Consorzio Venezia Nuova, concessionario del ministero delle Infrasrutture - è già costato fino a ora oltre 5 miliardi di euro, una cifra che è inevitabilmente destinata a salire. E costerà intorno agli 80 milioni di euro all' anno per restare in attività ed essere mantenuto in buono stato di funzionamento. Le ultime previsioni parlano dell' entrata in funzione entro la fine del 2021. Ma si sa, a rimandare si fa sempre in tempo