IL VUOTO OLTRE LE CHAT - LA LINEA DURA DELLA POLIZIA HA SMATERIALIZZATO LA GALASSIA NO VAX A MILANO: DALLE ADUNATE DI 10 MILA PERSONE SONO RIMASTI IN POCHE CENTINAIA - BLOCCHI PREVENTIVI, IDENTIFICAZIONI A TAPPETO, CACCIA AGLI INFILTRATI TRA I TURISTI E LINEA DURA CON GLI IRRIDUCIBILI - LA DELUSIONE SU TELEGRAM: "MA A MILANO COSA SUCCEDE? ERAVANO TIPO 20 MILA FINO A TRE SABATI FA..." - VIDEO
Cesare Giuzzi per il corriere.it
Il vuoto oltre le chat. Dopo 20 sabati consecutivi di proteste e disagi va in scena il requiem dei No pass milanesi. Un movimento che si smaterializza alla vigilia della Prima della Scala in una giornata dai numeri impietosi rispetto alle adunate oltre quota 10 mila.
L’ultimo bilancio parla di 202 identificati tra piazza Fontana e il Duomo, sette denunciati per resistenza e rifiuto di fornire le generalità, 34 multati per occupazione di aree urbane, sei per non aver usato la mascherina, 30 ordini di allontanamento, 4 procedimenti per il Daspo urbano. In sostanza quasi tutti coloro che si presentano per manifestare vengono fermati da polizia e carabinieri e identificati.
Dopo il blitz di sabato scorso con il corteo che ha attraversato via Torino e un pezzo di corso di Porta Ticinese, la polizia non lascia ai manifestanti neppure il tempo di riunirsi. Alle prime avvisaglie in piazza Fontana, già poco dopo le 16 di sabato 4 dicembre, scattano le prime identificazioni: sei persone si fermano al centro della piazza, vengono fermate e multate.
Intorno alle 17, in piazza Duomo, si materializzano i primi No pass per l’appuntamento non autorizzato. Il messaggio che arriva dalle chat è mimetizzarsi con passanti e turisti: niente cartelli, niente bandiere. Per mezz’ora non succede nulla tanto che via Telegram alcuni lanciano un appello a radunarsi davanti alla Mondadori, quantomeno per capire chi c’è in piazza.
Quaranta minuti dopo alla vista dei primi gruppetti polizia e carabinieri intervengono e chiedono i documenti. Chi si mostra insofferente ai controlli viene trascinato via fino all’ufficio mobile sul camper piazzato davanti a Palazzo Reale. È in queste fasi che si verifica qualche momento di tensione: un manifestante viene spinto a terra da un poliziotto, altri vengono portati via in modo brusco. Chi urla «vergogna, vergogna» agli agenti finisce anche lui nell’elenco degli identificati.
Sembra il preludio degli ultimi sabati che, seppure in tono molto minore, hanno tenuto impegnati gli agenti per diverse ore. Invece gli irriducibili del movimento non superano i 200-250 e di fatto l’azione energica della questura spegne sul nascere ogni tentativo di protesta selvaggia.
I No pass, per usare le parole del prefetto Renato Saccone, appaiono davvero come un corpo estraneo in una città che intorno si muove pensando ai regali, allo shopping, all’aperitivo. Gli ultimi rimasti si guardano intorno e se ne vanno: «Ma a Milano cosa succede? Quattro gatti e un mare di polizia. Eravamo tipo 20 mila fino a tre sabati fa...», i messaggi nelle chat.
Tutto ok invece per i due eventi regolarmente organizzati: un centinaio di No pass all’Arco della Pace, senza tensioni, e 500 al corteo dei sindacati di base. Dalla Regione alla Scala per il «No Draghi day» contro le politiche del governo su lavoro, fisco e investimenti.