domus pacis domus mariae

OSPITAVANO TURISTI E PELLEGRINI NEGLI HOTEL BENEDETTI DA PAPA PIO XII MA PER ANNI HANNO ACCURATAMENTE EVITATO DI VERSARE AL CAMPIDOGLIO LA TASSA DI SOGGIORNO. PER QUESTO LA CORTE DEI CONTI HA CONDANNATO GLI EX GESTORI DELLA "DOMUS PACIS" E DELLA "DOMUS MARIAE", STRUTTURE DI PROPRIETÀ DELL'AZIONE CATTOLICA ITALIANA, A VERSARE 377 MILA EURO NELLE CASSE DEL COMUNE...

L.D’A. per “la Repubblica - Edizione Roma”

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Ospitavano turisti e pellegrini negli hotel benedetti da Papa Pio XII. Ma per anni hanno accuratamente evitato di versare al Campidoglio la tassa di soggiorno. Per questo la Corte dei Conti ha condannato gli ex gestori della Domus Pacis e della Domus Mariae, strutture di proprietà dell'Azione cattolica italiana, a versare 377 mila euro nelle casse del Comune.

 

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La storia delle due strutture parte da lontano, dalla prima pietra posata da Papa Pacelli negli anni ' 50 sui terreni concessi dal Vaticano all'associazione fondata nel 1904 per volontà di Pio X. È l'inizio di una gestione ultradecennale, di un continuo viavai di religiosi in visita ai luoghi di culto della capitale nei due alberghi a due passi da Villa Pamphilj e alle spalle della Santa Sede.

 

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Quindi il passaggio di consegne: per rientrare dei costi, Azione cattolica italiana decide di affidare gli hotel a due società. La prima, la Torre Rossa srl, trasforma la Domus Pacis in The Church Village. La seconda, la Palazzo Carpegna srl, cambia nome alla Domus Mariae: ecco The Church Palace. Nuove insegne, stesso effetto: all'appello mancano centinaia di migliaia di euro. Dal 17 luglio 2015 al 21 maggio 2019, non è stata versata la tassa di soggiorno dovuta a Roma Capitale. Il sintomo di una gestione difficile, finita in fallimento.

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Così le toghe della sezione giurisdizionale del Lazio non hanno potuto far altro che accogliere le richieste del viceprocuratore Francesco Vitiello: via alla condanna del fallimento di Torre Rossa srl. L'impresa dovrà pagare 377.932 euro al Comune. Un versamento a cui, secondo i giudici contabili, deve partecipare anche Andrea Maria Mestriner. In qualità di legale rappresentante della società, la sentenza impone una condanna da 113.379 euro.

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Nel corso del processo, Mestriner ha spiegato che la sua attività si limitava alla manutenzione della struttura alberghiera, «senza potere di gestione, controllo e amministrazione». Poi ha collegato le sue funzioni all'attività «svolta per 25 anni nell'ambito del rapporto di lavoro con il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano». Infine il racconto del sequestro messo a segno dai vigili urbani: nell'aprile del 2018, inviati dalla procura penale, i caschi bianchi hanno portato via tutta la documentazione necessaria a provare eventuali violazioni contabili e il reato di peculato.

 

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Mestriner è stato citato in giudizio dalla procura della Corte dei Conti del Lazio anche per la Palazzo Carpegna srl. L'accusa è di non aver riversato dal 2015 al 2017 le tasse di soggiorno pagate dai turisti del The Church Palace. È questa la struttura benedetta da Pio XII con un radiomessaggio di auguri a un punto di accoglienza che «con la sua stessa imponenza architettonica, dimostra audacia di fede e vincitrice potenza d'amore».

 

Auspici che poi sembrano essersi persi. A novembre 2018, i dipendenti dell'albergo sono rimasti improvvisamente senza lavoro. Poi, a maggio 2020, è arrivato il gruppo TH Resorts. Partecipato al 46% da Cassa depositi e prestiti, ha preso in gestione per 15 anni il The Church Palace, ribattezzandolo di nuovo Domus Mariae. Nulla da fare invece per il The Church Village. Oggi è chiuso, abbandonato.

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