talebani assediano la valle del panshir

CRONACHE DALL’INFERNO AFGHANISTAN - I TALEBANI ASSEDIANO LA VALLE DEL PANSHIR. GIA’ CONQUISTATO UN QUINTO DELLA PROVINCIA RIBELLE CHE NÉ IL MULLAH OMAR, NÈ L'ARMATA ROSSA, ERANO RIUSCITI A ESPUGNARE. OGGI L’ANNUNCIO DEL NUOVO GOVERNO. L'IDEA È IMITARE IN PARTE L'IRAN. UNA GUIDA SUPREMA, PIÙ LEADER RELIGIOSO CHE POLITICO, AL VERTICE (L’EMIRO HAIBATULLAH AKHUNDZADA). UN PRESIDENTE (BARADAR) INCARICATO DI GESTIRE IL PAESE SUBITO SOTTO. IL PAESE SARÀ RETTO DALLA SHARIA

Giordano Stabile per “La Stampa”

 

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I taleban festeggiano a colpi di kalashnikov una conquista che ancora non c'è, quella del Panshir, l'ultima provincia ribelle, la valle imprendibile che neppure il mullah Omar, e prima di lui l'Armata rossa, erano riusciti a espugnare. C'è fretta di chiudere la partita con una sacca di resistenza che potrebbe coagulare malcontento e tensioni etniche. Le donne, discriminate e minacciate, che continuano a manifestare a Herat, e pure a Kabul. Tagiki e uzbeki che mugugnano e attendono una fetta di potere. Sono anche queste frizioni a rallentare la formazione del governo e l'annuncio dell'impianto istituzionale destinato a reggere un Paese già sull'orlo di una crisi umanitaria. Doveva arrivare ieri pomeriggio, dopo la preghiera del venerdì. Ha subito un rinvio dopo l'altro.

 

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Ora si parla di oggi. Anche l'apparizione nella capitale dell'emiro Haibatullah Akhundzada è ancora in forse. Il capo supremo preferisce condurre le trattative nella «sua» Kandahar, la provincia del Sud dove è nato e che ha governato con pugno di ferro durante il primo Emirato. Qui è protetto dalla sua rete famigliare e può negoziare a suo agio con il mullah Abdul Ghani Baradar, destinato a guidare l'esecutivo. Baradar ha un passato di combattente e l'aura di cofondatore del gruppo jihadista.

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Ha affinato le sue qualità politiche nei tre anni passati in Qatar a negoziare con gli americani. Vuole un ruolo di peso. L'idea è imitare in parte l'Iran. Una guida suprema, più leader religioso che politico, al vertice. Un presidente incaricato di gestire il Paese subito sotto. Il Consiglio della Shura potrebbe essere allargato, per includere più personalità uzbeke, tagike, di altre etnie, in modo da diventare una sorta di Parlamento. Non ci saranno però né elezioni né «democrazia».

 

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Sarà un Afghanistan retto dalla sharia ma con un emiro dai poteri circoscritti, meno assoluti. Akhundzada non ha il carisma del mullah Omar, anche se vanta un figlio «martire», morto in un attacco suicida contro le forze Nato. Le operazioni militari dovrebbero rimanere affidate a Mohammad Yaqoob, figlio del mullah Omar. C'è anche la sua mano nell'offensiva «di primavera» che in tre mesi ha permesso di conquistare il 97% del Paese. Nel 2001 i taleban erano arrivati al massimo al 90. Quel tre per cento rimanente è la valle del Panshir, appena 80 chilometri a Nord di Kabul.

 

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Isolata, assediata, con linee telefoniche e dell'elettricità tagliate. Ieri i jihadisti hanno diffuso voci sulla sua «caduta» e sulla «fuga in Tagikistan» dell'ex vicepresidente Amrullah Saleh e di Ahmed Massoud, i leader del Fronte nazionale di resistenza, la nuova «Alleanza del Nord». Hanno subito smentito. Guerra psicologica. Anche se alcune posizioni all'entrata meridionale della valle sarebbero state prese. Bilal Karimi, uno dei portavoce del gruppo, ha confermato che «quasi un quinto» del territorio ribelle è caduto e che per il resto «era questione di giorni». Non sarà così semplice.

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Nella valle si sono rifugiati 5mila soldati del dissolto esercito nazionale. Hanno buoni armamenti, artiglieria. I taleban hanno come bottino di guerra migliaia di blindati, cannoni, decine di elicotteri e persino cacciabombardieri A-29. Ma non hanno piloti, né tecnici per la manutenzione.

 

PARATA DEI TALEBANI A KANDAHAR

La prima emergenza è spezzare l'isolamento. Qatar e Turchia, i principali alleati assieme al Pakistan, hanno inviato personale per riaprire l'aeroporto di Kabul (ieri l'Isis ha riferito che il kamikaze che ha ucciso 200 persone era stato liberato da una prigione dopo l'avanzata dei taleban). Un volo umanitario è arrivato dagli Emirati. I primi collegamenti cargo sono previsti la prossima settimana. La Western Union ha ripreso i trasferimenti di dollari. Piccoli segnali. Ma servirà un governo, se non «inclusivo» per lo meno presentabile.

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