DUE FRONTI DI GUERRA SONO TROPPI PER ORCEL – L’AD UNICREDIT CONFERMA CHE POTREBBE TIRARSI INDIETRO DAI PIANI DI ACQUISIZIONE DI COMMERZBANK: “SENZA IL SOSTEGNO DEL GOVERNO TEDESCO, SARÀ DIFFICILE” – NELL’OPERAZIONE BPM, L’AD DELL’ISTITUTO NON VUOLE ARRIVARE ALLO SCONTRO CON IL TESORO. E SI DICE CERTO CHE LA PROCEDURA DI GOLDEN POWER, DESTINATA AD ESSERE AVVIATA DA PALAZZO CHIGI, “RAPPRESENTERA’ UN'OPPORTUNITÀ PER SEDERSI AL TAVOLO...”
1. ORCEL A FAZ, SENZA SOSTEGNO BERLINO POTREMMO TIRARCI INDIETRO
(ANSA) - Senza un sostegno del prossimo governo tedesco, Unicredit potrebbe anche tirarsi indietro nei piani di acquisizione di Commerzbank. È quello che ha affermato il ceo del gruppo italiano Andrea Orcel, alla Faz, secondo un'anticipazione. "Senza il sostegno di un'istituzione importante come il governo tedesco, sarà difficile", ha detto.
L'esecutivo di Olaf Scholz ha bocciato i piani della grande banca italiana, schierandosi a favore dell'indipendenza di Commerzbank. Orcel conferma l'interesse per Commerzbank, ma aggiunge riguardo al rifiuto del governo: "Se questo non porta a un cambiamento, potremmo anche ritirarci di nuovo".
"Mi aspetto che saremo in grado di presentare la nostra visione delle cose", ha continuato Orcel. "Spero nell'estate. In generale, dovremmo conoscere la nostra posizione al più tardi entro la fine dell'anno", ha concluso.
2. ORCEL: SU BPM CONVINCEREMO MELONI, PRESTO PER PARLARE DI UN RILANCIO
Estratto dell’articolo di Giuseppe Bottero per www.lastampa.it
Un rilancio per Bpm? Parlarne ora è prematuro. Ma l'offerta iniziale lanciata da Unicredit è un punto di partenza che, il suo amministratore delegato, considera corretto, equilibrato. Andrea Orcel arriva a Davos da osservato speciale: il blitz sul Banco non sarebbe piaciuto al governo, i tedeschi hanno alzato le barricate su Commerz. Eppure il numero uno di Gae Aulenti si dice «piuttosto ottimista» sulla possibilità di convincere l'esecutivo di Giorgia Meloni sulla bontà dell'operazione.
Il golden power, spiega, rappresenta «un’opportunità per sedersi al tavolo, ed è piuttosto strutturato», oltre che un’occasione per mettere in evidenza tutti gli elementi dell’operazione.
La banca inoltre, aggiunge Orcel, ha molti interessi e punti di contatto con Crédit Agricole: ci sono stati continui dialoghi tra le parti, dice. [...]
3. UNICREDIT, LA RETROMARCIA SU COMMERZ ORCEL: "SU BPM CONVINCEREMO IL TESORO"
Estratto dell’articolo di Michele Chicco per “la Stampa”
Se in Germania il livello della tensione dovesse salire, e le condizioni cambiare, Unicredit è pronta ad abbandonare la presa su Commerzbank. «Sì, certo», ammette a Davos Andrea Orcel, che in una lunga intervista a Bloomberg Tv si sbottona sulle campagne in corso in Italia e in Germania.
«Le fusioni e le acquisizioni aggiungono valore se vengono effettuate alle giuste condizioni, al momento giusto e nel modo giusto. Altrimenti statene alla larga», sottolinea il ceo parlando di Commerzbank. In pochi mesi Unicredit ha messo insieme il 28% della storica banca di Francoforte, tra il 18,5% in derivati e il 9,5% in azioni.
Una posizione costruita in più blitz che non sono piaciuti alla politica tedesca, per lo stupore dello stesso Orcel: «Credo che l'operazione sia eccellente per la Germania, per entrambe le banche perché sono complementari, per gli azionisti ma anche per i clienti. Non capisco bene quale sia esattamente il punto» e «spero di poter avere la possibilità di un'interazione dopo le elezioni» che si terranno in Germania il 23 febbraio.
Orcel ricorda che è stato il governo di Berlino a «invitare» Unicredit nel libro soci di Commerz «in quanto unici strategici ad acquistare la loro quota» e i continui distinguo sulla bontà dell'operazione potrebbero indurlo a rinunciare. Per fermarlo, gli replica a stretto giro la ceo di Commerz, Bettina Orlopp, nulla di «stupido» sarà fatto dal management della banca che esclude acquisizioni avventate e conferma invece operazioni «di piccole dimensioni per aumentare il nostro valore». [...]
Se in Germania lo scenario si complica, con il governo italiano Orcel non vuole arrivare allo showdown. La procedura di golden power destinata ad essere avviata da Palazzo Chigi rappresenta agli occhi del ceo «un'opportunità per sedersi al tavolo» e un'occasione per evidenziare tutti gli elementi di un'eventuale fusione tra le due banche milanesi.
Una risposta al mondo della politica, scosso dall'offerta pubblica di scambio che ha fatto naufragare i progetti di terzo polo sull'autostrada Milano-Siena, e agli azionisti grandi e piccoli di Bpm che, a partire dal primo socio Credit Agricole, sono i veri arbitri della partita. A loro un appunto sul ritocco per il prezzo offerto: di un rilancio di Unicredit su Banco Bpm è «prematuro» parlarne, dice Orcel, ma la valutazione di 10,1 miliardi di euro fatta di piazza Meda è pur sempre «un punto di partenza».
Per tenere compatto il fronte che difende il fortino di Banco Bpm, ieri l'amministratore delegato Giuseppe Castagna ha riunito il consiglio di amministrazione. Il board è durato sei ore, durante le quali sono state passate al setaccio le due «operazioni straordinarie» che vedono l'ex popolare protagonista: preda con l'Ops subita da Unicredit e predatrice con l'Opa da 1,6 miliardi lanciata su Anima.
Sul tavolo Castagna ha posto l'aggiornamento del piano industriale che potrebbe essere presentato al mercato già a febbraio, in concomitanza con la presentazione dei risultati del 2024. [...] . Sulla società che gestisce oltre 200 miliardi di risparmi degli italiani l'intenzione è di andare avanti con l'Opa, anche se Banco Bpm deve passare dall'assemblea per aumentare i 6,2 euro offerti a novembre come prevede la legge sulla passivity rule. Il mercato se l'aspetta: Anima scambia da tempo vicina ai 6,7 euro per azione. [...]