TOGA NON MANGIA TOGA - DOPO IL CASO ZANON, IL MAGISTRATO CHE HA CEDUTO L’USO DELL’AUTO BLU A MOGLIE E PARENTI, LA CONSULTA CORRE AI RIPARI: ARRIVA UN NUOVO REGOLAMENTO CHE IMPONE UNA STRETTA SULL’UTILIZZO - E ZANON? TUTTO PERDONATO: LE SUE DIMISSIONI SONO STATE RESPINTE E LA PROCURA ARCHIVIA IL FASCICOLO (“FINORA POTEVA FARLO”)
Valentina Errante per “il Messaggero”
Il nuovo regolamento sull' uso delle auto assegnate ai giudici della Corte Costituzionale arriva a una settimana dalle dimissioni (respinte) e dall'autosospensione di Nicolò Zanon. Il giudice, nominato dall' ex presidente Giorgio Napolitano nell' ottobre 2014, era finito sul registro degli indagati per peculato per avere destinato auto e autista a moglie, figlia e cognata, per le più svariate attività personali: dallo shopping alle vacanze, fino alle trasferte per gli esami universitari.
Il 21 marzo la Consulta ha stabilito «che l'auto è assegnata in via esclusiva per uso personale» a ciascun giudice in carica. E così la procura di Roma ha deciso che il fascicolo Zanon vada archiviato. Ma il regolamento del 79, vigente fino all' altro ieri, in base al quale erano state mosse le contestazioni, si soffermava già sui limiti d' impiego delle auto, specificando che erano previste le stesse modalità d' uso riconosciute ai ministri.
Il nome di Zanon era finito sul registro degli indagati dopo che la stessa Corte aveva inviato in procura la relazione del suo ex autista. Al carabiniere, che guidava l' auto, era stato contestato un eccesso di straordinari a partire dall' insediamento del giudice (nel novembre 2014) nei giorni in cui Zanon si trovava a Milano, sua città di residenza.
E così il militare, a maggio 2016, si era difeso, spiegando che quando il giudice era a Milano gli toccava spesso accompagnare la moglie di lui. Ha detto di averla portata anche in vacanza: due volte a Forte dei Marmi e uno a Siena. Ha raccontato anche di avere accompagnato in altre trasferte la cognata e la figlia del giudice. Il conducente tra l' altro, allontanato dalla Corte dopo questa vicenda, avrebbe avuto problemi di salute tanto pesanti da costringerlo al congedo.
Davanti ai pubblici ministeri e alle contestazioni dettagliate, nate dalla relazione sottoscritta nel 2017 dal militare, Zanon, interrogato, aveva riconosciuto di avere usato l'auto come un bene proprio. Poi, in una memoria, aveva specificato che, nella sua ottica, essendo un benefit, l' impiego di auto e autista rientrava nella sua totale disposizione. Adesso, il nuovo regolamento, approvato con una delibera della Corte, ha spinto la procura a chiedere l' archiviazione dell' inchiesta.
IL REGOLAMENTO
Nella richiesta trasmessa al gip, i pm fanno riferimento al regolamento appena votato. Venticinque articoli per normare «l' uso delle autovetture» e specificare che le macchine sono riservate ai giudici «per uso personale, anche in relazione ad esigenze di sicurezza».
Si modificano così i 21 articoli del regolamento precedente, già ritoccati altre volte (l' ultima nel 2014), che inizialmente consentivano ai giudici costituzionali di poter affidare la guida dell' auto, «oltre che agli autisti posti a loro disposizione, anche a persona di loro fiducia», e di potere guidare personalmente.
Con l' ultima modifica, però, il regolamento lasciava già pochi dubbi sull' impiego esclusivo dell' auto: «A ciascun giudice costituzionale in carica - si leggeva nel documento al quale Zanon avrebbe dovuto attenersi - è assegnata un' autovettura della Corte costituzionale con diritto di avvalersi di essa nello stesso ambito e con le stese modalità riconosciute ai ministri».