camera dei deputati corte costituzionale

IL PARLAMENTO NON PUÒ PIÙ FARE COME CAZZO GLI PARE! – LA CORTE COSTITUZIONALE ASSESTA UN PRIMO DURISSIMO COLPO ALL'“AUTODICHIA” DI CAMERA E SENATO: UNA SENTENZA STABILISCE CHE NON SPETTA ALLE CAMERE DECIDERE SULLE CONTROVERSIE RELATIVE ALL’AFFIDAMENTO DEI PROPRI APPALTI, CHE RIMANGONO SOTTOPOSTE ALLA GIURISDIZIONE DEL GIUDICE AMMINISTRATIVO – IL CASO CHE HA PORTATO ALLA SENTENZA È NATO DA UN’AZIENDA, CHE ERA STATA ESCLUSA DA UN BANDO DI MONTECITORIO E SI ERA RIVOLTA AL CONSIGLIO DI STATO…

corte costituzionale magistrati

(AGENPARL) - La Camera e il Senato non sono titolari di alcun potere di “autodichia” sulle controversie relative alle procedure di affidamento dei propri appalti, che rimangono così sottoposte alla giurisdizione del giudice amministrativo. Lo ha ribadito la Corte costituzionale con la sentenza n.65, depositata oggi, con la quale ha respinto un conflitto di attribuzione promosso dalla Camera dei deputati contro due pronunce del Consiglio di Stato e delle sezioni unite civili della Corte di cassazione.

 

Nel caso che ha dato origine al conflitto, un’impresa che aveva partecipato a una gara bandita dalla Camera aveva impugnato il provvedimento di esclusione dalla procedura davanti al giudice amministrativo, ottenendo l’annullamento dell’atto da parte del Consiglio di Stato.

 

CAMERA DEI DEPUTATI

La Camera aveva proposto ricorso alla Corte di cassazione contro la sentenza, sostenendo che un proprio regolamento interno attribuisce al Consiglio di giurisdizione della Camera stessa il compito di decidere sui ricorsi contro qualsiasi proprio atto di amministrazione, compresi quelli in materia di appalti.

 

La Corte di cassazione aveva però confermato la giurisdizione del giudice amministrativo, e la Camera aveva a questo punto investito della questione la Corte costituzionale, sostenendo che tanto il Consiglio di Stato quanto la Cassazione avessero violato la propria sfera di attribuzioni costituzionali.

 

Nel respingere il ricorso, la Consulta ha richiamato la propria precedente giurisprudenza, che ha riconosciuto a tutti gli organi costituzionali il potere di adottare regolamenti e di decidere direttamente, attraverso propri organi di giurisdizione interni, le controversie con i propri dipendenti.

 

SENATO DELLA REPUBBLICA

Tuttavia, come già era stato affermato in una sentenza del 2017, questa potestà – di per sé eccezionale rispetto ai principi, di rango costituzionale, che affidano la tutela dei diritti e degli interessi legittimi dei singoli alla giurisdizione civile o amministrativa – non si estende a controversie che coinvolgano gli interessi di terzi, come i partecipanti a una procedura di appalto.

 

In questi ambiti, le amministrazioni della Camera e del Senato restano soggette – come ogni altra amministrazione pubblica – ai controlli da parte del potere giudiziario sulla legittimità dei loro provvedimenti, da intendersi come fisiologici in uno stato di diritto.

 

corte costituzionale 1

La Corte ha, infine, sottolineato come questa conclusione discenda anche dalla crescente consapevolezza, a livello nazionale ed europeo, dell’assoluta centralità dell’obbligo a carico dello Stato di assicurare a tutti l’accesso a un giudice “indipendente” e “naturale”, e pertanto una tutela giurisdizionale effettiva davanti a un giudice equidistante dalle parti e dai loro rispettivi interessi.

Ultimi Dagoreport

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT – MA ‘STI “GENI” ALLA FIAMMA DI PALAZZO CHIGI PENSANO DAVVERO DI GOVERNARE IL PAESE DEI CAMPANELLI? E COME SI FA A NON SCRIVERE CHE DIETRO L’APPLICAZIONE DEL GOLDEN POWER ALL’UNICREDIT, C’È SOLO L’ESPLICITA VOLONTÀ DEL GOVERNO DEI MELONI MARCI DI MANGANELLARE ANDREA ORCEL, IL BANCHIERE CHE HA OSATO METTERSI DI TRAVERSO AL LORO PIANO “A NOI LE GENERALI!”? - UNA PROVA DELL’ATTO ‘’DOLOSO’’? IL GOLDEN POWER, UNO STRUMENTO CHE NASCE PER PROTEGGERE GLI INTERESSI NAZIONALI DALLE MIRE ESTERE, È STATO APPLICATO ALL’OPERAZIONE ITALIANISSIMA UNICREDIT-BPM, EVITANDO DI UTILIZZARLO ALLE ALTRE OPERAZIONI BANCARIE IN CORSO: MPS-MEDIOBANCA, BPM-ANIMA E BPER-SONDRIO - ORA UNICREDIT PUÒ ANCHE AVERE TUTTE LE RAGIONI DEL MONDO. MA NON SERVE A UN CAZZO AVERE RAGIONE QUANDO IL TUO CEO ORCEL STA SEDUTO DALLA PARTE SBAGLIATA DEL POTERE…

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME