“IL CONTENUTO DELLA BORSA DI BORSELLINO RIMASE INTEGRO” - LE FOTO MOSTRANO LE CONDIZIONI DELLA BORSA DEL MAGISTRATO AMMAZZATO NEL 1992: IL BRACCIO DESTRO DI BORSELLINO LA TIENE IN UNA TECA DOPO AVERLA RICEVUTA IN DONO DALLA FAMIGLIA DEL GIUDICE - ALDO SARULLO PER “IL FATTO QUOTIDIANO”: “LA BORSA NON ERA CON IL PROCURATORE AL MOMENTO DELL’ESPLOSIONE, MA SUL SEDILE POSTERIORE DELL’AUTO. RIMASE BRUCIACCHIATA NELLA PARTE ANTERIORE E INTATTA NEL RETRO E ALL’INTERNO. SE VI ERA ANCHE L’AGENDA ROSSA, QUESTA NON SUBÌ DANNI. MA, QUANDO LA VALIGETTA VENNE RICONSEGNATA DA LA BARBERA ALLA FAMIGLIA NON C’ERA...”
Estratto dell’articolo di Aldo Sarullo* per il “Fatto Quotidiano”
la borsa di paolo borsellino 1
[...] la prova logica di una parte delle sorti della borsa. Ce le raccontano le foto scattate da Luigi Sarullo, ce le racconta la borsa.
Da essa sappiamo che non era con il Procuratore al momento dell’esplosione. Infatti Borsellino ne fu smembrato, la borsa, invece, ebbe conseguenze molto minori perché era all’interno dell’auto, poggiata su un sedile. Le foto testimoniano che rimase bruciacchiata nella parte anteriore e intatta, proprio intatta, nel retro e all’interno.
Da ciò si deduce che il suo contenuto rimase integro e se vi era anche l’agenda rossa, questa non subì danni. I magistrati di Caltanissetta conoscono bene la borsa. Per analizzarla se la fecero consegnare, molti anni dopo, dal braccio destro di Borsellino, cioè l’allora maresciallo Carmelo Canale oggi colonnello, che la custodisce in una teca, dopo averla ricevuta in dono dalla famiglia del magistrato.
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Ai Borsellino la valigetta venne consegnata da Arnaldo La Barbera, l’allora capo della Mobile di Palermo, alcuni mesi dopo la strage. All’interno della borsa – secondo il verbale di apertura della Procura di Caltanissetta, datato 5 novembre 1992 – c’erano due pacchetti di sigarette, un costume, un paio di pantaloncini da tennis, un crest dei carabinieri. Alla famiglia vennero consegnati anche un paio d’occhiali, un mazzo di chiavi e un’agenda telefonica marrone. Nella borsa, però, non c’era quella rossa, come fece notare Lucia Borsellino a La Barbera.
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“Quando chiesi che fine avesse fatto, mi fu risposto appunto che non c’era e al mio insistere il questore La Barbera disse a mia madre che io probabilmente avevo bisogno di un supporto psicologico perché ero molto provata. Mi fu detto addirittura che deliravo”, ha raccontato la figlia del giudice al processo.
*scrittore e regista, ex consulente culturale della presidenza del Senato e del Comune di Palermo.
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