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“COMINCIA A LAVORARE SODO E RISPARMIARE. PARTORISCO A MIAMI. DA GENNAIO LE SPESE SI MOLTIPLICHERANNO... COSTERÀ MOLTO DI PIÙ DELLA TUA VACCA” -  UNA 47ENNE UZBEKA CONDANNATA A 2 ANNI E 6 MESI PER REVENGE PORN E MINACCE: HA PERSEGUITATO CON FOTO ONLINE E INSULTI UN MANAGER ROMANO DOPO LA FINE DELLA LORO RELAZIONE – LA DONNA PUBBLICO’ UNO SCATTO DEL DIRIGENTE IN SLIP E CAPPELLONE DA BABBO NATALE (MEJO DI UN CINEPANETTONE) – LA VIDEOCHIAMATE ALLA MOGLIE DELL’EX AMANTE AL QUALE POI SCRISSE: “MI DISPIACE CHE UNA BRAVA DONNA COME LEI ABBIA UN MARITO BUGIARDO E SCHIFOSO. CIAO COGLIONE”

Giulio Pinco Caracciolo per "il Messaggero" - Estratti

 

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L'intenzione di Elina L.R., uzbeka di 47 anni, era quella di servire al suo ex compagno un piatto freddo a base di vendetta, con la promessa di farlo vivere in uno stato di completa paranoia. E il lungo capo d'imputazione riassume chiaramente la volontà della donna di perseguitare quel noto manager romano che qualche mese prima le aveva fatto perdere la testa.

 

Abito nero e capelli raccolti in una lunga coda bionda, mercoledì mattina ha aspettato la sentenza davanti al gup del Tribunale di Roma che l'ha condannata a due anni e sei mesi di reclusione per revenge porn, atti persecutori e minacce. Colpevole di aver inviato una serie di messaggi e mail dal contenuto inquietante dall'inizio di agosto fino al 16 dicembre 2022, anche a colleghi, amici e familiari della vittima.

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È la sera del 27 settembre 2022 quando sul profilo Instagram del 50enne arriva questo messaggio: «Preparati a mantenere nostra figlia Angelica Giorgina - si legge sul capo d'imputazione - comincia a lavorare sodo e risparmiare perché sarà una bambina viziata come la sua mamma. Partorisco a Miami». E ancora il giorno seguente: «Da gennaio le spese si moltiplicheranno... costerà molto di più della tua vacca». Un notizia improvvisa accompagnata nelle ore seguenti «da una foto che ritrae la donna in costume da bagno verosimilmente in stato interessante». La vittima di figli ne ha già due, ma la notizia si rivelerà solo un bluff.

 

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Un primo incontro tra il manager e la donna risale all'ottobre del 2021. Qualche scambio di messaggi attraverso la piattaforma Tinder e poi dal vivo a Milano, Madrid, Londra e Parigi.

 

Dopo un mese lui decide di troncare la relazione. Un periodo di tira e molla che finisce a luglio 2022 quando il manager è ormai esausto per le continue e pressanti richieste economiche avanzate dalla donna.

 

Lei non accetta la fine della relazione e scatena la sua furia vendicativa una notte di fine estate quando, attraverso un falso profilo social, pubblica una serie di foto del manager in atteggiamenti intimi. Ma è una tra tutti quella che cattura particolarmente l'attenzione del web. «Una foto in cui il dottore indossa un cappello e una giacca sbottonata da Babbo Natale - si legge dalle carte - che lascia intravedere il torso nudo e gli slip neri». La donna inserisce anche tag e parole chiave inerenti alla società della quale la vittima è fondatore e amministratore delegato.

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Ma l'imputata non ha nessuna intenzione di fermarsi e da qui in poi creerà una serie di account Instagram falsi per pubblicare «post, messaggi, immagini e video ritraenti la vittima in atteggiamenti conviviali - si legge sul capo d'imputazione - e in pose sessualmente esplicite».

 

(..) Non soddisfatta, il 14 ottobre del 2022, dopo aver ottenuto con uno stratagemma un appuntamento per una consulenza d'immagine con la moglie della vittima, la videochiama «rendendola sostanzialmente edotta della relazione sentimentale avuta con l'uomo nonché - si legge dalle carte - della circostanza di essere rimasta incinta». Conclusa la chiamata invia quarantatré messaggi alla donna oltre alle ricevute di regali e bonifici bancari. «Mi dispiace che una brava donna come tua moglie abbia un marito bugiardo e schifoso come te però dovevo dirle tutto. Ciao co…one», scriverà a lui poco dopo.

 

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Un comportamento aggressivo che cagiona nell'uomo «un perdurante stato d'ansia e paura nonché un fondato timore per la propria incolumità e quella dei suoi familiari». Una situazione davvero difficile da gestire, durata per diversi mesi. Mercoledì mattina è arrivata la condanna a due anni e sei mesi oltre al pagamento di una provvisionale di 30mila euro.

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