CESTE DI UOMINI - DAL PAPÀ DI UN COMPAGNO DI CLASSE DEL FIGLIO AL MECCANICO AMICO-AMANTE: TUTTE LE LIAISONS DANGEREUSES DELLA DONNA TROVATA MORTA - IL MARITO INDAGATO PER OMICIDIO: LA SERA PRIMA DI SPARIRE ELENA HA CONFESSATO DI AVERLO TRADITO E HANNO LITIGATO

Roberta Mercuri per "il Foglio del lunedì"

 

ELENA CESTE E MICHELE BUONINCONTIELENA CESTE E MICHELE BUONINCONTI

Elena Ceste, 37 anni, analista chimica, sposata con il vigile del fuoco Michele Buoninconti, 44 anni, madre di due bambine, 6 e 14 anni, e due bambini, di 9 e 11. Scomparsa la mattina del 24 gennaio dalla sua casa a San Pancrazio, frazione Motta, di Costigliole d’Asti. Il suo cadavere, in parte ridotto a scheletro, trovato nudo, sabato 18 ottobre, a 800 metri dall’abitazione di famiglia, impigliato fra rovi, rami e fango, in un canale che i proprietari del terreno stavano ripulendo dopo le piene delle settimane precedenti. A confermare che si trattava del corpo di Elena è stato l’esame del Dna.

 

Venerdì 24 ottobre la procura di Asti, senza nemmeno aspettare i risultati dell’autopsia, ha iscritto Michele Buoninconti, con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere, nel registro degli indagati. Il 26 ottobre, scavando con un setaccio nel fango, tra il fiume Tanaro e la ferrovia per Alba ormai in disuso, i carabinieri hanno trovato le mani e i piedi della donna, oltre ad alcune vertebre. Il 28 ottobre sono comparse altre ossa e alcuni denti

 

Michele Buoninconti marito di Elena CesteMichele Buoninconti marito di Elena Ceste

[1]. Dopo aver letto l’avviso di garanzia, Buoninconti ha urlato: «Come fate ad accusare me di aver ucciso Elena? Non le ho fatto nulla, sono tornato a casa e non l’ho più trovata. È assurdo quello che sta facendo. Quali prove avete? Su quali basi mi state accusando?»

 

[2]. La Ceste, assidua frequentatrice della parrocchia come il devotissimo marito e all’apparenza dedita solo alla famiglia, un anno fa aveva avuto una relazione. Il consorte, assai geloso, lo aveva saputo ed è stato lui stesso a dirlo ai carabinieri: «La sera prima di sparire Elena ha confessato di avermi tradito e abbiamo litigato»

 

[3]. Richiesta che Michele avrebbe fatto ai figli dopo la scomparsa della madre: «Mi raccomando, se ve lo chiedono dite che mamma e papà non litigavano mai»

 

[4]. Fin dal giorno della scomparsa della donna, il marito «ha ripetuto a grandi linee lo stesso antefatto. Un delirio: la moglie che piangeva tra frasi senza senso e si colpiva la testa dicendo di non essere una brava mamma. L’incipit? Lei che mostrava al marito quella sfilza di messaggini. Il mittente: il papà di un compagno di classe del figlio. “Ti voglio tanto tanto bene”, “Ci vediamo al solito posto”, “Perché non mi rispondi? Se mi hai cercato è perché ti senti sola…”. Michele Buoninconti ha sempre sostenuto che fosse stata la moglie a fargli leggere quegli sms. Una sola volta è entrato in contraddizione: “Dopo che io ho trovato quei messaggi… ”»

 

ELENA 
CESTE
ELENA CESTE

[4]. A lungo gli investigatori hanno ragionato sulla possibilità che Elena Ceste potesse essersi uccisa. I più garantisti hanno ipotizzato che, in preda al rimorso per aver tradito il marito e in piena confusione psichica, si sia spogliata e, completamente nuda, si sia diretta verso il canale dove è stata trovata. «Con il freddo di quel giorno sarebbe di certo stata stroncata dall’ipotermia», avevano spiegato gli esperti. Il 10 novembre s’è però scoperto che Elena è deceduta in un altro luogo (anche se non si può ancora dire con sicurezza come sia morta) e poi il corpo è stato depositato e nascosto, con un tentativo frettoloso di occultamento, utilizzando rami, arbusti e – forse – anche cercando di coprirlo con fango e zolle che, almeno per quanto riguarda una parte dell’addome, ne hanno impedito la totale distruzione o scheletrizzazione. La certezza è arrivata dopo una serie di test sulla posizione del corpo (trovato rannicchiato) che hanno escluso altre ipotesi

 

[5]. Nei mesi tra la scomparsa e il ritrovamento del cadavere, Elena fu vista in un autogrill della Torino-Venezia, mentre comprava «giocattoli per i figli»; in vacanza a Capo Verde, «con un ragazzo, uno straniero»; a Tenerife; in un centro commerciale di Asti mentre faceva «la spesa con un uomo brizzolato »; a Torino su un tram, «pensosa e sofferente »; a Bari con «uomini, donne e bambini, forse Rom»; di nuovo in Puglia, ma sola.

 

Un mitomane sostenne che il sacerdote di Costigliole l’aveva presa «per i capelli e trascinata in chiesa»; una veggente rivelò che era «stata rapita, cercatela in un lago o in un fiume». E mentre una donna si diceva certa che Elena «faceva parte di una setta religiosa» un’altra sosteneva che s’era «rifugiata in un convento»

 

ELENA 
CESTE
ELENA CESTE

[6]. Il caso di Vito R., 38 anni, geometra, sposato, incensurato, ora indagato «per false comunicazioni al pm» e «falsificazione del contenuto di comunicazioni informatiche». Il 9 novembre telefona ai carabinieri di Asti: «Ho importanti rivelazioni su Elena Ceste, eravamo diventati amici su una chat, ci sentivamo spesso al telefono». Lo convocano in caserma, mostra agli investigatori le schermate con le conversazioni in una chat per singoli con una certa “EleAsti”. Si presenta così: «Si sono sposata e ho quattro figli ». Disperata: «Volevo dirti che grazie a te ho trovato il coraggio di dirgli che voglio lasciarlo. Ho copiato i messaggi su una memory card, se ne è accorto ed è diventato un mostro. Mi ha strattonata fino a farmi cadere ».

 

Quelle conversazioni, però, sono false, i carabinieri se ne accorgono e lui crolla: «Mi sono inventato tutto, non ho hai avuto contatti con Elena Ceste. In questo periodo sono depresso, volevo diventare ospite dei talk in tv che si occupano ogni giorno del caso, volevo fama e visibilità»

 

[6]. Il vero amico-amante di Elena Ceste è un meccanico di Settimo Torinese, Antonio R., 42 anni. Aveva conosciuto la donna su Facebook ed ebbe con lei, in autunno, un incontro all’interno della casa di Costigliole: in casa, a quell’ora della mattina, non c’era nessuno. Poi un’altra serie di incontri nelle cave non distanti da via San Pancrazio

 

[7]. Nell’ultimo anno, grazie a Facebook, Elena aveva riallacciato i contatti con alcuni suoi ex compagni di scuola. Ma aveva paura di essere scoperta. «Se stacco è perché c’è mio marito…». «Sei controllato anche tu?». In effetti un parente di Michele Buoninconti ha raccontato di aver ricevuto l’incarico di monitorare il profilo Fb di Elena

 

ELENA 
CESTE
ELENA CESTE

[4]. Secondo Buoninconti, la mattina della scomparsa Elena gli aveva detto che non si sentiva bene chiedendogli di accompagnare i figli a scuola. Lui aveva poi trovato davanti al cancello di casa, e consegnato ai carabinieri, il pigiama, le calze, le pantofole, un maglione e l’assorbente usato di lei

 

[2]. Il racconto di Michele Buoninconti: «Quando sono tornato a casa l’ho cercata dappertutto. Ho telefonato anche alla vicina per chiederle se era da lei. Poi sono uscito e con la macchina ho fatto un giro della zona. Sono anche andato lì, dove poi l’hanno trovata. Ma lei non c’era. Non ha voluto farsi vedere da me. Perché? Avrei potuto salvarla »

 

[8}. A insospettire gli inquirenti fin dall’inizio della faccenda, il fatto che Buoninconti si allarmò subito per la moglie sparita: dopo pochi minuti con una vicina e dopo meno di due ore andando dai carabinieri. Inoltre ha consegnato ai carabinieri gli occhiali da miope senza i quali la moglie non era in grado di fare un passo e pure gli abiti che la vicina aveva visto addosso a Elena alle 8.15 e che lui aveva detto di aver ritrovato in cortile due ore dopo.

ELENA 
CESTE
ELENA CESTE

 

Ma i carabinieri hanno sentito ottanta testi che, quella mattina, lavoravano o sono passati nella zona, e nessuno vide una donna nuda aggirarsi tra stradine e sentieri. Non convince neanche il gelido appunto trovato nell’agenda dell’uomo: «Ore 8. porto i bambini a scuola», poi le sigle dei buoni pasto per la mensa dei figli. «Al ritorno a casa Elena scompare». Infine, «ore 15.30: “Lezioni di catechismo”» e quanto costano i mangimi per polli e conigli [3].

 

Il marito ha sempre sostenuto di aver trovato gli occhiali della moglie in un secondo momento. A smentirlo è stato una vicina di casa: «Già quando è venuto qui da me, intorno alle 9, mi ha detto che era preoccupato: la moglie stava vagando per la campagna nuda e cieca come una talpa» [4].

 

Michele Buoninconti, la mattina della scomparsa di Elena, mostrando a una vicina il bagagliaio della sua auto: «Vedi, non è nemmeno qui» [4]. (a cura di Roberta Mercuri)

 

 

Note: [1] Tutti i giornali del 25 e 29 ottobre, la Repubblica 30/10; [2] Tutti i giornali del 25 ottobre; [3] Massimo Numa, Elisa Schiffo, La Stampa 25/10; [4] Paolo Viotti, la Repubblica 3/11; [5] Meo Ponte, la Repubblica 29/10; M. Numa, E. Schiffo, La Stampa 11/11; [6] Massimo Numa, La Stampa 19/11; [7] M. Numa, E. Schiffo, La Stampa 11/11; [8] Erica Di Blasi, la Repubblica 17/11.

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