barra turatello

COME PASQUALE BARRA DETTO “‘O ANIMALE” AZZANNO' E SPUTO' IL CUORE DI FRANCIS TURATELLO, DETTO "FACCIA D'ANGELO" - L'ORRIPILANTE CARRIERA PULP DEL SICARIO DELLA CAMORRA DI CUTOLO

Giordano Tedoldi per “Libero Quotidiano”

 

PASQUALE BARRA  PASQUALE BARRA

Pure nell’illustre società dei criminali, guadagnarsi certi nomi di battaglia mica è facile. Nell’albo dei titolati della camorra, alla quale Pasquale Barra, morto ieri nel carcere di Ferrara a 73 anni per un infarto, era affiliato, abbiamo 'o prufessore, cioè don Raffaele Cutolo, il capoclan della Nco - la Nuova Camorra Organizzata - del quale Barra è stato a lungo 'o studente, poi ci sono Sandokan, Ciruzzo 'o milionario, 'o lupo, 'o capitone e altre bestie da riempirci l’arca di Noè, ma bisogna aver fatto qualcosa d’orripilante per meritarsi la nomea universale e complessiva di 'o animale.

 

E Pasquale Barra, il cui spirito ora aleggerà come un fantasma in un maniero scozzese nella casa circondariale di Nuoro di Badu 'e carros, cioè «il guado dei carri», fece la feroce impresa che gli diede il definitivo, cruento nome di battaglia nel torrido pomeriggio del 17 agosto 1981. Era rinchiuso nel carcere sardo dove il generale Dalla Chiesa aveva spedito, dopo i terroristi, anche mafiosi e camorristi.

PASQUALE BARRAPASQUALE BARRA

 

Lì dentro c'era il boss che si era diviso con Vallanzasca le bische e lo spaccio a Milano, Francis Turatello detto faccia d'angelo. Le famiglie e i clan volevano prendersi il suo territorio perciò Turatello andava liquidato, e l'ordine di esecuzione arrivò da Cutolo. I killer erano cinque, i coltelli due, e a sventrare Turatello furono i siciliani Salvatore Maltese e Antonino Faro; Barra, campano di Ottaviano (lo stesso paese di Cutolo in provincia di Napoli) aveva solo l'incarico di tener ferma la vittima durante la mattanza.

 

PASQUALE BARRA PASQUALE BARRA

Ma allora perché quando si parla dell'assassinio di Turatello, si ricorda quasi soltanto Barra, 'o animale? Chi ha memoria di quella giornata, lo sa bene. Le cronache riferirono subito il dettaglio più raccapricciante, che non furono le quaranta coltellate nella pancia di Turatello, nel cortile, sotto gli occhi delle guardie e persino del direttore di Badu 'e carros, ma il fatto che Barra avrebbe azzannato le interiora di faccia d'angelo e, secondo alcuni testimoni, gli avrebbe strappato il cuore e l'avrebbe preso a morsi, forse anche mangiato un pezzo.

IL CADAVERE DI FRANCIS TURATELLOIL CADAVERE DI FRANCIS TURATELLO

 

È così che divenne per tutti 'o animale, mentre gli altri quattro assassini rimasero un nome e un cognome come tanti, e poco importa che a scorrere le cronache di quel giorno «il macabro rituale», il fiero pasto, riguarda una volta l'intestino, una volta il cuore, e passa senza criterio visibile per le grinfie e le fauci ora di Maltese, ora di Faro, ora di Barra.

 

Nell’esecuzione pulp di quel folle pomeriggio non sapremo mai esattamente chi del mucchio selvaggio mangiò e sputò le budella di faccia d'angelo e nemmeno se ciò accadde veramente; ma solo Pasquale Barra venne ricordato e insignito di una nuova bestiale decorazione. Perfino quando i mafiosi Liggio e Alberti mandarono a dire alla sorella di Cutolo, Rosetta, che stavolta 'o prufessore aveva esagerato, non si sevizia così un Turatello, Cutolo fece spallucce: lui non c'entrava niente, se la pigliassero con Barra, quello «è pazzo».

 

PASQUALE BARRA  PASQUALE BARRA

Pazzo ma abbastanza previdente da capire che, dopo una lunga e onorata carriera di esecutore d’omicidi su commissione nei penitenziari che gli valse il terzo ma meno usato soprannome di «boia delle carceri», ora l'avevano scaricato, e in ogni momento poteva toccare a lui di far la fine di Antonino Cuomo, capozona di Castellammare di Stabia, di Domenico Tripodo, boss della 'ndrangheta, e di Turatello, cioè delle sue vittime.

 

Così, quando ancora non c'era una legge sui pentiti, Barra si dissociò e con le sue rivelazioni portò al blitz del 17 giugno 1983 che smantellò la Nco di Cutolo, con una maxiretata che prese tra le sue maglie pure Enzo Tortora, il quale fu dunque l'ultima vittima di 'o animale, e l'unica innocente, stroncata per l'irresponsabilità e la sventatezza dello Stato che non voleva minimamente incrinare la credibilità del «dissociato» Barra, quasi che 'o animale si potesse addomesticare.

FRANCIS TURATELLOFRANCIS TURATELLO

 

Quelle accuse non furono mai sostenute da Barra in dibattimento, e in seguito emersero i suoi tentativi di estorsione nei confronti di persone minacciate di venire indicate come affiliate ai clan. Venerdì sera, alle venti, nel carcere di Ferrara dove scontava l'ergastolo, l'ultima crisi della patologia cardiaca di cui soffriva, lui che si portava dietro la leggenda nera di aver azzannato il cuore di Turatello.

 

 

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